SANITÀ ALLO SBANDO

Buco di 7 milioni alle Molinette nel fondo per le liste d'attesa

Mentre i tempi per visite ed esami restano ancora biblici, l'azienda avrebbe destinato soldi (vincolati) ad altri interventi. E si sarebbe anche "dimenticata" di incassare parte delle risorse dall'attività intramoenia. Esposto dei sindacati alla Procura della Repubblica

Un buco di oltre 7 milioni di euro nei fondi destinati alla riduzione della lista d’attesa nei conti della Città della Salute. È quello che denunciano i sindacati dei medici in un esposto inviato alla Procura della Repubblica e firmato congiuntamente dalle sigle di rappresentanza all’interno dell’azienda diretta da Giovanni La Valle e la cui direzione amministrativa è stata affidata dallo stesso La Valle alla “fedelissima” Beatrice Borghese.

Nell’esposto alla magistratura i sindacati riferiscono di aver appreso dell’esistenza di un ammanco che supererebbe i 7 milioni, soldi destinati al tanto annunciato abbattimento delle liste d’attesa e per gli interventi in materia di prevenzione, che i vertici aziendali avrebbero invece dirottato per coprire spese di altre attività: “I soldi che dovevano essere accantonati dall’azienda, a partire dalle somme derivanti dall’attività di intramoenia dei medici dipendenti, in parte non sono neppure stati introitati con la prevista sovratassa del 5% sulle prestazioni e una parte è stata usata per altri scopi. Per i sindacati tutto ciò è avvenuto “in violazione di un esplicito accordo firmato con i sindacati dei medici e ancora oggi colpevolmente disapplicato”, ma non si esclude che la vicenda portata all’attenzione della magistratura possa configurare anche ipotesi di reato.

I medici ricordano che “il cosiddetto decreto Balduzzi inserisce, tra le numerose trattenute sulla cifra pagata dai pazienti per una visita in intramoenia, una somma pari al 5% a partire dal compenso del libero professionista da vincolare ad interventi di prevenzione o di riduzione delle liste di attesa. Apprendiamo invece che l' azienda ha destinato questo 5%, in parte ad altre attività ed in parte ha omesso di aggiungerla all onorario da pagare al medico”. Un comportamento che secondo la denuncia avrebbe determinato un progressivo ammanco di somme che sarebbero dovute servire per la riduzione delle liste di attesa e ammonterebbe, appunto alla cifra enorme di oltre 7 milioni.  

“L'ammanco di queste dimensioni su un fondo destinato alla riduzione delle liste di attesa e su interventi di prevenzione quali le vaccinazioni danneggia in modo inaccettabile – sostengono i sindacati – sia l'utenza, quotidianamente afflitta dal problema delle liste di attesa, sia i professionisti sanitari che da tale fondo avrebbero potuto attingere per lo svolgimento di prestazioni aggiuntive”. Per rendere ancor più concretamente l’idea delle conseguenze del mancato introito e dell’utilizzo diverso da quello stabilito del denaro, i camici bianchi delle Molinette ricordano come “oggi per una spirometria si attende circa 1 anno, per un’ecografia della mammella ben 225 giorni. Ecco, questi soldi sarebbero serviti per ridurre attese inaccettabili. E per questo chiediamo chiarezza”. Tantio gli interrogativi: “Perché le cifre non sono state accantonate? Perché ai sindacati non sono mai stati forniti i dati riguardanti questo accantonamento ? Di chi è la responsabilità? Che utilizzo è stato fatto dei soldi pubblici?”.

La denuncia dei medici un primo effetto lo ha sortito: la direzione generale della Città della Salute in una nota ammette che “sta effettuando da mesi gli approfondimenti necessari per superare criticità  amministrativo-gestionali risalenti al 2012 e protrattesi negli anni a seguire. Tali criticità – si legge del comunicato - hanno generato delle incongruenze in merito alla gestione contabile dell’attività intramoenia ed alla costituzione del Fondo Balduzzi”. Senza dissipare i dubbi su come siano state impiegate le risorse destinate alla riduzione delle liste d’attesa, il vertice dell’azienda fa presente che “sono gia' stati adottati gli atti necessari ad avviare il processo di regolarizzazione amministrativa”, ma “sulle modalità di ricostituzione delle risorse non é possibile entrare nel dettaglio, essendo in corso da tempo una indagine della Procura della Corte dei conti, con cui l’azienda sta fattivamente collaborando

 

print_icon