PIEMONTE INTERNATIONAL

Due milioni per mettersi in mostra:
il conto della missione a Dubai

D'accordo, non è il caso di fare i micragnosi ma l'esborso della Regione per sette giorni di vetrina all'Expo è ragguardevole. Ora un bilancio sulle potenziali ricadute economiche e sulla composizione della delegazione di enti (più la solita accozzaglia di imbucati)

Calato il sipario sulla missione piemontese all’Expo di Dubai, dal 27 febbraio al 4 marzo, aldilà delle dichiarazioni entusiastiche e legittimamente improntate a un ritorno economico della vetrina internazionale per la regione, saranno i prossimi mesi, anzi anni, a dire quanto frutterà la partecipazione alla kermesse negli Emirati Arabi. Più semplice sapere quanto è costata. Non poco, anzi molto. Due milioni di euro per sette giorni sono una cifra ragguardevole, anche se pur sempre da parametrare a quanto la leva dell’Expo potrà muovere sull’economia piemontese, dal turismo all’export in vari settori. Certo, non è questo il caso di fare i micragnosi, tantomeno i censori da bar sport. 

L’occasione del primo Expo nei Paesi arabi ha portato per la Regione a mettere mano al portafogli in maniera così pesante per un evento del genere. Non si può avere il braccino corto, d’accordo, però vista la “partecipazione” alla missione forse qualche cosa si sarebbe potuto risparmiare o, perché no?, utilizzare in maniera diversa, magari più opportuna ed efficace.

Non è certo il caso di evocare la famosa missione in Cina che portò Giulio Andreotti a regalare una delle sue celebri battute, “Siamo qui con Craxi e i suoi cari”, ma una presenza corposa della missione a Dubai non si può dire non ci sia stata. C’è chi ha soggiornato negli Emirati, noti per i prezzi non certo modici, per lo stretto necessario e chi ha prolungato la presenza in uno dei luoghi must per le vacanze, così come testimoniato su resoconti fotografici sui social. C’è chi è andato raddoppiando la rappresentanza di enti, facendosi pure accompagnare dalla segretaria, come nel caso di Alessandro Ciro Sciretti, presidente di Edisu, già sufficientemente rappresentato per le Universiadi dal numero uno del Cus Riccardo D’Elicio. Ma, si sa, l’occasione è di quelle da non perdere. Non è certo il caso dell’assessore Fabrizio Ricca (presente insieme ai colleghi Andrea Tronzano e Fabio Carosso, rimasto a casa il governatore Alberto Cirio) che a Dubai, come dice chi ricorda i suoi ripetuti viaggi, è di casa. Una missione, quella capitanata dalla direttrice Paola Casagrande (accompagnata da Giulia Marcon, responsabile  Affari Internazionali e Cooperazione Decentrata della Regione), che ha potuto contare anche su un drappello di giornalisti embedded e un manipolo di rappresentanti degli enti regionali (a partire da Dario Peirone del Ceip e Giuseppe Carlevaris di VistPiemonte).

E cosa porterà a casa il Piemonte da Dubai? Le occasioni di mettersi in mostra di fronte al pubblico internazionale e in particolare agli operatori economici non sono state poche. Dal turismo con la presentazione delle montagne piemontesi allo SkiDome, ai prodotti della gastronomia nei menù, arrivando agli importanti e numerosi contatti di molte aziende con stakeholder internazionali. Che i poco più di 400mila euro necessari per partecipare a Padiglione Italia e qualche altra centinaia di migliaia di euro per iniziativa collaterali proposte dalla struttura nazionale non potesse bastare nessuno lo mette in discussione. Che quando si tratta di investire guardando al ritorno a medio e lungo termine non si debba lesinare è altrettanto logico. I presupposti che questo accada ci sono e, dunque, che i due milioni spalmati sui bilanci regionali di tre anni, siano stati spesi bene è più di un auspicio. Del resto anche il famoso viaggio in Cina non fu affatto inutile e improduttivo per l’Italia di quegli anni. Anche se non impedì al Divo Giulio di sottolineare, col suo stile, quella folta partecipazione, con più di un imbucato. Oggi, come allora. 

Leggi qui la delibera di spesa per Dubai

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