VERSO IL VOTO

Conte svolta a sinistra e lancia Appendino come front woman

Con l'ultima giravolta i grillini puntano a rosicchiare l'elettorato progressista. L'ex sindaca di Torino diventa il volto nazionale della battaglia per i diritti. E, a dispetto delle funeste previsioni di qualche tempo fa, il M5s tiene sopra la soglia del 10%

Riesumando il vocabolario di anatomia politica non risulta difficile definire, come in tempi ormai lontanissimi fece Massimo D’Alema riferendosi alla Lega di Umberto Bossi, il M5s di Giuseppe Conte una costola della sinistra. Senza dover ricorrere a una radiografia, si tratta con evidenza di una costola fratturata (l’ultimo trauma in terra di Sicilia) e, come tale, in grado di rivelarsi estremamente dolorosa, in questo caso per il Partito democratico.

È, infatti, lì nel bacino elettorale cui Enrico Letta si rivolge con messaggi stendhaliani, il suo rosso e il nero di Giorgia Meloni, che l’avvocato del popolo s’insinua apertamente affermando di guidare “la forza più progressista” e non rinunciando a dire che “se un elettore di sinistra vuole realizzare gli obiettivi di una forza progressista credo che sia addirittura costretto a votare il M5s rispetto all'offerta corrente”.

Una strategia che, alla prova dei sondaggi, risulta se non vincente certamente oculata. Premesso che i numeri sono sideralmente lontani da quelli del 2018 quando i Cinquestelle superarono il 32% sia alla Camera sia al Senato, ma questa è cosa arcinota. Dunque, stando alle cifre attuali il resistere al di sopra della soglia critica del 10% è per il movimento travagliato dallo sfratto di Conte da Palazzo Chigi e, non di meno, da una scissione numericamente pesante in termini di parlamentari come quella animata e guidata da Luigi Di Maio, già non è poca cosa. 

Il compendio di una serie di sondaggi elaborato da YouTrend assegna al M5s una crescita di mezzo punto (dal 10,4 al 10,9) alla data di ieri rispetto a due settimane fa. Impegno Civico del ministro degli Esteri perde uno 0,4 passando da 1,5 a 1,1, così come di mezzo punto è il calo del Pd che passa dal 23,2 al 22,7. Aumenti e flessioni lievissimi, ma che comunque attestano la permanenza, con possibilità di ulteriore recupero, dei Cinquestelle al di sopra della soglia critica della doppia cifra. E questo, se la crescita ci sarà di qui al 25 settembre, sarà (quasi) tutto a detrimento del centrosinistra, perché è lì che pesca il movimento. Sul fronte opposto, dove si è assistito e ancora si assiste a un travaso di voti interno tra Lega e Fratelli d’Italia, con una parte di consensi moderati di Forza Italia diretti verso il Terzo Polo, a quel che poteva pescare un’offerta di rottura ci ha pensato e magari potrà ancora raggranellare qualcosa Italexit dell’ex grillino e in passato leghista Gian Luigi Paragone.

La strategia di Conte sembra, quindi, suffragata dai numeri nella sua efficacia per mantenere sopra il 10% il movimento, ma non di meno a intaccare una parte del centrosinistra, quella più a sinistra e più sensibili alla questione dei diritti, questione che non a caso viene posta in primo piano declinando il concetto di riformismo evocato dall’ex presidente del consiglio e affidata alle figure cui egli ha deciso di affidare il volto più evidente (e accattivante) della sua forza politica. 

Tra queste c’è, sicuramente, Chiara Appendino. L’ex sindaca, astutamente tenutasi fuori da una corsa per un secondo mandato a Palazzo di Città probabile come la neve d’agosto e in questo modo sfuggendo alle forche caudine del secondo mandato, non incarna soltanto l’anima moderata e istituzionale del movimento, ma in questa campagna elettorale ha tra gli atout per sé e per la sua forza politica proprio quella politica dei diritti di cui può vantare atti concreti nel suo ruolo di sindaca. La registrazione dei figli di unioni omogenitoriali è, forse, quello più evidente. Non solo, la retromarcia cautelativa imposta dal suo successore, il piddino Stefano Lo Russo, marca ulteriormente la differenza e questo accade in una contesa in cui su questi temi si possono spostare consensi dal partito di Letta a quello di Conte. 

Blindando la sua elezione alla Camera inserendola nel novero dei “nominati” dal capo politico, Conte ha pure deciso di piazzare l’ex sindaca capolista in tutti i collegi del proporzionale in Piemonte. Quanto sarà il suo valore aggiunto è difficile dirlo, certamente il ruolo di front-woman ormai a livello nazionale, testimoniato dalla presenza sui media ben oltre la cinta daziaria e i confini regionali, testimoniano ulteriormente come quello di Appendino sia se non il volto certamente uno dei volti più spendibili soprattutto al Nord dove, pur presente e pesante, l’effetto trainante del reddito di cittadinanza risulta mediaticamente meno impattante rispetto a quanto accada al Sud. Oltre il probabile zoccolo duro composto da chi lega il suo consenso alla forza politica che difende il reddito di cittadinanza così com’è, il partito di Conte guarda proprio a sinistra. “Chi ha tradito sono i vertici del Pd. Io parlo con molti elettori del Pd, nella loro base vedo disorientamento”, ha ribadito ieri sera Conte, con l’effetto e le possibili conseguenze che può produrre una costola rotta.

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