POST EMERGENZA

Liste d'attesa, numeri a casaccio

Quante e quali sono le prestazioni da recuperare? La Regione ha annunciato il recupero del 30% entro giugno, Anaao-Assomed ribatte: "Il 30 per cento di cosa, se non conosciamo le cifre?". I medici ospedalieri: senza assunzioni il problema non si risolve

“La Regione ha annunciato il recupero del 30% delle liste d’attesa sulle prestazioni ambulatoriali di primo accesso entro giugno. Ma il 30% di cosa?”, chiede non senza una vena di provocazione, ma soprattutto preoccupazione il sindacato dei medici ospedalieri Anaao-Assomed

“I numeri delle liste d’attesa non sono noti, o perlomeno non sono mai stati diffusi, quindi diventa arduo capire se a giugno le promesse saranno o meno mantenute”, osserva Chiara Rivetti, segretaria regionale del sindacato intervento su un tema che continua a sollevare dubbi, critiche e reazioni come quella della sanità provata di cui abbiamo dato conto appena un paio di giorni fa.  “Di cosa stiamo parlando? – chiede il sindacato dei camici bianchi –. Quante colonscopie? Quante visite oculistiche. E dove? Che al 15 marzo il 70% dei pazienti che aspetta una prima visita, non riesca ad eseguirla entro il 30 giugno, non è una buona notizia. Non basta sbandierare il bicchiere pieno ad un terzo, per davvero garantire il diritto alla salute”. In una nota Anaao-Assomed punta l’indice anche sui tagli imposti alle aziende sanitarie e sui bilanci preventivi di queste ultime.

L’assessore Luigi Icardi ha ordinato ai direttori di rivedere le cifre abbassando i preventivi. “Quindi, se è necessario ridurre la spesa, non sarà possibile assumere, rinnovare la tecnologia, insomma appare difficile fare le nozze con i fichi secchi”. Per quanto riguarda le risorse che la Regione ha annunciato di aver messo in campo, il sindacato nota come arrivino quando “gli organici sono a ranghi ridotti, stanchi e faticano a coprire i turni perché quotidianamente qualche collega lascia, per la pensione o perché si licenzia. Se non si assume, o se non si coinvolgono gli specializzandi – è il ragionamento di Rivetti – non si riuscirà ad incidere sulle attese”. Sul tavolo finisce anche il non facile rapporto con la sanità privata: “Questa volta, la Regione chiederà quello di cui ha bisogno al privato o lascerà al privato la libertà di scegliere quali prestazioni erogare?”.

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