LOTTA AL COVID

Terapie intensive, letti "sulla carta"

I dati comunicati dalla Regione all'Agenas indicano 628 posti di rianimazione. Ma per l'Anaao quelli reali sono meno. Su questi numeri viene calcolato l'indice di occupazione utilizzato per stabilire se il Piemonte deve restare in zona bianca

Quanti sono davvero i posti strutturali di terapia intensiva in Piemonte? Insomma, quanti su quanti letti di rianimazione si può contare senza ricorrere a quelli temporanei e provvisori? La domanda posta dall’Anaao-Assomed trova ragione, secondo la principale rappresentanza sindacale dei medici ospedalieri, nella differenza “tra di dati reali e quelli comunicati al Governo”. 

La segretaria regionale del sindacato Chiara Rivetti ricorda come “durante la pandemia abbiamo scoperto che i posti letto hanno degli aggettivi nuovi. Ci sono quelli strutturali, ovvero i posti dei reparti di rianimazione più quelli creati ex novo, che aumentano in via definitiva e, per l’appunto, strutturale, il numero totale dei posti letto. Poi i provvisori o funzionali, ovvero letti solo temporaneamente utilizzati, perché prestati dai reparti specialistici, dalle sale operatorie e quindi fino ad allora utilizzati per malati con altre patologie, che dunque vengono a perdere il posto letto o l’intervento operatorio”. Rivetti ricorda inoltre che “lo scorso 12 dicembre la Regione aveva presentato un documento sul potenziamento dei posti letto in terapia intensiva dal quale si evince che quelli strutturali potenziati durante la pandemia erano un totale di 626”. Nello stesso documento erano indicate le sedi dei nuovi letti di rianimazione, “ma sono stati davvero realizzati? E dove?”, si chiede la sindacalista. 

“Dopo aver osservato con perplessità i balletti invernali sul numero dei tamponi, tra molecolari e rapidi, con dirette conseguenze sui tassi di positività e sulle opportunità di nuovi lockdown, non possiamo non esprimere ulteriori perplessità sui dati ufficiali che ci dovrebbero aiutare nella gestione regionale dell'emergenza pandemica, questa volta relativi ai posti letti in terapia intensiva”, sostiene l’Anaao-Assomed che in una nota sottolinea come nei giorni scorsi la Regione ha dichiarato all’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, una dotazione di 628 posti di terapia intensiva strutturali.  “Questo numero è rilevante – nota il sindacato dei medici – perché il tasso di occupazione dei posti letto determina i colori delle regioni e quindi, in base a questi dati, nelle prossime settimane, verranno impartite disposizioni più o meno restrittive. Ma questi numeri dichiarati ad Agenas ci lasciano perplessi”.

Perplessità che originano da una differenza tra i numeri forniti ad Agenas “che non paiono coincidere con quelli reali. Secondo i documenti regionali – osserva Rivetti – la Città della Salute avrebbe 127 posto letto di terapia intensiva strutturali quando invece ne risulterebbero circa 80, lo stesso alll'Asl To5 che ne dovrebbe avere 22 e invece per ora è ferma a14, mentre gli 8 previsti per Carmagnola saranno costruiti non si sa quando e, ancora Vercelli accreditata per 16 ne ha 12, Biella ne dichiara 16 avendone solo sono 10”.

Insomma, i conti non sembrano tornare affatto. I dubbi sul fatto che i numeri cui su ci si basa a livello nazionale per determinare il livello di occupazione delle terapie intensive e di conseguenza il colore delle regioni (entro il 10% si resta in zona bianca, oltre scatta la gialla) non siano quelli reali restano, in attea di essere fugati con chiarezza. E cresce il sospetto che, come già accadde con i tamponi molecolari e antigenici sommati, sui numeri si giochi la permanenza del Piemonte in zona bianca, o comunque si cerchi di tenerlo lontano dalla gialla con tutte le limitazioni che comporta.

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