SANITÀ ALLO SBANDO

"Parcheggiati" 6 giorni in barella prima del ricovero

C'è chi aspetta al pronto soccorso quasi una settimana in attesa delle cure. La situazione peggiore negli ospedali Martini di Torino e San Luigi di Orbassano. La denuncia del sindacato degli infermieri Nursind e l'esposto in Procura

Per contrastare o, comunque, gestire al meglio il sovraffollamento dei Pronto Soccorso la Regione Piemonte ha impartito alle aziende sanitarie e ospedaliere precise indicazioni, peraltro già contenute nelle linee di indirizzo nazionali, ma molte Asl e Aso non le applicano. 

La denuncia, che mette in evidenza per l’ennesima volta un potere interpretato in maniera troppo spesso autarchica e indipendente da parte dei vertici delle aziende, arriva dal sindacato degli infermieri Nursind. “Ci risulta che dal 2019 ad oggi, molte delle indicazioni previste dalle normative e dalle indicazioni nazionali e regionali non sono state recepite e soprattutto attuate dalle aziende. L’organizzazione delle varie realtà risulta essere del tutto disomogenea rispetto a quanto previsto”, osserva Francesco Coppolella, segretario regionale di Nursind 

“Come scrive la stessa Regione, il boarding e il sovraffollamento hanno conseguenze negative su diversi aspetti del sistema sanitario” osserva il sindcalista. Il boarding è quel fenomeno per cui, a causa delle difficoltà nel processare tutti gli arrivi, i pazienti stazionano per giorni nei pronto soccorso senza ricevere cure. Tra gli effetti collaterali ci sono “i ritardi di valutazione e trattamento, l'aumento dei tempi di degenza, il rischio di un nuovo ricovero a breve termine, la violazione della privacy, l'esposizione agli errori”.

A rendere drammaticamente evidente una situazione al limite dell’insostenibile (innanzitutto per i ricoverati e non di meno per il personale) sono i dati forniti dal sindacato. “A fronte degli atti normativi – sittolinea Coppolella – il tempo medio di permanenza in Pronto Soccorso deve essere entro le 2 ore”, mentre al San Giovanni Bosco, come al Maria Vittoria, si va dai 2 ai 3 giorni, che arrivano addirittura a 6 al Martini così come al San Luigi di Orbassano. Non va meglio nel resto del Piemonte, eccetto rari casi. E dire che i protocolli sono chiari e rispondono ad esigenze cliniche e di sicurezza per i pazienti: nessuna attesa per il codice rosso, massimo un 15 minuti per gli arancione, un’ora per il codice azzurro, al massimo due ore per il codice giallo e quattro per i codici bianchi. 

Dalle rilevazioni del sindacato emerge come “i codici di urgenza sono generalmente rispettati, mentre lo sono molto meno gli altri che quasi sempre raddoppiano o triplicano. I tempi di rivalutazione del paziente in attesa di visita inoltre sono resi complicati dalle condizioni di sovraffollamento e non sempre possono essere rispettati”. Una delle principali ragioni del disservizio è, secondo i sindacati, la carenza di personale.

C’è poi un’altra conseguenza generata dal sovraffollamento e dai tempi lunghissimi di attesa: sempre più spesso accadono episodi di intolleranza, frutto dell’esasperazione, che colpiscono il personale, non di rado con vere e proprie aggressioni “e questo nonostante la tolleranza zero che le norme vigenti richiedono alle aziende”.

Di fronte a tutto ciò e al denunciato inadempimento da parte di alcune Asl e Aso delle prescrizioni impartite dalla Regione, il sindacato ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica “affinché possa essere verificato che le norme, le linee di indirizzo, le disposizioni di carattere nazionale e regionale che abbiamo fornito, trovino applicazione nelle nostre Asr, ed accertare eventuali responsabiltà”. La magistratura farà, come si dice, il suo corso. La Regione, per suo conto, non  potrà limitarsi in eterno allo scaricabarile con quei direttori che governatore e giunta hanno nominato.

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