VERSO IL VOTO

Portas alleato dei 5Stelle. A Napoli

A Torino strepita, minaccia, lancia penultimatum e per restare nel centrosinistra vuole imporre al candidato sindaco un giurin giurello scritto, ma nella corsa a Palazzo San Giacomo il capo dei Moderati sostiene Manfredi che fin dal primo turno è appoggiato dai grillini

A Torino è il paladino di un centrosinistra senza il Movimento 5 stelle, a Napoli siede a tavola con i grillini senza batter ciglio. “Siamo Moderati, non cretini” batteva i pugni Giacomo Portas quando s’arrabbiava con il Pd. E infatti ca’ nisciuno è fesso sembrano dire i suoi alleati all’amico Mimmo. Lui continua a rivendicare una scelta di “coerenza” con chiunque lo interpelli sulle sue ultime uscite. Ma mi faccia il piacere! Saranno mica brutti e cattivi solo a Torino questi Cinquestelle.

All’ombra del Vesuvio Portas ha messo il suo brand a disposizione del professor Gaetano Manfredi, ex rettore della Federico II ed ex ministro dell’Università nell’ultimo governo di Giuseppe Conte, sostenuto da un’ampia coalizione che va dalla sinistra più radicale al Movimento 5 stelle, dove addirittura l’ex premier sta meditando di candidarsi per dare forza e sostanza alla lista del suo partito. Il 9 luglio scorso l’appoggio a Manfredi è stato sancito da un evento alla Città della Scienza dal titolo “L’Oro di Napoli: Patrimonio Immobiliare, una risorsa e non un costo”, organizzato dal segretario locale dei Moderati Vincenzo Varriale. “Manfredi è una persona che può resuscitare questa città” sono state le parole di Portas che nel capoluogo campano ha saputo turarsi il naso e non per via dell’emergenza rifiuti, in gran parte rientrata, semmai per quegli alleati con cui cammina a braccetto solo quando oltrepassa la linea gotica. Per esempio Carlo Calenda, che pure ha dimostrato di saper cambiare più volte idea, almeno su questo ha tenuto la barra dritta e laddove il candidato sindaco ha stretto accordi con i grillini ha scelto altre strade (a Napoli, per esempio, sosterrà Antonio Bassolino).

È proprio di queste ore l’ennesimo (è arduo tenere i conti) penultimatum di Portas. L’ultima che s’è inventato è un atto ufficiale con cui Lo Russo dovrebbe impegnarsi, sostanzialmente, a non aprire mai un dialogo con il Movimento 5 stelle, né al primo né al secondo turno, non sulla città e neanche nelle circoscrizioni. La coerenza prima di tutto, dice il buon Portas, unico del centrosinistra ad aver chiesto (e ottenuto) un incontro con Chiara Appendino, nel suo ufficio al piano nobile di Palazzo civico, mentre ancora si discuteva di un accordo tra Pd e M5s anche a Torino.

Eppure è questa la battaglia che ha deciso di intestarsi il leader dei Moderati per recuperare un po’ di centralità in una coalizione di cui si sente ai margini con tutte quelle liste attorno a Lo Russo pronte a togliergli terreno sotto i piedi. E allora lui sarà l’anti-Appendino; qualche indagine di mercato deve avergli suggerito che di questi tempi paga. Minaccia di andare da solo se Lo Russo non firma l'accordo, di candidare Carlotta Salerno; racconta ancora di sondaggi nel cassetto e spara cifre a caso che corroborerebbero la sua pazza idea di una corsa in solitaria. E invece la realtà è che se corresse rischierebbe di perdere buona parte dei suoi candidati, non solo perché molti di loro sono vicini al centrosinistra ma perché una corsa fuori dai poli gli consentirebbe di portare a casa non più di un eletto (il candidato sindaco, appunto).

Un re del marketing, Portas. Con la sua ultima sventagliata di manifesti ha avvisato i torinesi che non chiuderà bottega per tutta l’estate: “Aperti anche ad agosto” si legge sui muri della città. Attento, però, ai colpi di sole.

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