POLITICA & SANITA'

Asl, aumenta la paga dei direttori:
"Ma devono spendere meglio"

Il Piemonte riduce il divario retributivo rispetto alle altre regioni. Icardi: "Necessario per attrarre manager migliori ed evitare fughe". Incrementi del 7%. Da corso Regina richiamo ai vertici aziendali sui bilanci preventivi. Oggi in giunta il Pnrr sanitario, poi in Consiglio

Guadagneranno di più, ma dovranno fare maggior attenzione nel prevedere le spese. Un po’ bastone (leggero) e un po’ carota per i direttori generali delle aziende sanitarie piemontesi. Ieri l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, spulciando le bozze dei bilanci di previsione ha aggrottato più volte i sopraccigli. Oggi lo stesso assessore porta in giunta la delibera che aumenta di circa il 7 per cento gli stipendi dei vertici di Asl e Aso e dei loro direttori amministrativi e sanitari. 

“Il Piemonte, insieme alla Basilicata, ha gli stipendi dei direttori generali più bassi di tutti il Paese. Questo ha creato e crea un problema di scarsa attrattività e di fuga verso altre regioni”, spiega Icardi che non ha certo bisogno di cercare supporto alla sua tesi. Ormai da anni le aziende sanitarie piemontesi rappresentano una delle ultime scelte per i manager e, sempre da anni, si è assistito ad abbandoni anzitempo di non pochi direttori attratti oltre i confini regionali anche e soprattutto da ragioni economiche. 

“Il problema riguarda anche figure cruciali come i direttori amministrativi e sanitari che percepiscono il 20 per cento in meno della figura apicale, ma spesso anche meno di un primario o di un direttore di dipartimento. Ecco perché anche per questi ruoli c’è una forte difficoltà a trovare professionisti disposti a ricoprirli. Da qui – prosegue l’assessore – la decisione di aumentare lo stipendio anche per queste figure”. Il peso sulle casse della Regione viene stimato complessivamente in circa 800mila euro l’anno e gli aumenti scatteranno già dal mese prossimo. “Gli stipendi attuali in Piemonte vanno dai 126mila ai 147mila euro e se si considera che il Veneto ha intenzione di portarli a 240mila si comprende come in un’ottica di mercato sia necessario almeno ritoccare le cifre”.

Ma ci sono anche altre cifre da ritoccare, stavolta, al ribasso. Ieri in corso Regina Margherita sono stati analizzati i preventivi di spesa inviati dalle Asl e dalle Aso e in molti, se non tutti i casi, i numeri risultano troppo alti. “Siamo fuori di centinaia e centinaia di milioni, bisogna rivedere le stime”, questo in sostanza il messaggio di Icardi ai vertici delle aziende. La richiamata attenzione da porre nel prevedere le spese, “senza cadere nell’abitudine di stare larghi”, è ancor più motivata dal fatto che questo si prefigura come l’anno dell’uscita dall’emergenza sanitaria e un pur non facile ritorno alla normalità. Togliendo la coperta del Covid il rischio di trovarsi con bilanci tali da portare il Piemonte, insieme ad altre regioni, verso il piano di rientro è concreto. “Il guaio è che il Governo non ci ha dato tutti i fondi per il Covid. Come Regioni – ricorda Icardi che nella Conferenza presieduta da Massimiliano Fedriga ricopre il ruolo di vicecoordinatore vicario della commissione Sanità – abbiamo chiesto 2 miliardi e 200 milioni, per ora sono arrivati 400 milioni”. 

Una situazione di fronte alla quale l’anno appena incominciato non può essere affrontato, sul fronte dei bilanci delle aziende sanitarie, come i due segnati dalla pandemia, ma neppure come i precedenti. “Fate dei bilanci oculati, senza allargarvi, non sono certo tempi di vacche grasse”, il messaggio rivolto ai direttori generali che richiamando all’oculatezza non mette assolutamente in discussione le prestazioni. “Anzi, dobbiamo recuperare una mole enorme di ritardi accumulati in due anni e il sistema sanitario piemontese – sostiene l’assessore – dovrà saper fare sulle liste d’attesa altrettanto bene come ha saputo fare sulla campagna vaccinale”.

Infine c’è il Pnrr sanitario, la cui presentazione all’Agenas e al ministero è fissata entro fine mese. E oggi, insieme all’aumento degli stipendi per i vertici delle aziende, arriva in giunta anche il piano del Piemonte per fruire degli aiuti europei con cui realizzare gli ospedali e le case di comunità, oltre alle centrali operative territoriali. Nei prossimi giorni il dossier approderà in Consiglio regionale.

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