FIANCO DESTR

Centrodestra a pezzi sulle poltrone, Cirio (e Lega) nel mirino di FdI

Dopo mesi di tensioni oggi la maggioranza va in frantumi sul voto dell'ufficio di presidenza del Consiglio. Il partito della Meloni non vota Allasia e attacca alleati e governatore: "Ci saranno ripercussioni. D'ora in poi valuteremo di volta in volta la nostra posizione"

“Comportamento politicamente scorretto e gravissimo sotto il profilo istituzionale da parte dei cosiddetti alleati”. Le parole di Paolo Bongioanni, capogruppo di Fratelli d’Italia, sull’irrisolta questione dei posti all’interno dell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale segnano quella che, cogliendo la palla al balzo un altro capogruppo, quello del Pd Raffaele Gallo, definisce “l’esplosione della maggioranza”.

Cambiando all’ultimo momento la strategia, accantonando l’ipotesi di votare lo stesso Bongioanni alla presidenza in opposizione al leghista Stefano Allasia, il partito di Giorgia Meloni arriva al momento della votazione chiedendone il rinvio. “Se non verrà concesso, noi non parteciperemo al voto”, avverte Bongioanni, così come qualche minuto prima era avvenuto sul voto del rappresentante nel teatro Regio. Bongioanni alza però il tiro e pronuncia parole che sono non solo minacciose ma sembrano preludere a un'uscita dalla maggioranza (nelle forme ancora tutte da verificare: appoggio esterno?). “Agiremo nelle vie legali per accertare se il sistema di voto attraverso posta certificata è legittimo”. Una mossa che troverebbe ragione, per FdI, anche in una voce circolata nelle ultime ore che avrebbe voluto qualche dirigente di partito aver ipotizzato prove fotografiche delle schermate di voto. Boatos? Probabilmente sì. Ma questo è il clima interno alla coalizione.

Certo è che e il muro contro muro tra FdI e quelli che il loro capogruppo definisce “cosiddetti alleati” non è per nulla venuto meno, neppure nei contatti delle ultime ore tra le forze della maggioranza che arriva in aula (sia pure virtuale) con una parte di essa che annuncia una sua posizione per il prosieguo della legislatura certo non all’insegna della coesione, tutt’altro. “Voteremo provvedimenti valutandoli di volta in volta, se li condivideremo daremo il nostro consenso altrimenti no”. Un annuncio che fa ben comprendere come sia altissima la tensione nel centrodestra, dalla quale non esce indenne neppure il governatore Alberto Cirio finito anch’egli nel mirino di Bongioanni per la sua condotta dell’opossum, che non ha rinunciato a definire questa prima metà della legislatura segnata da “lentezza e stagnazione”. Non è dato sapere che cosa abbia fatto cambiare linea a FdI, annunciata dal loro coordinatore regionale Fabrizio Comba, rinunciando a votare il capogruppo, chiedendo invece la sospensione dell’elezione, anche se il sospetto che di fronte a un mancato “gioco di sponda” da parte delle minoranze abbia fatto tirare i remi indietro ai Fratelli d’Italia.

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