SANITÀ DEL FUTURO

Un'Aso per il Regina Margherita spiana la strada verso l'Irccs

I conti (anche futuri) della Città della Salute sarebbero un ostacolo per il riconoscimento ministeriale. Icardi: "La soluzione è costituire una nuova azienda ospedaliera". Sintonia tra Fagioli e Regione sul "distacco" dalle Molinette. Le domande del Pd

Nel futuro, non poi così lontano, dell’ospedale infantile Regina Margherita c’è la creazione di una nuova azienda ospedaliera. La struttura pediatrica, dunque, non solo non entrerà come già previsto fisicamente nel Parco della Salute, ma ben prima che questo veda la luce si staccherà giuridicamente e operativamente dalla Città della Salute

Un passo che tra le varie motivazioni ne vede una che attiene anch’essa al futuro, non immediato ma prossimo, dell’ospedale per i bambini. Si tratta della sua “trasformazione” in Irccs, Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, come anticipato dallo Spiffero. Un percorso complesso, non breve e costellato di vagli autorizzazioni a vari livelli, che però come conferma l’assessore alla Sanità Luigi Icardi: “È un obiettivo ambizioso e importante che condividiamo e sul quale lavoreremo al meglio, anche se adesso siamo a livello poco più che di intenti”. Ma proprio per non finire come molte strutture nel resto del Paese, incagliatesi lungo la strada dell’ambìto riconoscimento (con tutti i vantaggi concreti che ne conseguono) per via di qualche parametro non conforme alla rigida normativa. E tra questi, sopra molti altri, c’è quello che rimanda ai bilanci dell’azienda che richiede di diventare Irccs. In corso Regina non nascondono il rischio, se non la certezza, di un percorso in ripidissima salita e dal più che incerto traguardo nel caso in cui a presentare la domanda fosse la Città della Salute con i suoi conti profondamente in rosso e sul cambio di colore nei prossimi anni non c’è nessuno disposto a scommettere.

“La soluzione ottimale è quella di costituire per il Regina Margherita un’azienda ospedaliera”, spiega Icardi che in questo vede oltre a un atout per ottenere l’Irccs anche vantaggi nella stessa gestione dell’ospedale di cui è anima e motore Franca Fagioli, direttore del dipartimento Patologia e Cura del Bambino, docente universitaria e figura prestigiosa e di vaste relazioni nel mondo scientifico, componente della Rete Oncologica del Piemonte e di molti organismi nazionali, tra cui anche alcune commissioni ministeriali di valutazione proprio per il riconoscimento di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. Evidente la sintonia tra Fagioli e Icardi sul futuro del Regina Margherita e sul percorso da intraprendere. Un percorso che, sia pur appena ipotizzato ma con tutti i segnali che vanno verso una sua rapida concretizzazione, fa porre alcune domande dai banchi del Pd in consiglio regionale.

“Dal momento che attualmente la maggior parte delle attività di ricerca si svolgono nelle Molinette, e che il Parco della Salute non sarà solo un grande e moderno ospedale ma un polo in cui si farà didattica e ricerca medica, che senso ha riconoscere lo status di Irccs solo al Regina Margherita e non, eventualmente, all’intero Parco della Salute?”, chiedono il capogruppo dem Raffaele Gallo e il consigliere Mauro Salizzoni, per moltissimi anni luminare dei trapianti proprio alle Molinette. “E – aggiungono – chi pagherà il soggetto che sarà incaricato di seguire il percorso di riconoscimento del Regina Margherita? Perché non si è ritenuto opportuno un dibattito nel merito, coinvolgendo anche il consiglio regionale?”. 

Alla prima domanda Icardi risponde, sia pure non in maniera formale come farà in aula, proprio spiegando la soluzione per superare lo scoglio dell’equilibrio finanziario e di altri parametri di simile natura, che di fatto in qualche modo impone un percorso autonomo rispetto a Città della Salute. Percorso che, come da normativa, prevede anche un intervento ufficiale della Regione a sostegno della richiesta la cui risposta è comunque demandata agli organismi del ministero della Salute. 

Dal Pd si chiede anche conto della vicenda dei laboratori, dopo le lagnanze del Regina Margherita circa l’efficienza di quello centralizzato e la richiesta di tornare ad averne uno autonomo. “Se si riescono a fare gli esami e fornire gli esiti urgenti nei tempi richiesti bene. E lo si faccia. Altrimenti non c’è effficinetamento economico che tenga contro la salute, tanto più dei bambini”. Anche in questo caso la risposta di Icardi è chiara, così com’è stata quella data, in un colloquio, con il direttore generale Giovanni La Valle. Il quale, a quanto si riferisce in corso Regina, manco aveva avvisato i vertici regionali quando aveva deciso di centralizzare i laboratori. Qualche giorno fa ha scritto all’assessore per avere lumi (e forse anche per pararsi le spalle, a fronte del piano di efficientamento cui è sottoposta la sua azienda) lamentando la mancanza di una risposta che invece ci sarebbe già stata. Anche se non (ancora) con la formalità del nero su bianco.