GRANA PADANA

Finpiemonte e "rimpastino", nella Lega volano gli stracci

Preioni vorrebbe impallinare Zambon, attuale presidente della società che gestisce le partecipate, per piazzare Gallina, uomo di tutte le stagioni (politiche). Gruppo spaccato, il rischio della conta interna e le ambizioni del Churchill di Borgomezzavalle

Non il rimpasto che, probabilmente mai ci sarà, ma un altro rimpastino sembra stare nell’agenda di Alberto Cirio. Dopo aver messo mano alla giunta rimescolando nei mesi scorsi qualche delega per placare gli animi (e le pretese) dei Fratelli d’Italia, il governatore pare intenzionato a procedere con altri aggiustamenti, stavolta sul fronte della Lega. Anche nella principale forza politica della coalizione, infatti, non mancano frizioni da sopire e richieste da esaudire. E Cirio non ha rivali nell’annusare situazioni sulle quali intervenire per tempo, soprattutto per assicurare e assicurarsi una navigazione la più tranquilla possibile. Così il ventilato scambio di competenze tra il vicepresidente Fabio Carosso e il compagno di partito Marco Protopapa parrebbe finalmente realizzarsi, anche se non si escludono ulteriori e non poco rilevanti movimenti attorno a questa operazione.

Che l’astigiano Carosso tenga molto a mettere nel suo carniere l’Agricoltura con la Caccia e la Pesca è noto da tempo, che il collega di Acqui Terme non sia uomo da fare barricate lo è altrettranto. Insomma, la cessione sarebbe indolore anche perché Protopapa, di professione geometra, riceverebbe in cambio l’Urbanistica e la Programmazione Paesaggistica. Questo potrebbe accadere seguendo uno schema disegnato da mesi, ma c’è una possibile variante. E qui entrano in gioco le tensioni all’interno della Lega. 

Ormai da un bel po’ il ruolo di Alberto Preioni alla guida del gruppo consiliare è sempre più spesso oggetto di lamentele e critiche sia in seno alla compagine di Palazzo Lascaris, sia nel partito. Nel suo carnet ormai non si contano più le topiche e gli inciampi – dalle vicende legate all’ospedale del Vco, alle sconfitte elettorali (Verbania, Domodossola, Omegna) passando per l’attività d’aula e sorvolando sulle libere interpretazioni lessicali (imperdibile l’esilarante gag nell’ultima seduta sul capo cosparso di cenere) – tanto che gli scricchiolii della sua poltrona si sono fatti sempre più udibili. Da qui l’ipotesi che starebbe prendendo corpo, caldeggiata da più di una parte della Lega, di spedire Preioni in giunta dove, per quanto sembri paradossale, farebbe meno danni di quanti potrebbe ancora farne alla guida del gruppo. Al solito, promoveatur ut amoveatur. A bordo campo inizia a scaldarsi Andrea Cerutti, fedelissimo del parlamentare torinese Alessandro Benvenuto.

In questa partita gioca un ruolo non marginale una faccenda che sta infiammando gli animi dei consiglieri del Carroccio, la cui eco è ormai arrivata a Roma, coinvolgendo nella disputa gran parte dei parlamentari. A iniziare dal segretario regionale e presidente dei deputati Riccardo Molinari: la conferma al vertice di Finpiemonte Partecipazioni di  Francesco Zambon. Nel partito non si fa mistero di quella che appare una fastidiosa invasione di campo da parte del capogruppo su una nomina di spettanza della giunta. Un atto poco più che formale, la riconferma a metà mandato del presidente della società che amministra le partecipazioni regionali, rischia di tramutarsi in questione politica.

Pare, infatti, che dietro a tanto agitarsi del capogruppo contro Zambon ci sia il progetto (in cui Preioni avrebbe come sostegno una parte della Lega novarese) di portare in quella posizione un nome non certo nuovo al Barnum del sottogoverno:  Sebastiano “Nino” Gallina, figura dalle innumerovoli casacche politiche – dagli esordi come autista dell’allora potente parlamentare socialdemocratico di Borgomanero Giuseppe Cerutti alla militanza democristiana, legatissimo all’ex ras andreottiano Vito Bonsignore, una fuitina nell’Ncd di Angelino Alfano e, infine, sistemandosi sotto l’ala del Churchill di Borgomezzavalle. Ha cambiato più partiti che mutande, al punto che persino il consigliere novarese Riccardo Lanzo, suo sostenitore per interposta persona (Massimo Giordano), quando lo incontra ha preso gusto a canzonarlo: “Oggi di che partito sei?”. E oggi Gallina è leghista. Domani chissà.

Da poco sostituito da Giovanni Quaglia al vertice di Sitaf, Gallina in quella posizione di vertice della società autostradale era arrivato, si dice, soprattutto grazie ai buoni uffici di Denis Verdini, del cui figlio era stato socio nell’attività di ristorazione attraverso la società 7esse. Lasciata la Sitaf, il piccolo grand commis ha comunque mantenuto, per ora, la presidenza della partecipata Sitalfa, ma anche lì la scadenza è prossima e la porta del gruppo Gavio si chiuderà definitivamente alle sue spalle. E comunque la sua sponsorizzazione da parte di Preioni sta provocando parecchia irritazione, non solo nel titolare della delega in giunta, Fabrizio Ricca, ma anche in piazza Castello. Su Zambon, infatti, non vi sono rilievi negativi, anzi. Il governatore Alberto Cirio e il suo vice Carosso ne hanno più volte elogiato professionalità e risultati (il bilancio è in salute, la redditività di molte partecipate è in aumento, il dossier Aerospazio è stato gestito in modo soddisfacente), tant’è che la delibera di riconferma (e di contestuale nomina nel cda della commercialista novarese Fulvia Massimelli) è pronta da tempo e solo il rinvio per ben tre volte a causa delle bizze di Preioni ha finora impedito la votazione. Con l’assemblea in seconda convocazione al 12 luglio non è più possibile tergiversare. Un po’ come fece con la “sorella” maggiore, Finpiemonte, quando per far posto a Michele Vietti liquidò senza fare troppa flanella Roberto Molina, intimo di Molinari che non ha ancora del tutto smaltito la decisione: “Allora il presidente si mostrò piuttosto risoluto”, ricorda con una punta di stizza il numero uno leghista.

Se un appunto viene mosso al manager attiene alla sfera dei rapporti politici, cui viene contestata una presunta lesa maestà per non essersi sottomesso alla liturgia del bacio della pantofola (“Non l’abbiamo mai visto al gruppo” si lamenta un consigliere che ne chiede la testa). Lo showdown dovrebbe arrivare lunedì, quando alle 11 e mezza il gruppo della Lega è convocato “in presenza per confrontarsi sulla delibera di Finpiemonte partecipazioni”. Si arriverà alla conta? Prospettiva potenzialmente pericolosa e che potrebbe portare altri palazzi ad occuparsi della vicenda. Ma con Preioni in circolazione tutto è possibile.

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