ECONOMIA DOMESTICA

Gigafactory a Mirafiori, ultimo appello a Stellantis

Gli industriali piemontesi premono per l'hub delle batterie elettriche a Torino. Un'ulteriore spinta a un'economia che vede la ripresa: in crescita l'export, si riduce la cassa integrazione. I dati dell'indagine congiunturale di Confindustria

“Per quanto riguarda la gigafactory credo ci siano buone possibilità per il nostro territorio di essere la scelta di Stellantis, scelta che dovrebbe concretizzarsi nelle prossime settimane o mesi”. Ad affermarlo è il presidente dell’Unione industriale di Torino, Giorgio Marsiaj, nel giorno della presentazione dell’indagine trimestrale, in realtà l'annuncio arriverà entro dieci giorni, giacché il ceo di Stellantis Carlos Tavares ha comunicato che la decisione sarà resa pubblica l'8 luglio. “Stellantis si sta guardando intorno per decidere dove verrà collocata la terza Gigafactory – ha aggiunto – come territorio noi possiamo fare qualcosa, ma credo che sia soprattutto il governo centrale che deve creare le condizioni affinché il nostro Paese, il nostro territorio sia attrattivo”. Parole che fanno da eco a quelle pronunciate ieri da Matteo Salvini a Torino in cui il leader della Lega ha assicurato massimo impegno perché la gigafactory trovi sede nel capoluogo piemontese. Parole con cui di fatto s'iscrive alla lobby di quei parlamentari piemontesi che stanno esercitando tutte le pressioni necessarie sul governo perché lo stabilimento per la produzione delle batterie elettriche sia realizzato nel capoluogo e in particolare a Mirafiori.

“La gigafactory è un must – ha detto Marsiaj – non dobbiamo perdere questa opportunità che potrebbe avere una ricaduta importantissima sull’indotto Paese e se fosse qui a Torino, a Mirafiori, potrebbe essere effettivamente molto significativo, si parla di alcune migliaia di posti di lavoro che verrebbero a crearsi. Mirafiori già possiede un piccolo hub di batterie, oltretutto la nostra area dispone di un network molto articolato di competenze che sono necessarie per gestire e garantire l'alimentazione della Gigafactory”.

Un appello lanciato nel giorno in cui i dati dell’indagine congiunturale fotografano una ripresa sempre più veloce che coinvolge anche settori, territori e tipologie dimensionali che nei mesi scorsi avevano manifestato maggiore incertezza. Tutti gli indicatori registrano un buon progresso, rispetto a marzo, sia nel manifatturiero che nel terziario. Le 1.200 imprese del campione si attendono, per i prossimi mesi, una crescita di attività e ordini: i saldi complessivi riferiti a produzione e ordinativi migliorano di oltre 10 punti percentuali, dopo i 17-18 punti guadagnati a marzo.

Molto significativa l’accelerazione dell’export, dopo un lungo periodo di difficoltà. Diminuisce considerevolmente il ricorso alla cassa integrazione (che sta ritornando su livelli fisiologici); aumenta la quota di imprese che hanno in programma investimenti significativi. In ulteriore salita il tasso di utilizzo di impianti e risorse, tornato sui valori medi di lungo periodo. Si rafforzano notevolmente anche le attese delle imprese di minori dimensioni (sotto i 50 addetti), anche se gli indicatori rimangono meno positivi rispetto alle grandi imprese. Nel manifatturiero, il 30,5% delle imprese prevede un aumento della produzione, contro il 12,7% che si attende una diminuzione. Analoghe le previsioni sugli ordinativi: il 32,6% si attende un aumento, il 14,1% una riduzione. In forte accelerazione l’export: il saldo sale a +11 punti dagli zero punti di marzo. Sale di oltre tre punti il tasso di utilizzo degli impianti (74,9%), vicino al pieno utilizzo. Si rafforzano gli investimenti: la percentuale di aziende con programmi di spesa di un certo impegno aumenta di quasi 4 punti, riportandosi sui livelli del 2018 (30,1%). Cala di oltre 10 punti il ricorso alla cassa integrazione (17,3%), che ritorna quasi ai valori pre crisi. Le attese migliorano in tutti i settori. Spicca l’ottima performance della metalmeccanica: l’indicatore relativo alla produzione sfiora i 30 punti percentuali, rafforzandosi ulteriormente rispetto a marzo. In particolare, le attese si consolidano nei comparti dei prodotti in metallo e della meccatronica.

Bene alimentare e manifatture varie (gioielli, giocattoli, ecc.). In recupero il tessile-abbigliamento: il saldo ottimisti-pessimisti ritorna in zona espansiva dopo dodici trimestri. Migliorano anche le attese delle imprese chimiche e della gomma-plastica. Si consolidano le aspettative di edilizia e indotto (impiantisti ecc.). A livello territoriale, le previsioni si rafforzano in tutte le aree. Il miglioramento degli indicatori è particolarmente marcato a Cuneo (+16 punti rispetto a marzo), Asti (+15 punti), Alessandria (+13 punti), Novara (+12 punti). Bene anche Vercelli e Verbania. A Torino le attese si mantengono positive ma con indicatori più prudenti rispetto alla media regionale. Un caso a parte è Biella: sulla spinta del comparto della moda i saldi ottimisti-pessimisti ritornano al di sopra del livello di equilibrio tra espansione e contrazione dell’attività dopo oltre tre anni. Nei servizi il miglioramento del clima di fiducia è ancora più sensibile. L’indicatore relativo ai livelli di attività guadagna 18 punti rispetto alla rilevazione di marzo. Il 28,9% delle aziende si attende un aumento dei livelli di attività, solo il 7,0% una riduzione. Indicazioni analoghe riguardano gli ordinativi. Accelerano gli investimenti: il 23,6% delle imprese ha in programma investimenti rilevanti. Significativa la forte riduzione della quota di imprese che segnalano ritardi nei pagamenti (24,1% dal 32,8% di marzo). A registrare un miglioramento più marcato delle aspettative sono i comparti del commercio, dell’Ict e dei servizi alle imprese; buoni progressi per i servizi alle persone, più incerto il settore della logistica.

Qui tutti i dati dell'indagine congiunturale

Secondo Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte, “i driver della ripresa sono soprattutto quattro: il contenimento della pandemia attraverso la campagna vaccinale, la ripresa globale, l’intenzione delle imprese di investire e l’avvio del Pnrr con l’arrivo della prima tranche di aiuti già prima dell’estate, senza dimenticare la programmazione regionale 2021-2027”.

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