SANITÀ FUTURA

Parco della Salute "una priorità", il progetto non cambia

Solo l'ospedale Regina Margherita resterà fuori e costituirà un'azienda sanitaria autonoma, proprio come voleva la prof Fagioli. Confermato il piano originario. Ma ora occorre evitare che le imprese rimaste in corsa si sfilino: possibile soluzione dal confronto con l'Anac

Tutti a bordo, remando nella stessa direzione. La metafora è di Alberto Cirio che però non vuole fare promesse da marinaio, soprattutto dopo che di parole attorno al Parco della Salute di Torino se ne sono fatte tante. Nella nota diffusa dopo la cabina di regia con i rappresentanti degli atenei e il sindaco Stefano Lo Russo si parla di “piena comunione di intenti” scaturita anche dalle rassicurazioni del governatore che l’ospedale Sant’Anna “resterà parte integrante del nuovo progetto” e dunque non verrà scorporato per costituire una nuova azienda sanitaria assieme al Regina Margherita, come aveva in mente l’assessore alla Sanità Luigi Icardi.

All’incontro hanno partecipato anche il viceprefetto Brunella Favia, il direttore generale della Città della Salute Giovanni La Valle, il rettore del Politecnico Guido Saracco e in rappresentanza dell’Università il vicerettore Area medica e direttore della Scuola di Medicina Umberto Ricardi e il vicerettore all’Edilizia Giuseppe Di Giuda.

Dunque si va avanti con la realizzazione del progetto attuale per realizzare “non solo il più grande polo sanitario del Piemonte, ma uno dei più importanti e strategici in Italia per la cura, la formazione e la ricerca clinica e biomedica”. Confluiranno nel nuovo Parco l’ospedale Molinette e il Sant’Anna. Anche il Cto farà parte della nuova azienda ospedaliera, ma verranno trasferite solo l'ortopedia complessa e l'ortopedia oncologica, mentre il resto delle attività, a partire dalla traumatologia, resterà nella sede attuale che diventerà un ospedale "spoke". Rimane fuori solo l’ospedale infantile Regina Margherita che costituirà un’azienda sanitaria autonoma, proprio come voleva la professoressa Franca Fagioli. Una decisione, come noto, deliberata dalla Regione nel gennaio del 2020 e già recepita in sede di gara come unica modifica al progetto originario.

Secondo tema affrontato quello che riguarda i posti letto e in generale l’offerta di cura sul territorio. Pur condividendo, infatti, l’importanza di proseguire con il progetto, senza mettere in discussione il percorso approvato e andato in gara, le istituzioni sono tutte altrettanto concordi sulla necessità di avviare una riflessione parallela per assicurare a Torino e ai suoi cittadini un adeguato numero di posti letto per le patologie ad alta intensità che richiedono ospedalizzazione. Ma attenzione: come ha sottolineato Lo Russo “la pandemia ci ha insegnato che non servono tanti posti letto per le acuzie, ma un sistema di medicina territoriale in grado di gestire le non acuzie”. È stata quindi condivisa la volontà di lavorare insieme per fare in modo di potenziare ulteriormente non solo la rete ospedaliera del capoluogo e dei posti letto a sua disposizione, guardando anche alla nuova struttura che dovrà servire l’area di Torino Nord, ma anche la rete della medicina di territorio (la cui implementazione è tra i piani finanziati dal Pnrr) attraverso l’integrazione con il lavoro quotidiano dei medici di famiglia e le opportunità date dalla telemedicina e dalla tecnologia per la presa in carico delle patologie a bassa intensità di cura. “Cambiare il paradigma per un nuovo modello di erogazione dell’offerta di salute è il presupposto che tutte le istituzioni ritengono indispensabile per abbassare dove possibile i livelli di ospedalizzazione, che in Piemonte sono tra i più alti in Italia. Proprio su questo tema saranno a disposizione delle istituzioni anche le riflessioni e previsioni di un gruppo interuniversitario di esperti che sarà individuato dai rettori nei prossimi giorni” si legge nella nota.

Terzo tema prioritario, affrontato durante l’incontro, la volontà di valorizzare l’ingresso nel Parco della Salute del mondo imprenditoriale accanto a quello universitario, anche attraverso l’opportunità di individuare nuovi spazi da utilizzare, incluse le Arcate Ex Moi per la formazione innovativa. Anche in questo caso sarà consolidato il gruppo di lavoro messo in campo dalle diverse istituzioni coinvolte, per mettere a punto un progetto integrato degli spazi associati alle diverse funzioni del Parco, anche con il supporto di esperti in project management.

Infine, aspetto determinante, la Cabina di monitoraggio ha affrontato la necessità di garantire la gara d’appalto e l’avvio del cantiere di fronte all’eccezionale rincaro delle materie prime e dei costi dell’energia, provocati anche dalla guerra in Ucraina. Ad oggi sono in corso i lavori di bonifica dell’area avviati a fine settembre dello scorso anno e, in base al cronoprogramma, la Commissione di gara procederà alla valutazione dei progetti definitivi e delle relative offerte in autunno per giungere all’individuazione del vincitore entro fine 2022.

Su questo fronte, la Regione Piemonte e la Città della Salute hanno avviato da settimane un confronto con l’Anac, perché la situazione internazionale e le conseguenze sui costi di qualsiasi cantiere, imprevedibili quando la gara è stata avviata, rappresentano per tutti una forte criticità. Ciò che il Piemonte chiede è un meccanismo di riequilibrio analogo a quello che il Governo ha già approvato per le gare d’appalto lanciate a partire da fine gennaio di quest’anno, ma non previsto al momento per quelle che erano già in corso.

La Cabina di monitoraggio ha condiviso la volontà di proporre su questo tema un emendamento nazionale, attraverso il supporto dei parlamentari piemontesi, che consenta con una clausola di salvaguardia di tener conto delle variazioni sui costi intercorse dopo la pubblicazione di un bando di gara, senza necessità di indire una nuova procedura. Condividendo la necessità dell’individuazione di una soluzione a livello nazionale, è stato confermato l’obiettivo comune di arrivare all’aggiudicazione dei lavori entro il 2022.

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