SANITÀ DEL FUTURO

Regina Margherita fuori dal Parco, parte l'operazione "sganciamento"

L'ospedale infantile del capoluogo piemontese avvia le pratiche per trasformarsi in Irccs, istituto di cura e ricerca, come Candiolo. E per emanciparsi ulteriormente pretende un autonomo laboratorio analisi per le urgenze. Il direttore La Valle chiede aiuto a Icardi

Se, quando e come nascerà il Parco della Salute di Torino non è ancora dato saperlo, intanto però c’è chi ha già iniziato l’operazione di sganciamento. È l’ospedale infantile Regina Margherita, che ha ottenuto dalla giunta regionale la possibilità di restare fuori dalla nuova struttura che sorgerà (forse, chissà quando) nell’area dell’ex Fiat Avio. Una cambiale elettorale pagata da Alberto Cirio al direttore del dipartimento Patologia e Cura del Bambino Franca Fagioli, vero dominus del “Regina”, entrata in rotta di collisione con la precedente amministrazione regionale, proprio per l’indisponibilità a trasferirsi armi e bagagli al Parco della Salute.   

Lo scorso 30 giugno l’azienda ospedaliera torinese ha pubblicato una consultazione preliminare di mercato per individuare un partner in grado di seguire il percorso di riconoscimento del carattere scientifico del Regina Margherita. Cioè la sua trasformazione in Irccs, status di cui in Piemonte attualmente gode solo l'ospedale di Candiolo. Tra le società che hanno risposto c’è l’Agm Project Consulting, per circa 80mila euro, che si è già occupata in passato dello studio per la realizzazione degli ospedali di Cuneo e Savigliano. Cura e ricerca in un’unica struttura, che resterebbe nel pieno delle proprie funzioni e anzi implementerebbe la sua attività, in attesa che i suoi tre fratelli – Molinette, Sant’Anna e Cto – si trasferiscano nel superospedale del Lingotto.

Lo scorso aprile l'assessore alla Sanità Luigi Icardi aveva prospettato l'ipotesi di tenere fuori dal Parco della Salute anche il Sant'Anna per costituire un’azienda autonoma specializzata nell’area mamma-bambino sul modello del Gaslini di Genova, del Meyer di Firenze e del Bambin Gesù di Roma. Dopo il coro di proteste di opposizioni, università e operatori sanitari non se ne fece niente. Ora il Regina Margherita parrebbe aver scelto un'altra strada. 

A dimostrazione di come l'ospedale infantile stia bruciando le tappe per emanciparsi dall'azienda ospedaliera in cui oggi è inserito c’è anche la richiesta di un  autonomo laboratorio analisi che almeno in una prima fase dovrebbe essere circoscritto alle urgenze. Con una comunicazione del 4 luglio scorso la professoressa Fagioli e il direttore sanitario del presidio Silvana Barbaro hanno comunicato al direttore generale dell’Azienda ospedaliera Giovanni La Valle la necessità di sottrarsi da una gestione comune del laboratorio attualmente attivo alle Molinette e che serve tutti e quattro gli ospedali della Città della Salute.

Nella missiva si fa riferimento a “criticità” evidenziate dai medici riguardo il funzionamento del laboratorio “che determinano ritardi nella diagnostica e nella somministrazione di terapie, anche salvavita”. Motivo per cui “si richiede la riallocazione, nel più breve tempo possibile, del laboratorio presso il Presidio Oirm”. In pochi giorni La Valle inoltra la richiesta all’assessore Icardi, specificando però che il direttore del Laboratorio Analisi Giulio Mengozzi ha sempre ribadito che “le azioni realizzate davano certezza di efficienza”. Insomma, esistono effettive criticità come lamentano dal Regina Margherita o no? La Valle mette anche le mani avanti sulle ripercussioni finanziarie giacché la centralizzazione dei laboratori era prevista dal piano di riduzione dei costi ed è evidente che “il ripristino dei laboratori comporta costi aggiuntivi e annulla l’efficientamento che era stato previsto e realizzato con il Piano approvato dalla Regione”. Premesso ciò La Valle chiede a Icardi “di esprimersi sulla tematica, autorizzando l’azione di ripristino dei lavoratori presso il Regina Margherita e garantendo la copertura dei costi emergenti”. A una settimana dalla missiva del direttore generale non risulta al momento una risposta formale della Regione. Il braccio di ferro prosegue, il Regina Margherita si comporta ormai come una struttura autonoma nella Città della Salute.

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