PALAZZO CIVICO

Lo Russo: "Così farò ripartire Torino"

Ripresa economica, giustizia sociale e vocazione internazionale della città. Questi sono i tre grandi obiettivi del nuovo sindaco. Nel suo discorso di insediamento il rapporto con i corpi intermedi e le due parole d'ordine della sua amministrazione: merito e competenza

“È un grande onore e una enorme responsabilità. Ci attende una sfida importante, far ripartire Torino, questo è il mandato che ci è stato consegnato. Mettiamoci al servizio per Torino”. Così il neo sindaco Stefano Lo Russo, nel suo discorso di insediamento questa mattina in Sala Rossa.

Per il primo cittadino sono “tre le grandi priorità” della città. È essenziale rimettere in moto Torino attraverso il “lavoro e la ripartenza economica”, due temi che vanno di pari passo con “la giustizia sociale” e quindi la riduzione delle diseguaglianze e l’inclusione. “Abbiamo il compito di ricucire socialmente Torino e far sentire tutti i torinesi davvero protagonisti”. Terza urgenza “far tornare davvero vincente la vocazione internazionale della città ed essere anche protagonisti dell’emergenza climatica e ambientale dandoci obiettivi concreti, verificabili, esempio di come si possa essere un modello virtuoso di sviluppo”.

Il sindaco declina poi un metodo di lavoro che passerà per “l’ascolto e il confronto” che dovranno essere a trecentosessanta gradi. Innanzitutto nei confronti dei cittadini come lui stesso ha dimostrato durante tutta la campagna elettorale. Un modo “per riportare i torinesi ad aver fiducia nelle istituzioni e partecipare alla vita democratica della città”. Ma l’ascolto dovrà essere non solo nei confronti dei cittadini, ma anche “dei corpi intermedi (sindacati e associazioni datoriali) e delle istituzioni, dallo Stato a quelle decentrate come le circoscrizioni in una dinamica corretta di relazioni che rispetta i ruoli e lavora nell’ottica della collaborazione”. Un riferimento neanche troppo velato alla precedente amministrazione e al rapporto spesso burrascoso con i presidenti dei quartieri che, va detto, erano tutti di centrosinistra. A questo proposito il sindaco annuncia che già nei prossimi giorni incontrerà il governatore Alberto Cirio, colui che sarà il suo principale interlocutore in questi anni, viepiù ora che attraverso la Regione arriveranno su Torino una parte dei fondi europei straordinari (Pnrr), oltreché ordinari.

Lo Russo ribadisce anche le due parole d’ordine con cui intende contraddistinguere la sua amministrazione: “merito e competenza”, anche qui un chiaro segno di discontinuità con il mantra dell’uno vale uno caro al Movimento 5 stelle. Una logica, secondo il nuovo primo cittadino da applicare “nelle politiche, nelle scelte delle persone, nell’azione amministrativa”. E per questo una particolare attenzione intende dedicarla alle “risorse umane” a partire da quei quasi diecimila dipendenti comunali che devono essere “rimotivati”, “valorizzati”, anche attraverso la “formazione”. Questo vuol dire “investire sulle competenze interne che la pubblica amministrazione ha a disposizione”. Lo Russo dedica un passaggio ad hoc all’innovazione, “nelle idee, nelle consuetudini”. “È vero che si è sempre fatto così ma è vero anche che si può fare in un altro modo”, giacché “viviamo in una società, in un mondo che sono in continuo cambiamento”.

Una città che dovrà camminare sulle gambe delle persone (le risorse umane), sfruttare al meglio i quattrini che arriveranno per gli investimenti (risorse economiche pubbliche e private) e che dovrà sapere ricreare su basi nuove quella rete di relazioni che nella sua degenerazione finale prese il nome di Sistema Torino, “un tessuto sociale capace di tornare a fare sistema, a partire dal Pnrr. Non possiamo perdere tempo, neanche un secondo”. Per questo, conclude “la porta del sindaco sarà sempre aperta”, ai cittadini cui chiede di stargli vicino, alle minoranze di cui auspica la collaborazione, alle forze economiche e sociali perché costruiscano “una rete solida di progetti e idee”.

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