PIAZZA CASTELLO

Regione, tagliando targato Lega

Riguarderà quasi esclusivamente la delegazione del partito di Salvini il rimpasto cui sta lavorando Cirio d'intesa con il segretario del Carroccio Molinari. L'Agricoltura al vicepresidente Carosso che domani accoglierà a pranzo la falange novarese. Traballano Icardi e Caucino

Tutti gli attuali assessori della giunta di Alberto Cirio arriveranno a mangiare il panettone. Per l’anno nuovo dipenderà dall’impasto. Anzi, dal rimpasto. Ci sarà quel rimaneggiamento della sua squadra, più volte informalmente annunciato e palesemente auspicato dal governatore? 

Fonti vicine a piazza Castello tendono ad accreditare l’ipotesi che questa sia la volta buona e che, doppiata la boa delle elezioni comunali torinesi (e novaresi, con risultati diametralmente opposti per quanto riguarda i vincitori) l’eufemistica verifica o tagliando di metà mandato potrebbe effettuarsi e risolversi subito dopo aver stappato le bottiglie. Tempi strettissimi che, per essere rispettati, dovrebbero vedere un percorso all’interno del centrodestra senza intoppi.

Se così sarà, potrebbero concretizzarsi quei segnali che si tornano a cogliere dopo un periodo in cui la questione sembrava non certo archiviata, ma non in cima all’agenda di Cirio. Le poltrone su cui si concentrano le ipotesi sono sostanzialmente sempre quelle, anche se non si escluderebbero ulteriori allargamenti. Un’accelerazione verso un cambio di titolare - tra l’attuale Marco Protopapa e il suo compagno di partito, la LegaFabio Carosso – si profilerebbe per la delega all’Agricoltura. Settore importante per un territorio come quello piemontese, competenza ricca sul fronte dei fondi europei e materia con un notevole potenziale di sviluppo nel panorama dell’economia regionale, l’Agricoltura era stata affidata all’atto della composizione della giunta al leghista di Acqui Terme.

E questo nonostante chi avesse improntato la sua campagna elettorale per quella delega fosse stato l’ex sindaco di Santo Stefano Belbo e già presidente dei Comuni del Moscato, Luigi Icardi poi chiamato a quell’importante e pesante ruolo di governo della Sanità nel quale, non è mistero né una novità, Cirio vorrebbe qualcun altro.

Protopapa non parte con il piede giusto: nomina due consulenti, Carlo Ricagni e Valter Parodi, entrambi ex dirigenti di associazioni di categoria, il primo della Confederazione italiana dell’agricoltura il secondo di Confagricoltura. La più grande e diffusa associazione, la Coldiretti, non la prende affatto bene. L’assessore proverà a metterci una pezza, ma i rapporti con gli stakeholder del settore non saranno, fino ad oggi, indenni da qualche problema. Anche per questo e per rafforzare il settore, si fa strada l’idea di un passaggio della delega al vicepresidente della Regione Carosso. A Protopapa potrebbe andare l’urbanistica, ma questa è un’ipotesi che potrebbe tradursi anche al ribasso in un ritorno dell’acquese sui banchi del Consiglio regionale. Eventualità che Protopapa, leghista militante di lunga data, potrebbe accettare senza creare problemi in un partito dove è conosciuta la sua lealtà e spirito di servizio. 

Tra l’altro, nei ragionamenti fatti da Cirio con il segretario regionale della Lega, Riccardo Molinari sarebbe pressoché sparita la pregiudiziale della rappresentanza territoriale in giunta, venendo considerata bastevole quella a palazzo Lascaris.

Rispetto ai rumors (e qualcosa di più) dei mesi precedenti, si profila una new entry nel novero dei “traballanti” ed è, ancora una leghista, ovvero Chiara Caucino, titolare delle Politiche della famiglia e Welfare. Nei suoi confronti dal gruppo leghista non sono rare le lamentale di difficoltà di rapporti e, soprattutto, c’è il dente avvelenato del consigliere suo conterraneo biellese Michele Mosca. Epici gli scontri della Caucino nel perenne derby della lana con la collega di Fratelli d’Italia Elena Chiorino e un’uscita della prima finirebbe con rafforzare sul territorio la seconda. E questo è un aspetto che finirà sul tavolo, soprattutto del Carroccio. 

La Lega ha nella plancia di comando della Sanità il suo uomo al centro del mirino di Cirio ormai da molto tempo. Ormai non si contano più i segnali di insofferenza che da piazza Castello sono usciti da oltre un anno a questa parte, più o meno volontariamente, verso l’inquilino di corso Regina Margherita. Quella della poltrona di Icardi che scricchiola è una storia più che datata, ma non per questo messa nel cassetto dal governatore. Il casus belli, che pure in passato c’è stato, non è mai stato utilizzato da Cirio. Quando ci è andato vicino, la Lega almeno formalmente ha difeso il suo uomo in prima linea sull’emergenza Covid, al quale il governatore ha “affiancato” più di un organismo, a partire dal Dirmei, non riuscendo a nascondere l’intento (anche se magari non il principale) di commissariare e logorare Icardi. 

Nel caso che il vertice regionale del partito desse il suo via libera alla giubilazione (peraltro con l’effetto collaterale di far segnare una sorta di vittoria al Pd e a LeU che in questi giorni e specialmente in alcune province stanno accentuando gli attacchi allo stesso Icardi) i nomi per la successione sembrano essere sempre i soliti. Uno è quello di Riccardo Lanzo, consigliere novarese già preallertato più di una volta da Cirio, ma fino ad oggi rimasto in tribuna dopo essersi riscaldato a bordo campo. L’altro, dato con maggiori chance rispetto a mesi fa, è quello dell’attuale presidente della commissione sanità Alessandro Stecco. Il medico radiologo, professore associato all’Università del Piemonte Orientale dove è nota la sua legittima ambizione di proseguire nel cursus accademico, era l’assessore alla Sanità in pectore già prima della vittoria del centrodestra e nei giorni in cui si incominciava a ragionare della composizione della giunta. Qualcosa, però, ha impedito che si verificasse quel che tutti (compreso lo stesso Icardi che immaginava per sé l’Agricoltura) davano quasi per scontato. Se qualcosa, a partire dalla decisione del diretto interessato (ma non solo), allora ha suggerito un’altra soluzione rispetto a quella di affidare a Stecco la sanità, oggi quei motivi sono venuti meno oppure persistono ancora? Anche da questo potrebbe dipendere la solidità di Icardi nel suo ruolo, sempre considerando che il rimpasto Cirio decida di farlo, situazione pandemica ed emergenza sanitaria permettendo.

Non ancora il panettone, ma proprio il rimpasto sarà il piatto principale sul tavolo alla Ciau del Tornavento tra i vigneti di Barolo e Barbaresco di Treiso, dove domani si attovaglierà la falange leghista novarese, ovvero l’ex sindaco e già assessore regionale Massimo Giordano, il rieletto primo cittadino Alessandro CanelliRiccardo Lanzo e il fratello Raffaele, neo assessore a Palazzo Cabrino. Capotavola Carosso, proprio nel borgo langarolo dove Beppe Fenoglio ha ambientato Una questione privata e dove qualche mese fa, era febbraio, la stessa allegra compagnia venne immortalata a favor di social.

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