SANITÀ DEL FUTURO

Pnrr Sanità, la scure di Speranza: al Piemonte 9 case di comunità in meno

Sottoscritti i contratti di sviluppo. Col 40% per il Sud le Regioni del Nord subiscono una riduzione. Icardi: "Le costruiremo trovando altrove le risorse", ma le casse languono da tempo. Quasi 80 milioni per rinnovare le grandi attrezzature degli ospedali

Respinti con perdite. Tutti i tentativi da parte delle Regioni del Nord per far recedere il Governo e in particolare il ministro Roberto Speranza dal proposito (ormai legge) di garantire al Sud almeno il 40 per cento delle risorse del Pnrr Sanità. “Una guerra persa in partenza”, per usare le parole dell’assessore Luigi Icardi, che per il Piemonte significa aver lasciato per strada 9 delle 91 case di comunità inizialmente previste dal piano. 

La firma dei contratti di sviluppo tra Regioni e ministero, salutata ieri da Speranza come l’avvio in anticipo di un mese sul cronoprogramma del processo “che porterà la sanità ad essere più vicina ai bisogni delle persone”, mette un ulteriore timbro sulla maldigerita, ma già inscalfibile, decisione di tagliare al Nord per aumentare al Sud. Decisione che, come spiega Icardi “non solo ci ha privato delle strutture che erano state inserite nella prima versione del piano, ma ha di conseguenza posto il Piemonte di fronte a un bivio: rivedere una ripartizione e un’organizzazione definita contando sulle 91 case di comunità, oppure cercare una soluzione interna che ci consenta di mantenere lo schema iniziale pur non potendo contare sui fondi del Pnrr per un decimo di questi presidi sul territorio”. 

A restare fuori dal finanziamento del Pnrr sono due case di comunità nell’Asl Città di Torino (quella individuata in via Silvio Pellico e quella in via Farinelli), quella di Oulx nel territorio dell’Asl To3, un’altra a Cavagnolo nell’ambito dell’Asl To4, mentre nell’Asl To5 a essere cancellata è la casa di comunità prevista a Carignano. Uscendo dalla provincia di Torino, le strutture non comprese nell’elenco di quelle che saranno costruite con le risorse fissate per questo capitolo in 121 milioni e 794mila euro, sono tutte nel Cuneese: AlbaCanaleBra e Cortemilia.

Qua la tabella delle case di comunità finanziate

Fuori dal finanziamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma destinate ad essere ugualmente realizzate, almeno nelle intenzioni della Regione. La voce “altri finanziamenti” accanto alle nove escluse rimanda alla necessità di trovarli quegli altri finanziamenti. In alcuni casi pare siano già stati individuati, prevedendo di investire circa un milione e mezzo per struttura. Nel caso di Cortemilia dovrebbero arrivare in soccorso i fondi per le aree interne, per Alba e Bra si prevede di inserire i progetti nei finanziamenti per l’ammodernamento dell’ospedale, e via così, in un percorso certamente non facile e con tempi che, non dovendo rispettare la scadenza del 2026 fissato dal Pnrr, dipenderanno soprattutto proprio dalla disponibilità o meno dei soldi necessari. 

Dietro la decisione di non rinunciare a mettere in conto la realizzazione anche delle nove case di comunità finite sotto l’accetta ministeriale, c’è anche una ragione politica: meglio tenere lo schema iniziale, sia pure con tutte le pesanti incognite legate alle risorse, piuttosto che dire agli abitanti di alcuni territori e ai loro amministratori locali che quel che si era annunciato e di cui si era discusso, non si farà più. E per fortuna il taglio non ha colpito gli altri interventi previsti dal piano.

Il documento firmato con Speranza, del miliardo previsto per tutto il Paese e finalizzato alla costruzione degli ospedali di comunità in Piemonte arriveranno 66 milioni 433mila euro da ripartire per 27 strutture. Poco meno di 7 milioni e mezzo per le 43 centrali operative territoriali. Poco più di 96 milioni arriveranno per la digitalizzazione dei Dea, circa 79 milioni saranno destinati a riammodernare le grandi attrezzature di cura e diagnostica con più di cinque anni di esercizio, mentre cifre decisamente minori sono previste per corsi di formazione e aggiornamento per il personale sanitario. Un po’ più di mezzo miliardo, tanto prevede il Pnrr Sanità nei sui diversi capitoli, per il Piemonte.

Il ministro annunciando l’avvenuta firma dei contratti di sviluppo, importante ma non ultimo passaggio (ce n’è almeno ancora uno a Bruxelles) prima dell’avvio concreto dei lavori, ha evidenziato i “30 giorni di anticipo sulla milestone europea”. Nei prossimi mesi saranno altri tempi a dover essere rispettati e misurati, quelli della trasformazione dei progetti in opere. Sforare i termini significherà non veder arrivare un euro. 

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