SPORT & POLITICA

Malagò socchiude la porta a Torino: Olimpiadi no, altri grandi eventi sì.
Strigliata alla smemorata Appendino

Il capoluogo piemontese è ormai "fuori tempo massimo" per la kermesse a cinque cerchi di Milano e Cortina. Ma il presidente del Coni si mette a disposizione per favorire l'approdo di altre manifestazioni internazionali, dal basket alla canoa

Neanche il presidente del Coni Giovanni Malagò arriva in soccorso di Torino e delle sue montagne, pronte a tornare in pista per ospitare almeno un pezzetto delle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026. Il numero uno dello sport italiano si mette nella scia del sindaco di Milano Giuseppe Sala e lascia poche speranze: “Abbiamo un masterplan con cui si è vinto, questo masterplan deve prevedere l’unanimità dei soci e azionisti per essere modificato – ha affermato Malagò al termine dell’incontro con il sindaco Stefano Lo Russo e l'assessore allo Sport Mimmo Carretta –. Onestamente siamo fuori tempo massimo, questo è sicuro. Poi nella vita, soprattutto nel nostro paese, ci sono spesso dei fattori che prescindono da queste considerazioni”.

Insomma, Torino è “fuori tempo massimo” per rientrare nel dossier olimpico, ma è un bene che si sia resa disponibile a ospitare alcune gare: tornerà utile se qualcosa dovesse andare storto, visti i ritardi dell’Agenzia per i Giochi Milano-Cortina 2026. È questo il concetto espresso da Malagò che in questo momento non vuole aprire un fronte con la città di Milano e la Regione Veneto, i cui vertici hanno già fatto sapere di non avere alcuna intenzione di far salire Torino sul treno in corsa. Il presidente del Coni ripete più volte: “Il dossier è chiuso, il masterplan è chiuso e il Cio (Comitato olimpico internazionale) l’ha approvato”, poi però conferma le difficoltà nel comitato organizzatore: “C'è piena consapevolezza del grande ritardo con le attività dell’Agenzia, ma non sono le persone il problema” quanto piuttosto le procedure, lascia intendere Malagò. Fatto sta che Milano e Cortina arrancano.

Dal capo dello sport italiano arriva apprezzamento per la disponibilità di Torino: “Mi sembra un segnale importante, una precisa volontà di provare ad esserci rispetto alla scelta della passata amministrazione”. Una frecciatina a Chiara Appendino e alla sua maggioranza, con cui i rapporti sono sempre stati burrascosi (basti pensare alla stravagante richiesta di dimissioni avanzata dall'allora consigliere pentastellato Damiano Carretto proprio mentre si discuteva del dossier olimpico e della partecipazione di Torino). Con Lo Russo, invece, parrebbe essersi instaurata una sintonia. I due, infatti, avrebbero anche discusso di altri grandi eventi sportivi sul territorio torinese per i quali Malagò si è detto disponibile a lavorare: su tutti si è parlato dei Mondiali di canoa, vista anche la grande tradizione remiera di Torino, e di una manifestazione internazionale di basket. Insomma, se per le Olimpiadi il tempo è ormai scaduto per altre grandi manifestazioni la corsa è appena iniziata.

Infine si toglie ancora qualche sassolino dalla scarpa nei confronti della ex sindaca Appendino: «Non ricorda come sono arrivate le Atp Finals a Torino? – dice Malagò – È una cosa che mi dispiace». Poi torna su quei giorni convulsi in cui la città aveva appena rinunciato alle Olimpiadi: «Io chiamai Appendino personalmente e le dissi “posso darti un consiglio, perché non ti candidi per ospitare le Atp Finals?”. Lei mi disse: “Spiegami bene cosa sono, di che cosa stiamo parlando”. Io glielo spiegai bene, lei mi disse allora te ne vengo a parlare. Dopo una settimana lei prese un treno, doveva arrivare alle 18, ma quel giorno ci fu una forte nevicata e lei arrivò alle 10 di sera. Io rimasi in ufficio ad aspettarla con Diego Nepi (attuale dg di Sport e Salute, ndr) e parlammo. Poi lei in primis e la Fit altrettanto sono stati molto bravi. Detto questo dispiace che non si ricordi la genesi che è solo ed esclusivamente una mia idea. Questo è storia». Intanto, però, Appendino è diventata vicepresidente della Federtennis, che rappresenta una enclave contro Malagò nel panorama delle federazioni ed enti del Coni. E forse è stato quello il momento in cui si è dimenticata del numero uno dello sport italiano.

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