ALTA TENSIONE

"Basta violenza" tutti in Valsusa per fermare la guerriglia No Tav

Dopo gli ennesimi scontri e il ferimento di tre poliziotti monta la rabbia di istituzioni, politici e sindacati. "Situazione indegna di un Paese civile". E la Cisl propone una grande manifestazione a difesa dell'opera e in solidarietà di lavoratori e forze dell'ordine

“Non basteranno diecimila agenti per fermarci”. Lo scrivono i No Tav, rivendicando sui social l’attacco di ieri al cantiere della Torino-Lione in cui cinque agenti sono rimasti feriti, di cui uno in maniera grave. Un riferimento alle affermazioni del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che alla Camera ha annunciato di avere assegnato a luglio quasi 10mila unità di rinforzo per seguire le proteste in Val Susa “con la massima attenzione”. I No Tav rivendicano anche di essere riusciti a “entrare all'interno del cantiere e a mettere fuori uso un Lince dell’esercito”. Una rivendicazione di guerriglia, in piena regola. Gli scontri si sono scatenati al termine del corteo partito da Giaglione nell’ambito del festival musicale “Alta felicità”, organizzato dai No Tav con il patrocinio del Comune di Venaus. I manifestanti hanno percorso il sentiero gallo-romano sino ad arrivare nei pressi del cancello di sbarramento situato sulla strada delle Gallie. Qui circa 300 attivisti, travisati, hanno reciso in diversi punti la concertina utilizzando delle cesoie. Secondo la ricostruzione della Questura, nello stesso momento altri militanti dell’area antagonista, servendosi dei sentieri alti, hanno raggiunto la recinzione dove hanno sferrato l’attacco, lanciando pietre, fumogeni e bombe carta “di elevato potenziale”, costringendo le forze dell’ordine all’utilizzo “calibrato” di lacrimogeni. Gli scontri, iniziati intorno alle 16 e terminati intorno alle 19.30 circa, hanno interessato anche le zone adiacenti l’autostrada che, per motivi di sicurezza, è stata chiusa al traffico per oltre un’ora. Alla fine il bilancio è di tre poliziotti feriti, un mezzo dell’Esercito distrutto, uno zaino rubato, sei blindati danneggiati.

“Sono assolutamente inaccettabili episodi di gravissima violenza che mettono in pericolo l’incolumità degli operatori di polizia e che nulla hanno a che vedere con il diritto di manifestare liberamente”, afferma Lamorgese che ha espresso “vicinanza e solidarietà agli agenti rimasti feriti negli scontri di ieri sera nei pressi del cantiere di Chiomonte”, ringraziando “tutte le donne e gli uomini delle Forze dell’ordine e dell’Esercito impegnati quotidianamente per tutelare la sicurezza e l’ordine pubblico in Val di Susa”. Vicinanza alle donne e agli uomini in divisa è stata espressa anche dal capo della polizia Lamberto Giannini che, precisa la questura di Torino, ha costantemente seguito l'evolversi della situazione, tenendosi in contatto con il questore Giuseppe De Matteis.

A chiedere per prima l’intervento della titolare del Viminale è stata la Lega, attraverso la deputata Elena Maccanti, capogruppo in commissione Trasporti alla Camera: “La protesta no Tav è diventata un pericolosissimo alibi per attacchi violenti e senza precedenti contro le nostre forze dell’ordine da parte di delinquenti, che devono essere identificati e arrestati”. Per l’esponente del Carroccio “non può esserci alcuna giustificazione né ambiguità. Solidarietà agli agenti feriti ieri, cui auguriamo una pronta guarigione. Al ministro dell’Interno diciamo che non basta inviare nuovi rinforzi a Torino, come ha annunciato nei giorni scorsi durante il question time, se poi gli agenti sono lasciati soli e senza strumenti a combattere quella che è diventata una vera e propria guerra. Servono provvedimenti immediati e incisivi”.

Unanime la condanna da parte di rappresentanti delle istituzioni e della politica. “Chi rispetta la propria terra non la mette a ferro e fuoco. Chi rispetta la democrazia non calpesta il diritto di esprimere le proprie idee, di manifestare, trasformandolo in guerriglia. Chi rispetta il proprio Paese non ne prende a sassate chi gli dedica la vita ogni giorno con indosso una divisa. E se qualcuno pensa di chiamare questa libertà si sbaglia di grosso” è il duro commento del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. “Le scene viste ieri si chiamano in un solo modo: delinquenza. E il Piemonte non si riconosce in tutto questo”, ha concluso. “Manifestare, protestare, contestare, sono azioni sempre legittime e da tutelare in democrazia. La violenza invece no, non può e non deve trovare spazio”, dichiara la sindaca di Torino Chiara Appendino, da sempre contraria alla Torino-Lione, esprimendo “ferma condanna per i violenti attacchi alle Forze dell’Ordine”.

“Il diritto di manifestare il proprio dissenso non può sfociare in violenza”, afferma il candidato sindaco di Torino del centrosinistra, Stefano Lo Russo. “In Val di Susa assistiamo ad una modalità di protesta inaccettabile. Piena solidarietà alle forze dell'ordine ferite negli scontri”. Dello stesso tenore la reazione del suo competitor di centrodestra Paolo Damilano: “Lotterò sempre perché' chi ha idee diverse dalle mie possa esprimere la propria opinione. Ma tutto deve avvenire nel rispetto degli altri e senza violenza. Gli agenti feriti durante le proteste No Tav sono inaccettabili. È uno schiaffo allo Stato. Sono favorevole alla Tav, credo che sarà uno strumento fondamentale per lo sviluppo di Torino, ma non impedirò mai ai contrari di esprimersi – aggiunge –. Dico però no con forza a ogni forma di violenza e sarò sempre al fianco delle forze dell’ordine perché' il loro lavoro è fondamentale per il Paese. Basta violenza in Valle, è ora che tutta la politica lo dica chiaramente”.

“Si è pericolosamente alzato il livello della violenza contro le forze dell’ordine impiegate nella difesa dei cantieri dell’alta velocità”, denuncia in una nota, Enzo Letizia, segretario nazionale dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia. “Ieri la cabina di guida di un lince è stata seriamente danneggiata da un razzo, non da un fuoco di artificio, e due poliziotti sono rimasti feriti – aggiunge –. In questo periodo osserviamo una violenza ripetuta e continua del mondo anarchico insurrezionalista che usa la Val di Susa come campo di addestramento per le loro azioni di guerriglia. A questo punto, occorre prendere atto che i violenti non sono solo degli infiltrati del movimento No Tav, ma un tratto caratteristico dello stesso. È necessario che la politica prenda le distanze senza ipocrisie, la Val di Susa si sta trasformando in una culla per violenti, la presenza di questi ultimi nel movimento non è solo una questione di polizia ma un problema politico, in particolare di quei partiti che vedono i propri esponenti territoriali prendere parte alle iniziative del movimento No Tav”. Grande preoccupazione e richiesta di misure più incisive arrivano da tutte le organizzazioni degli operatori delle forze dell’ordine. “Siamo l’unico paese in Europa che permette questo, l’unico e il solo che pensa di usare la polizia come valvola di sfogo di balordi criminali. Questa non è democrazia”, scrive in una nota, il segretario provinciale del Sap, Antonio Perna.

“Una grande manifestazione in Val Susa per difendere la Tav e sostenere le forze dell’ordine e i lavoratori impegnati nella realizzazione dell'opera”. A proporla, in una nota, è Ottavio De Luca, segretario della Filca-Cisl Piemonte. “Il grave e violentissimo attacco andato in scena ieri – sostiene il sindacalista – dimostra che sono ancora attivi gruppi di teppisti, il cui unico scopo è usare il pretesto della Tav per creare tensioni e incidenti. Si tratta di una violenza inaccettabile e pericolosa: ieri il bilancio è stato di due poliziotti feriti, ma in questi anni di vera guerriglia sono stati tantissimi i feriti tra le forze dell’ordine e gli stessi operai, senza contare le minacce di morte rivolte ai sindacalisti”. Di qui la proposta della manifestazione, che dovrebbe coinvolgere le altre sigle sindacali e anche l’associazione dei costruttori edili: “Lo Stato non può tollerare questi atti: è per questo motivo che ci rivolgiamo all’Ance e alle altre due sigle sindacali del settore, Feneal-Uil, e Fillea-Cgil, per organizzare una manifestazione in Val Susa, utile a ribadire il nostro sì convinto alla realizzazione di questa opera di fondamentale importanza per lo sviluppo dell’intero Paese, e per assicurare la nostra vicinanza sia alle forze dell’ordine impegnate a difenderla che ai lavoratori che con fatica e impegno la stanno realizzando”, conclude De Luca.

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