POLITICA & SANITÀ

Parco della Salute, si accelera.
"Ora un piano per le Molinette"

Mentre prosegue l'iter per l'assegnazione del dialogo competitivo sull'opera, parte la cabina di monitoraggio tra Comune, Regione e Università per dare corpo a un progetto complessivo. Primo impegno: riconvertire il vecchio complesso e usare le arcate ex Moi

A maggio la presentazione dei progetti da parte dei due gruppi concorrenti, entro settembre l’assegnazione dell’opera, prima della fine dell’anno la posa della prima pietra. E nel 2027, dopo cinque anni, Torino avrà finalmente il nuovo Parco della Salute. L’assessore alla Sanità della Regione Luigi Icardi ha confermato il cronoprogramma che porterà alla realizzazione dell’opera durante la riunione della cabina di monitoraggio alla quale oggi hanno partecipato anche il sindaco di Torino Stefano Lo Russo – con gli assessori Jacopo Rosatelli e Paolo Mazzoleni – i rettore Stefano Geuna e Guido Saracco, il direttore della Città della Salute Giovanni La Valle e il governatore Alberto Cirio, collegato da Roma dov’è impegnato per l’elezione del Capo dello Stato. Ma proprio ora che l’iter amministrativo del nuovo super-ospedale, che sorgerà nell’ex Fiat Avio, è in dirittura d’arrivo (entro l’autunno dovrebbero anche concludersi i lavori di bonifica dell’area) l’attenzione delle istituzioni è rivolta alle Molinette. Quale sarà il destino del principale ospedale torinese? Fino a oggi, a parte una buona dose di idee e buoni propositi, non c’è un progetto sul riutilizzo di quel gigante di cemento, costruito nel 1935 e ormai prossimo al pensionamento prima di compiere un secolo di vita.

“È il momento di ripensare non solo l’assistenza ma anche altre funzioni che includano ricerca, trasferimento tecnologico e scientifico e la didattica” spiega il primo cittadino, il più interessato a far convergere le Molinette all’interno di un progetto complessivo che riguarda il nuovo Parco della Salute. Tra le ipotesi sul tavolo c’è la trasformazione di una parte del nosocomio in residenze per studenti così da rafforzare la missione del nuovo polo ospedaliero nel settore della ricerca e la stessa vocazione universitaria di Torino. Ma allo stesso tempo l’amministrazione intende ridurre i volumi dell’edificio e restituirne una parte alla città sottoforma di verde o servizi ai cittadini. “Vogliamo essere  accanto alla Regione in tutto il processo decisionale” prosegue Lo Russo che annuncia l’intenzione di reinserire nel progetto gli spazi delle Arcate Moi da convertire per la didattica e servizi agli studenti.

Insomma, fatta eccezione per il nuovo nosocomio che vedrà la luce nell’ex Fiat Avio ancora nulla è stato definito. E a mancare sono quei pezzi destinati a residenziale, didattica, servizi, ricerca che dovrebbero fare della nascente struttura qualcosa di più di un grande ospedale. Un lavoro di programmazione che dovrà essere avviato in parallelo per evitare che il nuovo Parco della Salute si riveli una cattedrale nel deserto. Per fare “presto e bene”, tanto per prendere a prestito un mantra particolarmente caro a Cirio, si è anche discusso dell’ipotesi di allestire una struttura tecnica di missione in grado di procedere senza intoppi a un progetto complessivo. Il sindaco ha anche prospettato l’ipotesi di un super commissario che tuttavia sarà, eventualmente, ridiscussa solo dopo la chiusura del dialogo competitivo. “Attenzione però – è stato il monito di Cirio e Icardi – evitiamo che nei prossimi questi cinque anni le Molinette diventino una bad company del nuovo ospedale perché intanto la gente continuerà a necessitare di cure e dunque l’ospedale va preservato”.

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