POLITICA & SANITA'

Liste d'attesa, emergenza ancora tutta da risolvere

Tempi troppo lunghi per visite e interventi. Molti ospedali ancora al palo. Icardi ai vertici Asl: "Usare ogni mezzo disponibile per raggiungere il risultato". Risorse per 35 milioni. Rivetti (Anaao-Assomed): "Difficile trovare specialisti".

Ci sono 35 milioni sul piatto, c’è una sorte di deregulation che permette assunzioni e contratti quasi senza vincoli, c’è pure una task force insediata ai primi di agosto per dare indicazioni e monitorare i risultati. C’è tutto questo e altro ancora, eppure il problema delle liste d’attesa “resta un’emergenza per la sanità piemontese”, come ammette l’assessore Luigi Icardi di fronte a un Piemonte ancora una volta a macchia di leopardo, con ospedali dove i tempi per una visita o un intervento si stanno riducendo e altri in cui “ci sono ancora grosse difficoltà, specie per gli interventi di elezione”, ovvero quelli più complessi. 

Si va a maggio per la prenotazione di una visita allergologica ad Asti, si aspetta ancora di più per farsi vedere dall’oculista in altri ospedali, mentre nelle strutture di alcune aziende, come alla Cuneo1 o alla To4 “i chirurghi devono scendere a fare i turni in pronto soccorso – spiega Chiara Rivetti, segretario regionale del sindacato dei medici ospedalieri Anaao-Assomed – con l’inevitabile conseguenza di dover ridurre gli interventi”.

La coperta è corta, questo lo si sa. Lo era già ancor prima della pandemia che avrebbe ridotto quasi a zero le prestazioni non legate al virus per molti mesi, accumulando una quantità enorme di visite, diagnostica, interventi che è andata ad aggravare in maniera pesantissima una situazione già critica e irrisolta per anni. 

Il personale spesso non è sufficiente a una gestione normale, figurarsi dovendo recuperare centinaia di migliaia di prestazioni. “Tutto il personale è già impegnato al di là del massimo teorico tanto che le ore straordinarie, peraltro non pagate, dei dirigenti medici raggiunge numeri da capogiro”, spiega Rivetti ponendo sul tavolo un ulteriore motivo di criticità: “I medici ospedalieri sono impegnati nella campagna vaccinale che invece di essere a carico del territorio vede coinvolto il personale degli ospedali”. Una situazione quest’ultima che dovrebbe trovare una soluzione, seppure parziale, proprio dai prossimi giorni: “Stiamo effettuando una razionalizzazione degli oltre 400 centri vaccinali per recuperare una parte del personale e tornare ad impiegarlo negli ospedali”, spiega l’assessore che torna a battere sul tasto dell’impiego delle risorse finanziarie da parte delle aziende sanitarie. “Sto continuando a dire ai direttori generali il contrario di quanto dicevo due anni fa: spendete i soldi, usateli per pagare prestazioni aggiuntive, per pagare professionisti che contribuiscano a ridurre i tempi di attesa incrementando visite e interventi, così come per avere l’aiuto della sanità private. C’è chi lo sta facendo e chi, invece, è ancora in ritardo”. 

Quei soldi, per Icardi, sarebbe opportuno spenderli o quantomeno impegnarli tutti entro la fine dell’anno per dare una risposta efficace e necessaria alle richieste dei cittadini. Gli stessi che, purtroppo, non di rado incocciano contro un sistema, come quello del Sovracup, il servizio centralizzato di prenotazione che anziché facilitare l’accesso alle prestazioni sanitarie lo complica. Fioccano ancora le segnalazioni di risposte che rimandano a ospedali o ambulatori molto lontani dalla residenza per avere quel che si richiede. Questo anche se nelle scorse settimane era stato annunciato un protocollo per restringere al massimo a livello di quadrante le prenotazioni per evitare che da Domodossola uno debba andare a fare una visita a Cuneo.

La commissione tecnica guidata da Alessandro Carriero ha tra i suoi compiti anche e soprattutto quello di scongiurare che fatti come quelli appena citati continuino a segnare un percorso già di per sé non facile. Ma la task force deve anche monitorare costantemente le risposte date da ogni singola struttura sanitaria alle indicazioni fornite e, ancor prima, alle richieste che arrivano dai pazienti. Un monitoraggio che ad oggi descrive una situazione per nulla omogenea. 

“Quasi tutti i reparti lamentano carenze di organico, ci sono serie difficoltà già a gestire l’ordinario. Molti ospedali devono coinvolgere i medici specialisti per coprire i turni in pronto soccorso e questo lascia ben immaginare quali siano le conseguenze sulle liste d’attesa”, osserva Rivetti che dalla sua posizione al vertice regionale dell’Anaao-Assomed riceve ogni giorno segnalazioni di difficoltà. C’è poi un aspetto, forse il più complicato da risolvere ma anche quello che rischia di continuare a frenare la macchina cui non manca certo il carburante finanziario: la gestione delle agende degli specialisti. Tra questi ultimi non pochi di coloro che esercitano anche la libera professione hanno tutto interesse a limitare le visite con il servizio sanitario, facendo crescere i tempi di attesa e di fatto inducendo chi non vuole o non può aspettare a mettere mano al portafogli. Per quanto riguarda il privato accreditato, per il sindaco dei camici bianchi “in questo contesto diventa un'alternativa inevitabile per molti pazienti, ma la domanda deve essere governata. È necessario – sostiene Rivetti –che vengano richieste alla sanità privata le prestazioni per le quali  maggiore è l’attesa, anche se il margine di guadagno è minimo”.

Un ulteriore passo in avanti, almeno per quanto concerne la semplificazione e il superamento di oggettive difficoltà, dovrebbe essere fatto con le prenotazioni ambulatoriali in farmacia che, annunciate per lo scorso 15 settembre, con qualche ritardo dovrebbero essere possibili tra pochi giorni. La questione principale e di più difficile soluzione resta comunque quella del personale “e qui ci scontriamo con la carenza, in particolar modo di specialisti”, insiste Rivetti. Una “vera e propria emergenza”, come ribadisce Icardi, quella delle liste d’attesa. E come tale va affrontata, incominciando dalla rapidità con cui ogni azienda sanitaria deve mettere in campo tutti gli strumenti possibili. Ad oggi questo non è ancora avvenuto.

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