Open bar

Dicono che… il suo vezzo di bere birra durante le sedute delle commissioni consiliari stia diventando un caso politico. Al centro della querelle c’è, neanche a dirlo, il radicale Silvio Viale, il quale ha scelto come ultima provocazione il consumo di alcool nei momenti istituzionalmente più rilevanti del Comune di Torino. Passi una volta, passi la seconda e alla terza (o giù di lì) c’è chi ha iniziato a farlo notare: nella fattispecie si tratta di Giovanni Crosetto di Fratelli d’Italia che si è lamentato con la presidente della Sala Rossa Maria Grazia Grippo riguardo a quella che definisce una “prassi ormai consolidata”. Che fare? “Ammetto di non essere a conoscenza dell’esistenza o meno di un regolamento che disciplini il consumo di alcolici all’interno del palazzo” replica Grippo tra il serio e il canzonatorio, prima di proporre al consigliere di “misurarsi con la sua prima delibera di iniziativa consiliare e mettere un punto fermo laddove altri hanno sin qui lasciato correre”. Un braccio di ferro che, c’è da scommetterci, non si fermerà qui anche perché Viale già medita di trasferire l’open bar dalle commissioni al Consiglio. Naturalmente per esprimere il suo “dissenso verso il proibizionismo imperante”.

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