POLVERE DI (5) STELLE

Appendino "contessa" del M5s

Con la pace armata siglata tra il fondatore e l'ex premier, tornano a crescere le quotazioni della sindaca di Torino per la vicepresidenza del partito. Ma per una testa pronta a essere incoronata un'altra rischia di rotolare, quella del novarese Crippa

Vicepresidente del “nuovo” M5s. È quanto si prospetta da più parti per Chiara Appendino, la più forlaniana degli esponenti grillini della prima ora, una misirizzi capace di attraversare avversità amministrative e buriane politiche conservando tutto sommato integra quell’immagine personale di politico capace e affidabile che l’hanno portata cinque anni fa al piano nobile di Palazzo civico. E così da tempo per la nostra Ercolina sempre in piedi si vaticina un incarico di primo piano a livello nazionale: nelle trattative per la nascita del governo giallorosso si era parlato di un ministero (Interno o Funzione Pubblica), ora per un meno altisonante ma non per questo meno cruciale posto al fianco di Giuseppe Conte.

La voce è ricorrente e nelle ultime ore ha preso a circolare con maggiore insistenza. “La sintesi trovata tra Grillo e Conte è una opportunità da cogliere per il Movimento. Nel nuovo statuto è previsto che vi siano figure di peso ad affiancare il presidente Conte, che avrà uno o più vicepresidenti. Per questo ruolo servono persone equilibrate, come la sindaca di Torino Appendino, per fare un nome”, ha confermato il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia, ospite della trasmissione Agorà Estate su Raitre. “Se Chiara dovesse confermare la sua volontà di non ricandidarsi ad amministrare il capoluogo piemontese – ha concluso con una tipica formula di rito, ben conoscendo la decisione della sindaca di non correre per un secondo mandato –, la vedrei ad esempio tra le persone più adatte per ricoprire il ruolo di vicepresidente: conosce dagli inizi il M5s e ha svolto un ottimo lavoro negli ultimi anni, alla guida di una delle più importanti città del Paese”, esprimendo un giudizio che, soprattutto per quanto riguarda il mandato a Palazzo civico, è piuttosto controverso.

Intanto, nonostante la pace armata siglata tra il quasi leader e il comico fondatore, nel M5s il clima resta ancora parecchio teso. I parlamentari M5s restano sul piede di guerra sulla riforma della giustizia. “Non possiamo accettare che la legge Bonafede venga completamente stravolta”, è il refrain. Conte attende il via libera per diventare presidente del Movimento ma già – spiegano alcuni parlamentari vicini al giurista di Volturara Appula  – sta lavorando ad una mediazione che riprenda anche alcune proposte dell’ex presidente della Corte costituzionale Giorgio Lattanzi a capo della Commissione sulla riforma del processo penale. In ogni caso l’ex premier ai suoi interlocutori ha ribadito di voler difendere le battaglie identitarie del Movimento, anche quelle legate all’etica e alla moralità, ma di non voler Conte, senza – perlomeno questa la tesi di alcuni suoi fedelissimi – provocare scossoni. Altri, invece, credono che con l’arrivo del semestre bianco le cose cambieranno.

Comunque sia, nelle intenzioni dell’avvocato pugliese, che non ha mai elaborato il lutto della defenestrazione da Palazzo Chigi, c’è una progressiva presa di distanza dal governo di Mario Draghi, probabilmente scatenando una guerra di logoramento il cui primo atto potrebbe essere proprio il distinguo del M5s sulla riforma Cartabia. Per mettere in pratica questa strategia Giuseppi ha però bisogno di gruppi parlamentari a lui fedeli. E se a Palazzo Madama non ci sono problemi, almeno sulla carta, e dovrebbe essere confermato alla guida dei senatori il “contiano” Ettore Licheri, iniziano a suonare le campane a morto a Montecitorio per Davide Crippa. Quella del deputato novarese potrebbe essere la prima testa a rotolare in nome del nuovo corso. I rapporti con Conte sono notoriamente tesi, lo considera troppo arrendevole verso l’esecutivo Draghi e l’ex presidente del Consiglio oggi predilige i “falchi”. Inoltre, a Crippa non ha mai perdonato di aver fatto grande resistenza alla firma del contratto di Rocco Casalino.

Nel frattempo, i saggi nominati da Grillo sono al lavoro per chiudere definitivamente l’accordo sullo statuto. Mancano alcuni dettagli, a partire dall’intesa sulla carta dei valori, considerato che Conte vuole una rivisitazione delle stelle (non ridete, sono i famosi cardini irrinunciabili, i valori fondativi). Poi sono da definire alcuni aspetti tecnici sul voto sulla piattaforma, infine si indirà la votazione ma ci vorranno almeno altre due settimane. Lo statuto in ogni caso potrebbe essere presentato la prossima settimana mentre un evento aperto al pubblico dovrebbe essere organizzato solo alla ripresa dei lavori.

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