GUERRA IN CASA

25 Aprile con le bandiere della Nato

Radicali e Più Europa sfidano l'Anpi in vista della festa per la Liberazione. "A Torino sfileremo con lo striscione Putin all'Aja, con i vessilli dell'Ucraina, dell'Unione europea e dell'Alleanza atlantica"

L’Anpi annuncia che non vuole le bandiere della Nato il 25 aprile? “Noi a Torino disobbediamo”. Lo annunciano i coordinatori dell’associazione radicale Adelaide Aglietta, Andrea Turi, Patrizia De Grazia e Daniele Degiorgis assieme a Beatrice Pizzini di Più Europa. “Noi non ci stiamo – affermano –. Dobbiamo sottrarre all’Anpi la proprietà morale della manifestazione del 25 aprile, rimandare al mittente i suoi diktat, e riportare il tema della Resistanza ad un piano di realtà”. Dopotutto, piaccia o no a certa sinistra comunista, a liberare l’Italia assieme ai partigiani sono stati gli americani, gli stessi che poi – dopo la guerra – hanno contribuito in modo decisivo alla nascita dell’alleanza atlantica, quell’ombrello sotto il quale pure Enrico Berlinguer, capo del Pci, mezzo secolo fa si sentiva al sicuro. Certo più al sicuro che nel Patto di Varsavia. 

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Proprio oggi il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo, ex parlamentare cossuttiano dei Comunisti italiani ha affermato che “le bandiere Nato sono inappropriate in questa circostanza in cui bisogna parlare di pace”. L'ennesima dichiarazione equivoca di un'associazione che già aveva fatto discutere quando nel condannare l’orrore di Bucha aveva chiesto una commissione di inchiesta internazionale “per appurare cosa davvero è avvenuto, perché è avvenuto, chi sono i responsabili” come se non fosse abbastanza chiaro di chi fosse la responsabilità.

“Per questo motivo sfileremo in occasione del 25 aprile con lo striscione Putin all’Aja – affermano i quattro – perché riteniamo che non ci sia pace senza giustizia e che la Corte Penale Internazionale debba giudicare il criminale di Mosca per i crimini che ha commesso e che continua a commettere; con le bandiere ucraine per schierarci dalla parte dell’oppresso e sostenere la Resistenza Ucraina; con le bandiere dell’Unione europea, per manifestare che solo un’Europa unita può porre fine all’invasione russa e infine anche con le bandiere della Nato, perché il desiderio di autodeterminazione dei paesi baltici sia drammaticamente preso in considerazione”. Infine aggiungono: “In Piemonte il vero scandalo è chi fino a ieri sosteneva vicinanza all’oppressore aprendo addirittura un consolato della sedicente repubblica di Donetsk” con evidente riferimento all’assessore regionale di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone.

In vista del 25 aprile, inoltre, il presidente dei Radicali italiani Igor Boni, con Roswitha Flaibani (gruppo +Europa Vercelli) e Giulio Manfredi (Associazione Aglietta), chiede al Comune di Pezzana nel Vercellese di revocare la cittadinanza onoraria concessa a Benito Mussolini nel 1924 e rinnovata nel 2021. E a tutti i sindaci italiani domanda di sottoscrivere l’appello promosso dai Radicali “Putin all'Aja”, per l’incriminazione di Vladimir Putin per crimini di guerra e crimini contro l’umanità da parte del Tribunale penale internazionale. “A Pezzana – spiega Boni – su nostra richiesta formale di revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini, il sindaco Stefano Bondesan fece ratificare dal Consiglio comunale nel settembre 2021 una deliberazione che invece la confermava. Nell’avvicinarsi del 25 aprile, ribadiamo la nostra richiesta di revocare un provvedimento vergognoso”.