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Dopo la pandemia un'altra Cultura

Nel biennio funestato dal Covid sono stati persi 421 milioni in Piemonte. Settore in ripresa ma i dati della fruizione restano ancora bassi, così come in calo sono gli occupati. Cinema e mostre hanno sofferto maggiormente. Determinante il sostegno pubblico

Il Covid ha cambiato radicalmente le abitudini di fruizione della cultura anche in Piemonte, con un drastico taglio della modalità in presenza e un’impennata della fruizione casalinga: lo evidenziano i dati della Relazione annuale 2021-2022 La cultura in Piemonte. Partecipazione e strategie organizzative nel post Covid, che con cadenza annuale fornisce il quadro su un settore composto da 20 mila imprese, che registra 4,6 miliardi di valore aggiunto e 73.500 occupati. Nel biennio segnato dalla pandemia il sistema culturale piemontese ha perso complessivamente 421 milioni di euro rispetto all’anno pre-Covid, con un deficit di posti di lavoro che nel 2021, segnato da un lieve recupero, fa ancora segnare 2.244 professionisti in meno rispetto al 2019. In controtendenza invece, con un aumento dell’11%, il comparto videogame e software, tipico del consumo a casa. Le performance più negative sono state quelle delle arti performative e visive, con 113 milioni in meno nel 2020 e 92 milioni in meno nel 2021. Particolarmente in difficoltà i cinema, passati da un fatturato di 46,3 milioni del 2019 agli 11,4 milioni del 2021. Le presenze nei musei nel 2021 sono state 3,7 milioni in meno rispetto al 2019, e anche i primi 5 mesi del 2022, in lieve ripresa, hanno avuto 1,7 milioni di presenze a fronte dei 2,4 milioni dello stesso periodo nel 2019. Nelle biblioteche sono decollati gli accessi da piattaforma digitale, mentre il prestito dei libri si è più che dimezzato.

Tutto questo a fronte di risorse che non sono calate, e sono anzi state sostenute dai ristori messi in campo dallo Stato. Nel 2020 il valore complessivo delle risorse pubbliche e private erogate in ambito culturale in Piemonte è stato di 251 milioni, con un aumento del 4% di quelle della Regione. Quanto alla ripresa avviene a più velocità: molto rapida nello spettacolo dal vivo all’aperto, particolarmente lenta in musei, biblioteche, e soprattutto cinema. “La pandemia - ha sottolineato il direttore dell’Osservatorio Luca Dal Pozzolo - ha fatto emergere molti tentativi coraggiosi di innovazione. Dobbiamo imparare la lezione e accoglierli per affrontare una nuova situazione che non sembra destinata a ritornare a quella preesistente”. A parlare di questi temi oggi alla Cavallerizza di Torino tra gli altri la prorettrice dell’Università di Torino Giulia Carluccio, il presidente dell’Ires Michele Rosboch, il vicepresidente del Consiglio regionale Daniele Valle, gli assessori alla Cultura di Regione Piemonte e Comune di Torino, Vittoria Poggio e Rosanna Purchia, e il segretario generale della Camera di Commercio di Torino Guido Bolatto.

“I numeri sono numeri e non si interpretano, ma dobbiamo guardare con un po’ più di responsabile ottimismo”: così l’assessore torinese Purchia. “Dobbiamo avere considerazione - ha detto - per la forte iniezione di risorse che abbiamo avuto, e soprattutto per la capacità di creare relazioni attraverso il digitale e così velocizzare i processi, unico lascito positivo del Covid”. “La pandemia - ha rimarcato - ha dato una scossa pazzesca a un settore che già prima era in sofferenza e tendeva a restare in zona comfort senza reinventarsi. Dobbiamo imparare - ha detto ancora Purchia - a non avere paura del cambiamento: anche questo può essere un lascito positivo del Covid, se sapremo accoglierlo. Quindi non parliamo più di crollo, e lavoriamo insieme per far crescere questi numeri. Quelli illustrati oggi non devono abbatterci ma servirci per programmare al meglio il lavoro futuro”. La collega titolare della Cultura regionale Poggio, è intervenuta per esprimere “un grande plauso alle tante realtà che hanno saputo adattarsi alle difficoltà, imparando a sfruttare al meglio le nuove tecnologie”.

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