RETROSCENA

Cuneo, sfuma il listone Draghi.
Borgna prenota la Fondazione

Fallisce il tentativo di dar vita a una maggioranza extra-large con tutti dentro, dal Pd alla Lega, per il rinnovo del Consiglio provinciale. Fratelli d'Italia minaccia ritorsioni in Regione costringendo Cirio a fare retromarcia. Il sindaco uscente manovra per succedere a Genta

Governare la Granda con una maggioranza copia-incolla di quella che sostiene il governo di Mario Draghi. L’idea sarebbe, da sé, già stata una notizia. Che, invece, è un’altra: la più che grosse koalition, il tutti dentro meno Fratelli d’Italia (e i Cinquestelle per la loro irrilevanza nei Comuni del territorio), si è sciolta ancor prima di prendere forma. Per comprendere meglio quel che sta succedendo e quel che pareva dover accadere in vista del rinnovo del consiglio provinciale di Cuneo serve ricordare che questo appuntamento elettorale è sfalsato rispetto alla data in cui si dovrà eleggere il nuovo presidente dell’ente, ovvero il successore dell’attuale che è il sindaco del capoluogo Federico Borgna, al suo secondo mandato e dunque non più rieleggibile alla guida della città.

Proprio da Borgna era arrivata una ipotesi per superare questa anomalia: ricandidare e riconfermare gli attuali consiglieri (forse, eccetto un paio) con l’impegno a dimettersi nel giro di sei mesi per rinnovare il consiglio contestualmente all’elezione del presidente. Un impegno tutt’altro che facile da garantire, ma c’è di più: il sindaco, d’accordo con Alberto Cirio e una parte significativa del centrodestra avrebbe (avuto?) in animo di dare vita proprio a quella maggioranza Draghi che, invece, pare essere svanita.

Oltre al presidente della Regione (rappresentato nelle trattative da un suo fedelissimo, quale il senatore Marco Perosino) a sostegno dell’idea del sindaco di Cuneo c’è anche il numero uno della Lega cuneese, anch’egli senatore, Giorgio Maria Bergesio per nulla attratto dall’idea di una conta, vista la transumanza di non pochi amministratori locali dal suo partito verso quello di Giorgia Meloni. Il progetto di una coalizione con fuori Fratelli d’Italia (con il veto al loro ingresso da parte della deputata del Pd Chiara Gribaudo, ma non solo), ovviamente non poteva che far scatenare questi ultimi con facilmente immaginabili ripercussioni anche sul governo regionale i cui segnali sono stati fatti arrivare ben chiari proprio a Cirio. 

A questo punto lo scenario che si profila è quello di tre liste: una di centrosinistra, una di centrodestra, ma anche una terza di cui circola già il nome che non lascia dubbi: Granda in Azione. D’accordo alla maggioranza Draghi, ma dovendo realisticamente prendere atto dell’impossibilità a proseguire su quella strada, Enrico Costa, passato da Forza Italia proprio alla formazione di Carlo Calenda potrebbe essere con la sua formazione l’ago della bilancia del futuro governo provinciale. Il parlamentare monregalese, già ministro, il cui intervento sulla giustizia sabato è stato molto applaudito alla Leopolda di Matteo Renzi, venerdì accoglierà Calenda al teatro Toselli per la presentazione del Manifesto di Azione. Molti osserveranno quell’evento come indicatore di quel che il politico di Mondovì potrà muovere (e come) nelle prossime elezioni amministrative del capoluogo.

Cuneo laboratorio di nuove alchimie? Possibile, si fa notare negli ambienti vicini a Costa, soprattutto se il Pd non farà giochetti e mantiene i patti. La lista che fa riferimento all’ex ministro, “Centro per Cuneo” è pronta per correre, anche se ancora resta il problema del candidato sindaco. L’attuale avrebbe ricevuto l’incarico di fare scouting, tutti escludono l’ipotesi di Patrizia Manassero e si farebbe spazio l’idea di una figura civica.

Sullo sfondo e dopo gli appuntamenti elettorali, di Provincia e Comune, si staglia un altro passaggio di estrema importanza per la Granda: il futuro vertice della Fondazione Cr Cuneo. Per il ruolo di Giandomenico Genta, dal quale è tenuto ormai da mesi lontano per ragioni di salute, si fa con insistenza proprio il nome di Borgna. Anche se il sindaco in alcune conversazioni non esclude l’idea di una sua possibile candidatura alla presidenza della Regione, sarebbe quella della cassaforte del territorio il reale obiettivo. Anche in questo caso tra Borgna e Cirio ci sarebbe più di un’intesa, che riguarderebbe in particolare la turnazione geografica che segna le nomine a presidente, tra Alba, Cuneo e il Monregalese.

Come già prospettato nelle settimane scorse dallo Spiffero si farebbe largo l’ipotesi di una prosecuzione dell’interim affidato al vicepresidente monregalese Ezio Raviola, per il restante periodo nel caso Genta non possa tornare a svolgere il suo ruolo. In questo modo, tra un paio d’anni scatterebbe il turno per Cuneo. Con Borgna ovviamente pronto. Di questo, oltre della modifica dello statuto che attualmente non è contemplata la decadenza dalla presidenza per gravi motivi, si sarebbe parlato in un incontro riservatissimo tra i tre sindaci, di Alba, Carlo Bo, Mondovì Paolo Adriano e di Cuneo Borgna. Incontro al quale ha partecipato il presidente della Fondazione Crt Giovanni Quaglia. Un advisor d’eccezione?

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