Il fallo di Tresso (a Marchisio)

Dicono che… molti “civici” leggendo le parole con le quali Francesco Tresso ha reso noto il suo incontro con Claudio Marchisio “sulle prospettive della città” abbiano sgranato gli occhi, increduli. Il candidato della sinistra radical-chic alle primarie del centrosinistra, infatti, lasciando intendere di averne incassato il sostegno così ha descritto l’ex calciatore bianconero: “Un torinese con il quale condivido l’amore per la città e che ha a cuore il futuro di Torino. Claudio ha dimostrato grande sensibilità e attenzione su molti temi che sono prioritari anche nel nostro programma e rappresenta un esempio di civismo prezioso e necessario”. Espressioni, a dire il vero, decisamente diverse da quelle che usò quando il “principino” sembrava sul punto di indossare i panni del “papa straniero” di Pd e alleati. “Un po’ triste – commentava allora in una chat il non ancora aspirante sindaco (almeno pubblicamente) –. Marchisio ha la 3 media presa alla Bentley school, non è per fare lo snob ma a Torino abbiamo già dato con la teoria dell’uno vale uno. Ma è voce consolidata, e siccome il ragazzo ha rilasciato un’intervista 2 gg fa in cui tesseva l’elogio di Chiara Appendino, voci ben informate dicono che potrebbe essere espressione di un asse Zingaretti/Conte”. Una prospettiva che, ai tempi, faceva ribrezzo al consigliere della lista Fassino sul punto di diventare “Signor Nessuno”: “Questo dimostra lo sfascio in cui si trova il Pd, incapace di guardare a soluzioni oltre al suo recinto se non per icone portatrici di voti, da muovere poi come marionette, con il rischio che ciò comporta”. A partire dall’alleanza con i grillini che in quei mesi Tresso aborriva: “Se questo quadro sarà confermato, compreso asse coi 5S, si aprono spazi per posizionarci come alternativa coerente”. Coerente, sì.

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