GLORIE NOSTRANE

Una cardiologia da un milione di dollari

Bertero, giovane ricercatore piemontese, torna in patria dopo dieci anni di studi all'estero con una ingente dote. Darà il via al nuovo laboratorio di Genomica dello sviluppo e ingegneria cardiaca all’Università di Torino

È un cervello di ritorno Alessandro Bertero. Il ricercatore piemontese, 33 anni originario di Bra nel Cuneese, è rientrato all’Università di Torino, dove si era laureato, dopo dieci anni di ricerca sulla genomica e l’ingegneria cardiaca a Cambridge e Seattle. Ed è proprio al termine dei suoi studi all'estero che ha ottenuto il Career Development Award, un prestigioso riconoscimento messo in palio dalla Fondazione Armenise di Harvard, che mette in palio un finanziamento fino a un milione di dollari per cinque anni destinato all’avvio di nuovi laboratori di ricerca in Italia. Ed è proprio questo finanziamento che Alessandro Bertero porta in dote al suo ritorno a Torino.

Con queste risorse, il ricercatore darà il via al nuovo Laboratorio Armenise-Harvard di Genomica dello Sviluppo e Ingegneria Cardiaca al Molecular Biotechnology Center (Mbc) dell’Università di Torino. Lo stesso ateneo dove aveva iniziato la sua formazione scientifica con il biologo cellulare Guido Tarone, laureandosi nel 2009 in biotecnologie e specializzandosi nel 2011 in biotecnologie mediche. “È un po’ come tornare a casa – commenta Bertero – sono partito da neolaureato e ora che ho la possibilità di essere leader di un team di ricerca sulle malattie cardiache, ho scelto di ritornare a Torino”.

Dopo aver vinto una borsa di dottorato dalla “British Heart Foundation”, Bertero si è trasferito alla Università di Cambridge nel Regno Unito, dove ha lavorato sulle cellule staminali. Successivamente ha continuato la sua carriera a Seattle grazie a un finanziamento di Embo, che gli ha permesso di specializzarsi nei meccanismi dello sviluppo cardiaco, con un focus sulla cardiomiopatia dilatativa ereditaria, una grave malattia genetica al cuore ad oggi curabile soltanto attraverso il trapianto d’organo. Obiettivo della ricerca del nuovo laboratorio, spiega Bertero, capire quali geni siano coinvolti nelle malattie cardiache. In futuro la ricerca potrebbe portare allo sviluppo di nuovi approcci terapeutici, in particolare di medicina rigenerativa per le cardiopatie congenite, la più comune malformazione potenzialmente letale nei neonati. “Siamo orgogliosi – dice la professoressa Fiorella Altruda, direttrice del Molecular Biotechnology Center dell’Università di Torino – di riportare in Italia e presso il nostro ateneo un altro ricercatore eccellente. Il reclutamento di giovani ricercatori molto brillanti permette di aumentare la massa critica indispensabile per competere nella ricerca a livello internazionale”.

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