VERSO IL VOTO

Radicali "pannelliani" con Damilano
(e si agita il re delle liste patacca)

Il cerchiobottismo del candidato sindaco del centrodestra. Dopo gli ultrà cattolici del Popolo della Famiglia, con il centrodestra corrono un paio di esponenti della diaspora radicale. Intanto si rivede Martucci che ora vuole abolire l'Isee e dare case popolari a tutti

Il diavolo e l’acqua santa. I bacia balaustre e i mangiapreti. I cattolici integralisti e i laicisti. Tutto si tiene nella coalizione di centrodestra a sostegno del candidato sindaco di Torino Paolo Damilano che, dopo aver imbarcato il Popolo della Famiglia, accoglie a braccia aperte i radicali. Si tratta dei “pannelliani”, una delle due metà in cui la galassia radicale si è divisa dopo la morte dello storico guru. E così se sotto la Mole i “boniniani”, seguaci di Emma Bonino raccolti nell’Associazione Adelaide Aglietta corrono per l’alfiere del centrosinistra Stefano Lo Russo, i fratelli separati dell’associazione Marco Pannella annunciano il loro appoggio all’imprenditore acqua&vino. A Silvio Viale e Patrizia De Grazia, la “coppia” ospitata nella lista civica di Lo Russo, ribattono con il tandem formato da Mario Barbaro e Maria Anna Ferrara, in campo con “Progresso Torino”, la formazione lib-lab promossa dai fuoriusciti di Azione e Italia Viva, Alberto Nigra e Davide Ricca, che ha come capolista la madamin Sì Tav Giovanna Giordano.

Al netto dell’effettiva consistenza elettorale (tradizionalmente la capacità dei radicali di guadagnare la scena è inversamente proporzionale al peso nelle urne), anche questo duello fratricida dimostra come la competizione tra i due principali schieramenti si giochi a campo aperto, cercando di raggranellare ogni voto utile. Soprattutto Damilano, alla vigilia dell’apertura ufficiale della campagna elettorale, pare colto dalla fregola di moltiplicare le liste in suo sostegno, nella convinzione che ciò si traduca automaticamente nell’allargamento del perimetro del consenso.

Nell’entourage dell’imprenditore si starebbe ragionando se prendere a bordo persino un paio di liste “civetta” nel portafoglio di uno specialista di operazioni di pirateria politica: Denis Martucci, classe 1977, figlio del notaio Pierangelo Martucci, tra i più brillanti allievi di Renzo Rabellino, il re delle liste patacca. Vantando un’esperienze pluridecennale – in diverse tornate elettorali ha ideato alias di candidati sindaco e formazioni acchiappa-gonzi (da Buttiglione detto Fra a Chiampa Rino) – avrebbe proposto a Damilano e al suo consigliori Enrico Delmirani oltre ad alcuni cavalli della sua scuderia – Lega Padania e l’eterno scudocrociato simil Dc – pure una lista “Basta Isee” in cui propone “case Atc per tutti, mense e gite meno care, reddito di cittadinanza, accompagnamento, detrazioni figli a carico etc etc”. Un Martucci in piena attività con tanto di banchetto davanti alla Coop di corso Molise per la raccolta delle firme. Al momento sembra che il tavolo di coalizione, preoccupato dalle indiscrezioni, abbia respinto le sue profferte.

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