RETROSCENA

Icardi resta alla guida della Sanità, fallisce l'ennesimo blitz di Cirio

Il governatore non riesce, neppure stavolta, a far fuori l'assessore. Nessun via libera alla sua sostituzione da parte del segretario della Lega Molinari che, anzi, lo difende a spada tratta. Possibile un mini rimpasto con lo scambio di deleghe tra Carosso e Protopapa

Cambiare l’assessore alla Sanità. Alberto Cirio ci riprova, ma anche stavolta davanti al mai abbandonato disegno del governatore si para il muro del vertice regionale della LegaLuigi Icardi non si tocca. “Non c’è alcuna ragione per sostituire un assessore che ha lavorato e sta lavorando bene, affrontando una situazione senza precedenti e ormai da più di un anno e mezzo”.

Questa la risposta alla mai sopita intenzione di Cirio di togliere la delega più importante all’ex sindaco di Santo Stefano Belbo con il quale i rapporti fin dall’inizio non sono stati idilliaci, per usare un eufemismo. La spiegazione raccolta al massimo livello della Lega piemontese contiene un aspetto non irrilevante, aldilà dello stop chiaro e netto a una possibile giubilazione dell’inquilino di corso Regina: eccezion fatta per la difficoltà di rapporto più volte esternata da Cirio con i suoi, non c’è il casus belli, non c’è un motivo chiaro e concreto nell’azione dell’assessore per giustificarne la sua sostituzione. La campagna vaccinale sta andando bene, meglio che in molte altre regioni, i direttori generali delle Asl ricevono periodiche e necessarie sferzate, insomma la macchina nei cui ingranaggi principali è stato inserito un dirigente di esperienza come Mario Minola alla direzione regionale, funziona e procede non peggio di quanto sia più volte accaduto in passato.

In un simile contesto, come spiegare al vasto e attento mondo della sanità piemontese un cambio in corsa, tanto più che il potenziale sostituto dovrebbe essere scelto all’interno della giunta e il nome circolato, non senza motivo, in queste ore non è certo un nome che per esperienze e conoscenze sanitarie potrebbe far digerire, o addirittura apprezzare, la sostituzione? 

La questione, almeno per il momento, è chiusa. Riccardo Molinari segretario del partito di maggioranza che sostiene Cirio, al contrario di quanto fatto trapelare, non ha dato alcun via libera al progetto del governatore. Lo ha stoppato senza se e senza ma. Tuttavia val la pena raccontare gli accadimenti degli ultimi giorni per comprendere l’aria che tira e i venti che potrebbero spirare nei prossimi mesi, non solo sul quartiere generale sanitario di corso Regina, ma facendo pure muovere con forza le tende in Piazza Castello.

Il desiderio di Cirio di sostituire Icardi non è, da tempo, un mistero. Giusto un anno fa quando l’assessore partì per il viaggio di nozze, il governatore tentò il divorzio dal titolare della Sanità. Allora, se vogliamo, il casus belli c’era, ma Cirio dovette, obtorto collo o meno, digerire ingoiare rospo e confetti. O forse valutare le conseguenze di un atto che lo avrebbero comunque riguardato e non poco. Non sono mancati altri scazzi tra i due, mentre il presidente anche grazie alla creazione del Dirmei, centro operativo dell’emergenza in ci ha piazzato un po’ di suoi pretoriani, ha avito modo di spiegare (anche con messaggi subliminali come la partecipazione alle conferenze stampa e dichiarazioni a raffica) che il cambio di passo era merito suo. Tesi che non ha abbandonato. Tanto da usarla anche in questi primi giorni di ripresa dell’attività politica in cui, a sorpresa, rispunta il vecchio disegno.

Non è un caso che il Corriere di Novara dedichi un’interna pagina, con titolo in prima, all’ipotesi del passaggio della Sanità da Icardi al consigliere regionale leghista novarese Riccardo Lanzo. C’è del vero. L’articolo, secondo alcuni ispirato dallo stesso Lanzo, arriva a ruota di una conversazione tra il consigliere e lo stesso Cirio. Quest’ultimo gli avrà detto di tenersi pronto? Difficile escluderlo. Non solo. I propositi del governatore non ci mettono molto ad arrivare alle orecchie di Gianna Gancia. La parlamentare europea che non ha mai fatto mistero della stima e dell’amicizia per Icardi, vede la manovra di Cirio come effetto di un patto, a suo dire, stretto con la Lega novarese in prospettiva della federazione cui stanno lavorando Silvio Berlusconi e Matteo Salvini e della quale Cirio vorrebbe riservarsi il ruolo di leader regionale, anche in vista di un suo agognato ritorno proprio al Parlamento Europeo.

È tarda sera, quasi notte, quando la voce della Gancia arriva fin troppo forte e chiara all’orecchio del presidente. Una litigata furente. Anche in questo caso il messaggio dell’europarlamentare non lascia spazio a interpretazioni o discussioni: Icardi non si tocca. Sostituirlo, poi, con chi è a totale digiuno di questioni sanitarie e in questa condizione si ritroverebbe a dover guidare una macchina avviata, ma complessa e diretta verso situazioni che l’evoluzione del Covid rende ad oggi ignote, sarebbe oggettivamente un azzardo. Lo stesso ruolo di coordinatore vicario della commissione Sanità in seno alla Conferenza delle Regioni coperto da Icardi dopo il rimpasto che lo aveva costretto a lasciare la titolarità a seguito dell’elezione al vertice di Massimiliano Fedriga al posto di Stefano Bonaccini, non è questione di scarso rilievo.

E poi spostare del tutto il baricentro sanitario su Novara, dopo aver nominato Minola alla direzione regionale e Gianfranco Zuilian al vertice dell’azienda ospedaliera sarebbe un evidente contrappasso dell’iniziale egemonizzazione cuneese. Ma è il metodo al centro del ragionamento che Molinari ha fatto con i suoi e con lo stesso Cirio: se si vuole mettere mano alla giunta lo si faccia dopo aver ampliato la possibilità di poter nominare più assessori esterni rispetto agli attuali tre e il tagliando non si fermi alla Sanità, con tutte le osservazioni e i niet già citati. 

Un’ipotesi quella della riforma dello Statuto che vedrebbe Cirio perplesso sui tempi anche se il presidente del Consiglio regionale, il leghista Stefano Allasia, sarebbe convinto che con l’accordo delle opposizioni un mese basterebbe per riformare statuto e regolamento, ma addirittura anche quella legge elettorale per la cui modifica la scorsa legislatura non è stata sufficiente.

Se, come pare, c’è l’accordo per passare l’Agricoltura da Marco Protopapa (non certo ben visto da molte delle associazioni del comparto) al vicepresidente Fabio Carosso (molto quotato nel borsino di Cirio), affidando al primo la delega sulla Montagna, questo passaggio potrebbe avvenire nel giro di giorni, al massimo settimane, con il placet di Molinari il quale preferirebbe anche in questo caso attendere un rimpasto complessivo dopo le riforme. Sulla sanità no, nessun via libera. Cirio è costretto a rimettere nel cassetto il suo progetto, Lanzo a interrompere il riscaldamento e tornare negli spogliatoi. Mentre, ancora una volta, Icardi dai piani per una sua defenestrazione esce ulteriormente rafforzato. Stavolta con più ragioni.

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