LOTTA AL COVID

"Correre verso la terza dose. 
Folle ridurre gli hub vaccinali"

Il commissario Rinaudo stronca i tentativi in alcune Asl di chiudere o ridimensionare i centri vaccinali. Il Piemonte è in una situazione migliore rispetto ad altre regioni, ma va preservata. Lunedì arriva il generale Figliuolo. L'assessore Icardi: "Tenere alta la guardia"

“Nessuno si sogni di ridurre, tantomeno chiudere, l’attività dei centri vaccinali. Con una situazione di 386 nuovi contagi e l’Rt quasi a 1,20 bisogna rafforzare la campagna vaccinale, altro che ridurne la potenzialità”. Parole che non lasciano spazio ad interpretazioni quelle del commissario regionale alla vaccinazione Antonio Rinaudo

A due giorni dall’annunciato arrivo in Piemonte del generale Francesco Figliuolo, l’ex magistrato da mesi impegnato a coordinare il sistema vaccinale su tutto il territorio piemontese sgombra il campo da voci e spazza via progetti di qualche Asl intenzionata a tagliare il servizio vaccinale o, addirittura, a chiudere alcuni hub proprio mentre la necessità di intensificare l’immunizzazione è ulteriormente giustificata dal rischio di un deciso aumento dei casi. “Bisogna aprire a tutte le possibilità di vaccinazione, altro che chiudere”, rincara l’ex pm che davanti a una situazione che vede il Piemonte messo decisamente meglio di molte altre regioni, sia sotto il profilo dell’immunizzazione sia per quanto riguarda la diffusione del virus, tiene la barra dritta e traccia una rotta che non ammette deviazioni.

Dunque sarà difficile, per non dire impossibile, che si tramutino in atti le intenzioni da più parti segnalate di alcune Asl di ridimensionare i servizi vaccinali. Se, come pare, qualcuno aveva in mente di chiudere o ridurre la potenzialità dei centri di Valenza e Ovada, solo per citarne un paio in provincia di Alessandria, le disposizioni chiare e inequivocabili di Rinaudo  non lasciano spazio a interpretazioni o, peggio, a giochetti sull’impiego del personale medico e infermieristico.

La capillarità della campagna vaccinale, con hub distribuiti sul territorio è uno degli aspetti su cui lo stesso assessore alla Sanità Luigi Icardi ha tenuto il punto fin dall’inizio, è uno degli elementi di forza in Piemonte. “Va bene razionalizzare l’utilizzo del personale – osserva Icardi – ma dobbiamo intensificare il più possibile l’immunizzazione della nostra popolazione, rafforzando con a terza dose coloro che si sono già vaccinati, seguendo le fasce di età e di categorie previste”. Il non detto si riferisce a quella parte di popolazione che del vaccino non ne vuole proprio sapere. Si è tentato in tutti i modi, anche con gli incentivi ai medici di famiglia per convincere i più riottosi. Di fronte a un  muro, oggettivamente inscalfibile, di No Vax non resta che, forti di più di un’autorevole indicazione della comunità scientifica, proteggere ulteriormente coloro che hanno opportunamente deciso di ricorrere al vaccino. Il bollettino di ieri attestava come l’86% dei pazienti Covid ricoverati negli ospedali del Piemonte non è vaccinato.

Inoltre, da lunedi prossimo le persone vaccinate all'estero con un vaccino non autorizzato da Ema potranno ricevere una dose di richiamo con vaccino a MRna (Pfizer o Moderna), a partire da 28 giorni e fino ad un massimo di 6 mesi dal completamento del ciclo primario. La Regione Piemonte ha informato le aziende sanitarie, fornendo le disposizioni operative. Sempre da lunedì è previsto l'accesso diretto presso gli hub vaccinali anche per gli over 18 anni vaccinati con Johnson & Johnson che hanno ricevuto la monodose da almeno 6 mesi e potranno effettuare il richiamo con un vaccino a MRna. Provvedimenti e segnali inequivocabili che indicano come la via del rafforzamento della protezione data dal vaccino sia l’unica percorribile. “Siamo in una situazione di rischio – ricorda il commissario Rinaudo – e non possiamo abbassare la guardia”. Altro che ridurre o addirittura chiudere centri vaccinali quando bisogna correre senza sosta verso la terza dose.

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