GUERRA TRA CAMICI

"Dubbi sui vaccini in farmacia", fronda dei medici di famiglia 

In una lettera agli assistiti la Fimmg contesta la possibilità di somministrazione da parte dei farmacisti. Mana (Federfarma): "Si ingenerano timori ingiustificati". Irritazione in Regione, l'assessore Icardi: "È assolutamente sicuro"

“Vaccinarsi in farmacia. Su questa scelta, come medici continuiamo ad esprimere dei dubbi. La delicatezza dell’atto vaccinale richiede la capacità di svolgere una attenta anamnesi prima della somministrazione e di essere in grado di intervenire prontamente in caso di reazioni avverse, sebbene rare, che potrebbero seguire all’inoculazione”.

Questo passaggio della lunga lettera che i medici di famiglia aderenti al sindacato Fimmg del Piemonte stanno inviando ai loro assistiti riapre uno scontro sia pure in punta di fioretto, in realtà mai concluso, tra camici bianchi: quelli dei medici di medicina generale e quelli dei farmacisti. Entrambi ingaggiati nella campagna vaccinale, sia pure in momenti diversi giacché le iniezioni in farmacia sono partite soltanto da pochi giorni, mentre dell’esercito (questa la definizione usata e abusata) dei medici di famiglia s’incominciò a parlare ancora prima che arrivassero i vaccini.

Sono parole molto pesanti quelle che i medici riservano alla decisione di aprire alle vaccinazioni in farmacia, messe nero su bianco in quello che dovrebbe essere un appello ai loro assistiti affinché superino la paura, vincano i dubbi e si vaccinino, ma scivola in più di un passaggio su malcelate rivendicazioni di categoria e su critiche al sistema organizzativo, ovviamente legittime ma forse non di primario interesse per chi dal suo medico si aspetta rassicurazioni e risposte chiare per fugare dubbi e timori.

Se già stride, sempre considerando i destinatari, leggere che “noi medici di famiglia continuiamo a dare il nostro importante contributo alla campagna vaccinale, ma deve essere superato ogni ostacolo alla fornitura delle dosi”, spiegando come “molti colleghi che hanno dato con coraggio e dedizione la loro disponibilità a vaccinare, superando problemi organizzativi, logistici e di tempo, si sono trovati a dover disdire o ritardare gli appuntamenti per il mancato rifornimento delle dosi”, il punto che da un lato apre a una guerra non dichiarata ai farmacisti e dall’altro instilla dubbi e timori negli assistiti è proprio quello dell’iniezione fatta da chi per mestiere vende (ma prepara anche) medicinali.

La posizione dei medici di famiglia, in questo caso, non stupisce più di tanto. Già al momento della predisposizione della norma i vertici nazionali della Fimmg non avevano fatto mistero con lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza delle loro perplessità, per non dire contrarietà, a fa entrare i farmacisti nella schiera dei vaccinatori. Questioni economiche, ma forse ancor più il temuto rischio di veder diminuire la loro forza contrattuale con il sistema sanitario, così come la prospettiva concreta di vedere in futuro le farmacie abilitate anche alla somministrazione di altri vaccini, incominciando da quello antinfluenzale. C’è anche questo nella posizione che i medici sul territorio continuano a sostenere anche dopo la messa in campo, con tutti i crismi di legge, delle farmacie. “In questi giorni cominciano a pervenirci richieste di compilare schede anamnestiche propedeutiche alla somministrazione del vaccino in farmacia. Deve essere molto chiaro – scrive Roberto Venesia, segretario regionale della Fimmg – che non possiamo soddisfare queste richieste”. Se non è un muro quello che alzano i medici davanti ai farmacisti vaccinatori poco ci manca. 

“Questa lettera mi lascia a dir poco perplesso”, ammette con diplomazia Massimo Mana, presidente di Federfarma Piemonte, l’associazione che riunisce le farmacie. “Noi abbiamo fatto e facciamo tutto ciò che è previsto dalla legge, sia dal punto di vista della formazione, sia per quanto riguarda attrezzature e farmaci. Alimentare dubbi sulla sicurezza è profondamente sbagliato, ma soprattutto rischia di avere effetti negativi sulla partecipazione della popolazione alla campagna vaccinale. Mi pare che questa comunicazione agli assistiti anziché fugare timori, li alimenti. E in questo momento di tutto fuorché di questo c’è bisogno”.

La sortita della Fimmg sulle vaccinazioni da parte dei farmacisti non ha certo suscitato reazioni positive in Regione. “Faremo mille vaccini al giorno solo nelle farmacie. Questo è un ulteriore tassello del nostro progetto di portare i vaccini alle persone”, aveva detto una settimana fa all’avvio dell’operazione il presidente Alberto Cirio. “I farmacisti sono abilitati dalla legge per vaccinare, hanno fatto due corsi di formazione, di cui uno abilitato dal ministero, hanno attrezzature e medicinali per affrontare eventuali emergenze, sono previsti orari e percorsi che garantiscono la massima garanzia di sicurezza”, ricorda l’assessore alla Sanità Luigi Icardi che ribadisce: “vaccinarsi in farmacia è assolutamente sicuro. Non è corretto, né rispondente alla realtà dire che lo sia meno rispetto ad altri luoghi in cui si procede all’immunizzazione”.

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