TRASLOCHI ISTITUZIONALI

"Cirio resti in piazza Castello"

A sei mesi dalla consegna del grattacielo molti funzionari, dirigenti e politici chiedono di mantenere anche l'attuale sede. In attesa che l'amministrazione sveli il piano per trasferire duemila dipendenti, dai conti dell'assessore Ricca ce ne sarebbero 500 da sistemare

E se la sede unica della Regione Piemonte non fosse davvero “unica”? Se piazza Castello rimanesse il centro nevralgico, politico e burocratico, dell’ente? Proprio ora che l’eterno cantiere della nuova sede regionale sta per restituire il grattacielo di 42 piani atteso per oltre dieci anni, tra dipendenti e politici monta un certo scetticismo sulla dismissione della sede aulica, quella di fronte a Palazzo Madama, a due passi dalla Prefettura e dal Comune di Torino, nel cuore della città capoluogo. A interpretare il sentimento di molti e a mettere nero su bianco tutti i dubbi che circolano in queste ore è stato l’assessore Fabrizio Ricca, che ha presentato al gruppo della Lega un ordine del giorno con cui s’impegna il presidente Alberto Cirio a mantenere la sede della Regione al civico 165 di piazza Castello. Possibile? L’odg non approderà in aula, Ricca ne ha parlato direttamente con Cirio, il quale gli ha assicurato ampia disponibilità a discuterne, ma lontano dal clamore in un momento in cui la maggioranza è già abbastanza sotto stress.

Il grattacielo ideato e poi disconosciuto, dopo una serie di stravolgimenti al progetto originario, dall’archistar Massimiliano Fuksas potrà ospitare poco meno di 2mila dipendenti, ma al momento i lavoratori della Regione sono 2.326 e sono appena stati pubblicati bandi per assumerne altri 330 a fronte di un centinaio di pensionamenti. Insomma potrebbero esserci circa cinquecento tra impiegati, funzionari e dirigenti in più. Dove troveranno posto una volta ultimato il trasloco?

Riguardo a piazza Castello, Cirio aveva chiarito che la sua “destinazione d’uso”, per dirla con un termine burocratico, sarebbe rimasta “istituzionale”. Nessun hotel di lusso o altro, al punto che il presidente aveva anche annunciato un’interlocuzione con Bruxelles per portare a Torino qualche prestigiosa istituzione o ufficio dell’Unione europea. Al momento non è dato sapere se ci siano stati degli sviluppi eppure ormai il tempo stringe.

Trentuno dei 42 piani del grattacielo sono già stati sistemati, arredati e puliti. La consegna è prevista per il 10 ottobre, esattamente 11 anni dopo la posa della prima pietra, il 30 novembre 2011. Il trasferimento di duemila persone non è affatto cosa banale e anche su questo si misurerà l’efficienza di questa amministrazione.

Secondo quanto spiegato da Ricca al gruppo della Lega, in piazza Castello – dove ora ci sono il presidente, il suo vice e due assessori – potrebbero trasferirsi tutti i componenti della Giunta con le rispettive direzioni. In questo modo si risolverebbe anche un problema logistico dal momento che il grattacielo del Lingotto dista oltre 6 chilometri da Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale, che col traffico vuol dire come minimo mezz’ora di viaggio in auto, con il rischio di rendere ancora più difficoltosa la partecipazione degli assessori alle sedute del parlamentino piemontese. Insomma, l’ipotesi è di lasciare la testa in piazza Castello e trasferire il corpaccione burocratico dell’ente nel grattacielo. Ma è possibile ora rimettere in discussione un piano che dovrebbe essere già ampiamente deciso e acquisito? Ma soprattutto, a oggi esiste un piano? Chi lo ha chiesto all’assessore Andrea Tronzano si è sentito rispondere in modo elusivo e non è chiaro se in questo momento sia già tutto deciso o l’ufficio traslochi sia ancora in alto mare.  

Tra le ipotesi che circolano c’è anche quella di tenere operativa la sede di via Bertola, dove oggi ci sono Vittoria Poggio (assessore a Turismo, Cultura e Commercio) e Chiara Caucino (titolare di casa, infanzia a affari legali). Per ora sono spifferi che circolano lungo i corridoi del vecchio palazzo di piazza Castello. In attesa che anche lui scopra il suo destino.

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