GOVERNO REGIONALE

Sanità, il Piemonte è immobile:
in due anni investimenti azzerati

Il monito della Corte dei Conti nel giorno della parifica sul Rendiconto 2021. Tutti i progetti sui nuovi ospedali sono fermi, mentre aumentano i costi per tenere in piedi le strutture più vecchie. Opposizioni all'attacco. Cirio: "Stiamo riducendo il debito"

Se da un punto di vista strettamente contabile la Corte dei Conti promuove la Regione Piemonte attraverso la parifica del Rendiconto 2021, esito peraltro scontato, nella relazione della Sezione di Controllo e della Procura non mancano i richiami su una gestione quantomeno deficitaria a partire dagli investimenti, di fatto azzerati negli ultimi anni. Certo c’è stato il Covid, la peste suina, la siccità – insomma, mancano solo le cavallette – ma la situazione di stallo in cui versano tutti i principali progetti desta più di una “preoccupazione”, come ha sottolineato la presidente Maria Teresa Polito di fronte al governatore Alberto Cirio e agli assessori Andrea Tronzano (Bilancio) e Luigi Icardi (Sanità)

L’edilizia sanitaria è uno dei tasti dolenti dell’udienza di parifica che si è svolta questa mattina nella Scuola di Applicazione dell’esercito a Torino. “Escludendo l’ospedale di Verduno (già entrato in funzione nel 2020), per nessuna delle opere programmate risulta avviata la fase della concreta realizzazione” anzi “continuano a non essere definite neppure le fasi precedenti e si procede con una estrema lentezza” si legge nella relazione dei magistrati contabili. I numeri sono impietosi: se nel 2019 la spesa in conto capitale, quella destinata agli investimenti, era stata di 245 milioni, l’anno successivo era già scesa a 103 milioni per arrivare a 10 milioni nel 2021. Insomma, è tutto fermo. Dal Parco della Salute di Torino al superospedale di Novara, dal nosocomio di Moncalieri a Ornavasso. Tutti gli investimenti programmati dalla precedente amministrazione sono stati bloccati, spesso per andare incontro ai diktat delle consorterie locali. Così la spesa in conto capitale sanitaria passa dal 24% sul totale degli investimenti regionali del 2019 al 10% del 2020 fino all’1% del 2021. C'è un piano da 1,2 miliardi che fino a questo momento è rimasto sulla carta.

Intanto gli ospedali sono sempre più vecchi e infatti la relazione “evidenzia, anche per l’esercizio 2021, l’inadeguatezza delle strutture ospedaliere piemontesi”. Di più: circa il 58% dei nosocomi “risulta critico per qualità strutturale”. La Procura della magistratura contabile ipotizza addirittura “possibili danni erariali” laddove vengono programmate “ristrutturazioni di presidi che poi non risultano più ricompresi nella programmazione” del piano sanitario. E intanto più si attende a realizzare nuovi ospedali più aumentano i costi per tenere in piedi quelli vecchi.

La sanità è il grande malato della Regione. Non solo l’edilizia, anche le politiche del personale e la realizzazione di nuovi posti letto rappresentano criticità ormai croniche. I giudici contabili biasimano l’aumento dei contratti flessibili a scapito di quelli a tempo indeterminato: “La carenza di personale stabilmente inserito nell’organico delle strutture sanitarie si è resa ancora più evidente in una situazione eccezionale”, qual è stata quella della pandemia, e solleva il rischio che “una continua rotazione di dette figure” incida “sulla continuità assistenziale e sulla tempestività delle prestazioni”. Le mancate assunzioni negli ospedali e la riduzione di personale stabilizzato è stato uno degli ultimi terreni di scontro tra le opposizioni e il presidente Cirio. Il Pd dopo la parifica è tornato ad attaccare la giunta di centrodestra:“La Corte dei Conti ha lanciato un preoccupante allarme sullo stato della sanità regionale, confermando quanto il Pd va denunciando da tempo sia per quanto riguarda le assunzioni sia per ciò che concerne l’edilizia sanitaria” affermano il vicepresidente di Palazzo Lascaris Daniele Valle e il capogruppo Pd Raffaele Gallo.

A livello generale le entrate complessive della Regione sono state accertate in 14,5 miliardi (di cui la voce principale, di oltre 9,8 miliardi, è relativa a entrate correnti di natura tributaria) e le spese complessive ammontano ad oltre 14,3 miliardi, di cui circa 11,6 miliardi relative a spese correnti e oltre 500 milioni in conto capitale (a cui occorre aggiungere il Fondo pluriennale vincolato per circa 702,7 milioni). L’incidenza delle spese in conto capitale sulle spese complessive dell’ente è di circa il 3,6%. Il risultato della gestione riferito alla sola competenza è positivo per oltre 143,8 milioni di euro (comprensivo di accertamenti e impegni di competenza e dei Fondi Pluriennali Vincolati), mentre il risultato di amministrazione complessivo è negativo, con un disavanzo per oltre 5,5 miliardi di euro. Un risultato che migliora rispetto agli esercizi precedenti, nel rispetto del piano di rientro pluriennale che prevede un recupero di circa 322 milioni annui. Anche l'indebitamento è in progressiva diminuzione e si attesta sui 4,8 miliardi di euro. Il risultato di cassa finale si attesta a circa 229 milioni di euro. La principale voce di spesa è riferita alla sanità: la spesa sanitaria complessiva è di circa 9,4 miliardi e incide per il 75% sulla spesa complessiva della Regione. La maggior parte della spesa sanitaria è di natura corrente, gli investimenti nella sanità ammontano a circa 11 milioni di euro.

Tra le note positive la prosecuzione del lavoro di razionalizzazione delle partecipate che nell'ultimo decennio sono passate da 76 a 44 con la prospettiva di arrivare a una trentina. La Corte dei Conti, a questo proposito, sollecita un'accelerazione anche sull'accorpamento di Finpiemonte e Finpiemonte partecipazioni, un progetto per il momento accantonato da questa giunta. Cirio vede il bicchiere mezzo pieno: “La Corte ha certificato la correttezza delle spese della Regione e anche degli equilibri di bilancio”. "Ma soprattutto – ha aggiunto il governatore – ha certificato una cosa: io ho ereditato una Regione che aveva 9 miliardi e 600 milioni di debiti che erano stati accumulati negli anni precedenti, oggi i debiti ammontano 8 miliardi e 600 milioni. In tre anni di governo regionale abbiamo pagato 1 miliardo di euro di debiti del passato”.

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