LAVORO

I navigator (futuri disoccupati) non sbarcheranno in Regione

Il Piemonte chiude le porte all'ipotesi di assumere i circa 170 trovalavoro (che lo hanno trovato solo per loro). Resteranno dipendenti Anpal fino ad aprile. Chiorino: "Non possiamo caricarli sulle spalle dei piemontesi. Se vogliono facciano i concorsi"

La Regione non sarà il porto d’approdo per i navigator. “Dopo aver respinto il primo tentativo, non accetteremo certamente di farci carico di figure professionali che, anche non per responsabilità loro, si sono rivelate del tutto inutili”. Elena Chiorino, assessore regionale al Lavoro, non pone il minimo dubbio sulla decisione di non assumere neppure uno dei circa 170 navigator assegnati al Piemonte, quando per loro terminerà anche l’ulteriore proroga dei contratti in essere con l’Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro.

L’ultima versione del provvedimento ribattezzato “salva navigator” prevede il mantenimento fino al 30 aprile in capo all’agenzia di coloro che avrebbero dovuto trovare il lavoro ai percettori del reddito di cittadinanza, poi la palla passerà alle Regioni, ma solo se lo vorranno. Potranno subentrare all’Anpal, come datori di lavoro dei navigator, senza però essere obbligate. “Non se ne parla proprio”, taglia corto Chiorino. “Il governo non può pensare di scaricare la questione sulle Regioni, quando queste da subito hanno detto che questo sistema non funziona. I navigator anziché risolvere un problema si sono presentati e confermati come un’ulteriore criticità da gestire”. L’assessore di Fratelli d’Italia espone una posizione netta della Regione di fronte a quella che definisce “una follia”, ovvero l’istituzione di queste figure di tutor annunciate con squilli di tromba dal Cinquestelle, allora al governo con la Lega che digerì pure l’arrivo dal Mississippi al vertice di Anpal di Mimmo Parisi il padre dei navigator che viaggiava in business e stava più in America che in Italia, da cui finalmente sarebbe partito senza biglietto di ritorno solo con l’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi.

Sono rimaste, però, le sue creature, quei laureati che il lavoro lo avevano trovato sì, ma solo per loro e non certo per chi avrebbe dovuto percepire il reddito di cittadinanza nell’attesa di un’occupazione. Lo scorso febbraio CgilCisl e Uil avevano organizzato un presidio in piazza Castello a supporto dei navigator preoccupati per il loro futuro, legato alle decisioni del governo all’epoca da poco insediato. I sindacati avevano chiesto che  Anpal non solo prorogasse i contratti fino ad aprile 2022, ma anche che questi lavoratori diventassero “un’importante risorsa in un'ottica complessiva di riforma del lavoro”. L’esito del lavoro di coloro che avrebbero dovuto cercarlo per altri “è stato soltanto aggiungere costi e costi senza alcun risultato”, osserva Chiorino.

“Noi andremo avanti con i concorsi per reperire personale per i centri per l’impiego che hanno già portato ad avviare le procedure per le prime 134 assunzioni e stiamo preparando il bando per la copertura di ulteriori 166 posti. Se chi tra i navigator ha titoli e caratteristiche per partecipare, ovviamente lo potranno fare. Ma questa è cosa ben diversa dall’accollarsi da parte della Regione dei contratti a termine stipulati all’epoca da Anpal”. La linea di condotta del Piemonte, di fronte all’opportunità data dal “salva navigator” è chiara: “Ci sono dei concorsi, vi partecipino. Altrimenti cosa facciamo, un’alternativa al reddito di cittadinanza caricando sulle spalle dei piemontesi – osserva l’assessore – i navigator la cui missione non ha prodotto il minimo risultato?”. 

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