LOTTA AL COVID

Super hub e chiamata con sms, sprint per la terza dose

Accelera la macchina vaccinale in Piemonte. Non è più necessaria la prenotazione, sarà la Regione a fissare l'appuntamento in vista dello scadere del quinto mese dalla seconda somministrazione. Un mega centro in ogni Asl. Potenziate le cure domiciliari

Attivazione di un super hub vaccinale capace di garantire almeno 500 inoculazioni al giorno in ogni Asl, riattivazione del centri privati e aziendali, rispristino degli open day settimanali, ulteriore impegno dei medici di famiglia e delle farmacie, sforzo massimo per tutti gli hub sul territorio.

Una macchina vaccinale, quella predisposta con importanti innovazioni e modifiche anche per quanto riguarda il sistema di convocazione, che dovrà essere in grado dai prossimi giorni di garantire non meno di 30mila somministrazioni di terze dosi al giorno su tutto il territorio piemontese. Dopo cinque ore di riunione, la prima parte dedicata a spegnere la rivolta dei direttori generali (come annunciato dallo Spiffero), il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Icardi annunciano i nuovi criteri della campagna vaccinale resi necessari per rispondere ala gran mole di richieste di terze dosi, aumentate e che aumenteranno ancora di molto dopo l’introduzione del Super Green Pass e l’allargamento della platea degli obbligati al vaccino.

Il cambiamento più importante e che riguarda direttamente i cittadini è quello del sistema che passa dalla prenotazione alla chiamata. Non sarà più necessario, anzi neppure possibile, prenotare la vaccinazione, ma a chi rientra nel novero di coloro che trascorsi i cinque mesi dalla seconda dose possono ricevere la terza sarà avvertito con un messaggio sul telefono della data e dell’ora nonché del centro vaccinale in cui sottoporsi all’iniezione. Chi ha già fatto la prenotazione fino ad oggi sul portale, la vedrà confermata. Per tutti gli altri bisognerà attendere l’sms, che arriverà seguendo un criterio di priorità per condizioni cliniche ed età, partendo ovviamente dagli anziani.

Le slide della campagna vaccinale in Piemonte

Accesso diretto, senza prenotazione, per le categorie obbligate al vaccino, come sanitari, forze di polizia e e personale scolastico. Stessa corsia preferenziale per chi ha il Green Pass prossimo alla scadenza. “Vogliamo continuare a rimanere in vetta alla classifica con prestazioni eccellenti nella campagna vaccinale” ha ribadito Cirio ricordando come sia dell’82,5 la percentuale dei piemontesi già immunizzati con due dosi, ma anche sottolineando come siano ancora mezzo milione i piemontesi non vaccinati. Un numero sostanzialmente simile, 570mila, è quello di coloro che, soprattutto fragili, anziani e personale sanitario, hanno già ricevuto la terza dose. 

Una macchina, quella vaccinale, che deve tornare in fretta ad accelerare e macinare quante più dosi possibili. Per farlo, ovviamente, è necessario più personale di quanto sia stato impiegato nelle ultime settimane. Molti medici e soprattutto infermieri dovranno essere ritrasferiti negli hub, senza per questo penalizzare il sistema ospedaliero. Impresa non facile. “I numeri, soprattutto dei ricoveri non in terapia intensiva sono in costante crescita e la soglia di allarme del 15% può non essere così lontana” ha spiegato Icardi. Per questo servono, anche in questo caso, iniziative rapide e concrete. “Dobbiamo rafforzare il sistema delle cure domiciliari che in Piemonte ha un protocollo riconosciuto di altissima validità dalle altre regioni, che però deve essere applicato in maniera estesa e capillare”.

Per questa ragione è stato istituito un gruppo di lavoro e monitoraggio affidato all’attuale direttore sanitaruo dell’Asl di Biella Claudio Sasso che nel suo precdente ruolo di dirigente del distretto di Acqui Terme e Ovada aveva avviato, insieme a un gruppo di colleghi, la fase sperimentale di quello che sarebbe diventato il protocollo regionale. “Tutte le Asl devono essere nelle condizioni di applicarlo e con un sistema informatico del Csi monitoreremo gli accessi ai Pronto Soccorso, le terapie domiciliari e i ricoveri in maniera da accentuare questa medicina del territorio e – ha sottolineato Icardi –  non gravare con ricoveri evitabili di pazienti Covid un sistema che deve continuare a dare risposte a tutte le altre patologie”.

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