VERSO IL BALLOTTAGGIO

Piazza mezza piena, urne mezze vuote

Non una folla oceanica, circa 200 persone, al comizio di Salvini ad Alessandria per sostenere Cuttica. Lo spettro dell'astensionismo e il tentativo di sottrarre la competizione locale da quello che per il centrosinistra è anche un voto contro la sua leadership - VIDEO

"Il Pd la butta in politica per cercare accordini con Calenda, con Renzi, con pezzi di Cinquestelle. Il sindaco si occupa di case, di lavoro, di giovani, di anziani, di barriere architettoniche. Quindi, lasciamo che la sinistra la butti in politica e in caciara, con accordi anche abbastanza oscuri, come nel caso di Alessandria: scambi di poltrone detti e non detti. Noi abbiamo scelto la trasparenza: chi ci sceglie, sa cosa sceglie. Dall'altra parte c’è il boh”. Matteo Salvini chiude la campagna elettorale per il ballottaggio ad Alessandria cercando di allontanare la contesa dalla connotazione nazionale che, qui nella città del capogruppo del suo partito alla Camera Riccardo Molinari, pesa ancora più che altrove. Attacca l’avversario sul fianco debole, quello dell’indicibile accordo con Gianni Barosini, ex assessore della giunta di centrodestra che la lasciato per approdare in Azione e correre da solo conquistando al primo turno un più che appetibile 15%. 

Attacca il centrosinistra che ostenta un evidente ottimismo circa la vittoria di Giorgio Abonante sull’uscente leghista Gianfranco Cuttica, galvanizza i suoi, il Capitano, ma lo fa con un pubblico che non è neppure l’ombra delle folle che raccoglieva in un passato poi non così lontano. Piazza Ceriana, quartiere popoloso del Cristo, zona in cui il centrodestra arranca, raccoglie per il leader leghista una paio di centinaia di persone o poco più. Sul palco, insieme a Salvini, Molinari e Cuttica ci sono anche il governatore Alberto Cirio, il segretario regionale dei Fratelli d’Italia Fabrizio Comba, esponenti di Forza Italia. 

"Il problema è che la gente non va a votare. La scelta del ministro dell'Interno di togliere il lunedì è folle, si voterà domenica, con le scuole chiuse, 40 gradi e la gente in casa con il condizionatore”. Un mettere le mani avanti da parte del leader nella città dove il suo candidato è un paio di punti dietro a quello del Pd in campo largo? Molinari ostenta ottimismo, “Si può vincere”, ripete. Per lui la partita è di enorme importanza. Se andasse storta, Salvini ci ha messo la faccia, per due volte (tre contando la festa della Lega nella vicina Fubine).  “Spero che votino in tanti”, dice il Capitano rivolto alla piazza dove tanti, proprio, non sono.

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