VERSO IL VOTO

Damilano sogna a occhi aperti: Sindaco di una Torino bellissima

Come l'avversario Lo Russo, anche il candidato del centrodestra confessa di essere emozionato per la sfida. E presenta i quaranta aspiranti consiglieri della sua lista: "Orgoglioso che così tante persone abbiano deciso di scendere al mio fianco"

Ha un sogno, Paolo Damilano, quello di cambiare Torino e, naturalmente, di diventare il prossimo inquilino di Palazzo civico. Sperando di non fare la fine di un suo predecessore, Luca Olivetti, che proprio con una lista denominata “Un sogno per Torino” abbandonò l’ambizione di fare il sindaco cinque anni fa e, in coalizione con Osvaldo Napoli, raggranellò a malapena 500 voti. Ma, si sa, i sogni son desideri come cantavamo da piccoli e anche se Damilano non è esattamente Cenerentola farà di tutto perché anche i suoi si avverino. “Oggi ho firmato la mia candidatura a sindaco di Torino. Sono mesi che ho scelto di correre, mesi che ho scelto questo progetto civico. Ma quando ho firmato ho sentito tutta l'emozione di questa sfida” afferma nel giorno in cui mette nero su bianco una scelta maturata più di un anno fa. E così la sua creatura, Torino bellissima “più che una lista” diventa nelle sue parole “un sogno per cambiare Torino”.  

È anche l’occasione per presentarla quella lista nata nel 2020: una forza che Damilano spera possa arrivare addirittura a doppia cifra per arginare almeno in parte la protervia dei partiti che lo sostengono: un altro sogno chissà quanto realizzabile. Scorrendo i nomi dei quaranta candidati sembra che il candidato sindaco sia andato a pescare da quel bacino un tempo di Forza Italia, recuperando chi era rimasto ai margini o fuori dai giochi dopo le mille scissioni del partito di Berlusconi. Persone diverse, ma molte ad aver bazzicato il mondo azzurro: da Luciana Accornero, storica assistente dell’ex assessore regionale di FI Angelo Burzi, da molti anni impegnata nel volontariato ospedaliero al Regina Margherita con Forma (quella dei Babbi Natale), Pino Iannò già consigliere provinciale, oggi in Cambiamo. C’è poi Alessandro Iocola, proveniente dal quartiere Santa Rita, vicino al deputato Osvaldo Napoli, e, per retaggio famigliare, Andrea Cantore, figlio di Daniele Cantore, socialista di rango nella Prima Repubblica e poi capogruppo di Forza Italia in Sala Rossa e assessore regionale. Per non dire di Cristina Seymandi, che neppure i cinque anni trascorsi alla corte dell’amministrazione pentastellata possono cancellare i solidi legami, tramite il padre Roberto, con il mondo berlusconiano.

“Ognuno ha una storia unica in questa città e ognuno di loro porta la sua esperienza e ha scelto di continuare con noi il suo viaggio. Siamo molto diversi l’una dall’altro noi di Torino Bellissima. Abbiamo però una lunga serie di punti in comune che ci uniscono. Vogliamo ricostruire Torino dopo gli anni del centrosinistra e dei Cinquestelle” dice Damilano.

Tra gli imprenditori da segnalare Fulvio Fantolino, erede della nota famiglia delle uova, mentre ci riprova il medico Piero Abbruzzese, cardiochirurgo infantile, già candidato due anni orsono con il centrodestra alle Regionali. Dallo stesso settore, quello vitivinicolo, dell’aspirante sindaco proviene Massimiliano Vallarino Gancia che si butta in politica dopo trent’anni passati a portare le bollicine di famiglia nel mondo. Dalla movida torinese arriva Alessandro Mautino, a lungo gestore del Cacao e oggi a capo dell'Epat di Torino. E mentre c'è chi si lamenta per la carenza di rappresentanza femminile nello schieramento (tra le poche compare la cugina, Silvia Damilano), chissà se sarà Pierlucio Firrao a sopperire alla bisogna, proprio lui, organizzatore di eventi, detto “Pilu” come indica anche nella sua candidatura. Più Pilu per tutti! 
Strategica, infine, la candidatura di Edoardo Platter, nipote dell'ex numero uno di Federfarma Luciano Platter, che s'insinua in una categoria, quella dei farmacisti, mai come in questa competizione corteggiattissima (solo con Damilano corrono in quattro). Particolarmente nutrito anche il drappello di avvocati, otto, tra cui l’ex bambino della pubblicità Kinder Manuel Perga e Alberto Villarboito.

“Puntiamo a una Torino in cui vivere è più facile, dai servizi, alla viabilità, alla burocrazia – prosegue –. Siamo sicuri che con un progetto concreto si farà ripartire il lavoro, elemento fondamentale per migliorare la qualità della vita, per garantire la sicurezza, per attrarre capitali stranieri, per organizzare eventi internazionali”. Facendo leva sulla sua caratura laica e liberale, Damilano promette che con lui a Palazzo civico non ci sarebbe nessun arretramento: “Siamo tutti d’accordo sul fatto che la nostra città non deve fare un solo passo indietro sui diritti e sull’accoglienza e che su entrambi questi temi tuteleremo tutti e non lasceremo indietro nessuno. Non abbiamo dubbi sul fatto che non ci interessano le poltrone e le dinamiche di spartizione della politica, ma che siamo qui per ricostruire Torino. Siamo tutti sognatori, ma facciamo sogni che si chiamano progetti e che hanno l’obiettivo di portare Torino oltre, oltre il grigiore, oltre i no, oltre la crisi, oltre la pandemia”.

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