SANITÀ

Ospedale Vco, la Regione ai sindaci:
"Se non trovate l'accordo non si fa"

Dopo il no dei Comuni alla ristrutturazione dei presidi di Verbania e Domodossola, ennesima impasse. Rimpallo di Cirio e Icardi: "Indicate voi, concordemente, il sito oppure a settembre si procede con il nostro piano". Ma sono trent'anni che nella provincia si litiga

I sindaci vogliono un nuovo, unico, ospedale ma non riescono a trovare l’accordo su dove costruirlo. La Regione Piemonte è intenzionata a riammodernare i due esistenti, quello di Verbania e quello di Domodossola. Quello dell’edilizia sanitaria nel Verbano-Cusio-Ossola sembra un nodo inestricabile che tra soluzioni abortite (come l’immaginata struttura a Ornavasso), beghe politiche e di campanile, ritardi e contrapposizioni rischia di diventare scorsoio al collo dei cittadini della provincia. Forse, anche per questo, l’ultima mossa della Regione affidata a una lettera inviata al presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl Giovanni Morandi e al direttore generale dell’azienda sanitaria Chiara Serpieri, appare come la mossa del cavallo.

Il governatore Alberto Cirio e l’assessore Luigi Icardi, dopo la bocciatura da parte dei primi cittadini della zona del piano per la ristrutturazione degli ospedali esistenti, mettono nero su bianco l’alternativa buttando la palla nell’altra metà del campo. Preso atto della deliberazione a maggioranza del'ipotesi di “un ospedale nuovo, moderno, all'avanguardia che possa dare una prospettiva seria, concreta e sostenibile al territorio, sia sotto l'aspetto delle risorse umane che economiche”, la Regione ricorda come “a fronte di tale importante scelta di carattere sistemico, si rende ora necessario che venga individuata la precisa localizzazione del nuovo presidio ospedaliero in modo che questa amministrazione, sulla base di tali elementi possa procedere con i propri provvedimenti di carattere programmatorio”. Nella lettera si fa presente inoltre come “dovendo la giunta regionale presentare in autunno al consiglio regionale un atto di indirizzo programmatorio sull'edilizia sanitaria piemontese, si rende opportuno che la loro eventuale e concorde indicazione di un sito ritenuto idoneo alla scelta strategica da loro indicata pervenga in tempo utile, entro la metà di settembre”.

Dunque da piazza Castello e corso Regina il messaggio è molto chiaro: se volete l’ospedale unico, proponete il sito e la proposta sia condivisa. Un dettaglio quest’ultimo che proprio tale non è, se come si fa notare dai vertici della sanità regionale sono quasi trent’anni che nel Vco non riescono a mettersi d’accordo dove costruire il nuovo ospedale. Negli stessi ambienti non si nasconde che venga letta come una sorta di provocazione la richiesta da parte dei sindaci a che sia proprio la Regione a indicare il sito. In corso Regina non c’è alcuna volontà di imporre una decisione su dove costruire il futuro ospedale ben sapendo di trovarsi contro, ben che vada, la metà degli amministratori locali aprendo la strada a ricorsi e contenziosi. Dunque, ecco ciò che potrebbe essere definito l’ultimatum partito da Torino: o trovate un accordo sul luogo e lo proponete entro settembre – il messaggio di Cirio e Icardi – oppure andremo avanti con il piano di ristrutturazione dei due ospedali. Ipotesi che pare ormai quasi una certezza.

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