VERSO IL VOTO

La lunga notte al Nazareno tra re Magi e anime in pena

Ultime ore di passione nel Pd prima della ratifica delle candidature. Più Europa pretende per sé l'unico collegio blindato del Piemonte. Giorgis dirottato in Senato, Gariglio a Collegno. Sicuri Laus e Borghi. Posti di rincalzo per Moderati e Sinistra italiana

In una stanza del Nazareno, il plenipotenziario di Enrico Letta, Marco Meloni, riceve uno dopo l’altro i dirigenti regionali del Pd. Fuori, i parlamentari uscenti fanno la posta in attesa di un cenno, qualcuno che dica loro se alla fine sono dentro o fuori. È questa la loro campagna elettorale: sommersi o salvati. Ancora poche ore prima della direzione che ratificherà quanto deciso da Letta e i suoi uomini. I sondaggi fotografano un centrodestra arrembante, il morale delle truppe è basso e i posti in trincea, nei collegi uninominali, sono i meno ambiti. Nel pomeriggio di ieri, mentre il senatore Dario Stefano annunciava il suo polemico addio al Pd, un sondaggio di Demopolis confermava Fratelli d’Italia primo partito con il 24,3% davanti ai dem fermi al 22,8%, mentre il distacco tra la coalizione di centrodestra e quella di centrosinistra è di circa 15 punti. Intanto il Terzo polo inizia a consolidarsi oltre il 5% e anche questa non è una buona notizia per Letta.  

In serata arrivano le prime notizie su chi entra e chi esce e pare che il segretario sia pronto a sacrificare il costituzionalista Stefano Ceccanti e l’economista Tommaso Nannicini. In Toscana, a Pisa, nel collegio blindato che fu di Ceccanti compare Nicola Fratoianni, una batosta per l’ala riformista del partito. Il Pd rischia di pagare un prezzo altissimo agli alleati. È di ieri la notizia che l’unico collegio sicuro di tutto il Piemonte, quello di Torino Centro alla Camera, finirà a Più Europa, verosimilmente per il suo presidente, il deputato Riccardo Magi, mentre Emma Bonino sarà dirottata a Roma. Il giornalista del Foglio David Allegranti twitta: “Le liste elettorali del Pd sono un bagno di sangue”. La direzione in programma alle 11 di questa mattina viene spostata alle 15.

Il segretario del Pd piemontese Paolo Furia vede Meloni una prima volta nel pomeriggio per poi aggiornarsi a “più tardi”: prende appunti e perora la sua causa. Gira voce che il ministro Andrea Orlando stia facendo il diavolo a quattro per far spostare Federico Fornaro (capogruppo di Leu a Montecitorio) dal Piemonte all’Emilia-Romagna, così da lasciare il posto a lui, ma per ora non se ne parla. Intanto Andrea Giorgis, dopo aver ceduto, obtorto collo, il collegio blindato di Torino Centro a Più Europa è stato dirottato nel distretto senatoriale che comprende tutto il capoluogo. Il suo stato d’animo passa così da tranquillo a moderatamente preoccupato. Secondo le stime del Pd anche quello è un collegio vincente, seppur sul filo di lana. “Molto dipenderà da quanto ci porta via il Terzo polo e dalla tenuta del Movimento 5 stelle con la discesa in campo di Chiara Appendino” è l’analisi che circola tra i torinesi. Il secondo collegio camerale di Torino, quello che comprende le due circoscrizioni della periferia Nord (dove il centrodestra è avanti di qualche decimale) dovrebbe invece essere destinato a Stefano Lepri. Davide Gariglio, infine, è dato su Collegno, dove i sindaci dem della zona avevano espresso la propria preferenza per l’ex primo cittadino di Grugliasco Roberto Montà, il quale a questo punto è fuori. Per l’ex numero uno del Pd piemontese una missione difficile, anche se non impossibile, nel meno quotato tra i quattro collegi contendibili rimasti al centrosinistra in tutta la regione. Negli altri solo candidature di servizio come quella di Carmen Bonino a Moncalieri o di Antonella Giordano a Chieri.

Piuttosto stabile la situazione nei listini proporzionali. L’ex ct della nazionale di volley Mauro Berruto sta sereno (lui sì) in testa a quello di Torino Città della Camera, seguito da Cecilia Guerra di Articolo 1, Mauro Laus guida l’altra circoscrizione davanti a Carlotta Salerno dei Moderati. Al Senato c’è Anna Rossomando, seguita da Giorgis, cui viene così consegnato un possibile paracadute se dovesse andare male la corsa all’uninominale. Fuori dal capoluogo, se Fornaro resiste sul Piemonte Nord, allora Furia dovrà accontentarsi di un posto di rincalzo dietro a Chiara Gribaudo nelle province del Sud. Al Senato, infine, il lettiano Enrico Borghi precede l’ex sindaca di Alessandria Rita Rossa. Candidature di servizio infine per l’assessore di Saluzzo Fiammetta Rosso (Sinistra Italiana), sull’uninominale di Cuneo al Senato, e per l’ex parlamentare grillino Paolo Romano ad Alessandria per i Verdi. Per Marco Grimaldi, capogruppo in Regione di Liberi Uguali Verdi, una (o più) capolistatura alla Camera nel plurinominale di Torino. 

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