VERSO IL VOTO

Sinistra "senza paura" come la destra. Stessi slogan, scopiazzati e ricicciati

Una campagna elettorale all'insegna della banalità. E così con questo deficit di creatività i claim sono intercambiabili. Il caso di Grimaldi che vuole "riprendersi tutto" come i suoi arcinemici di CasaPound. E Meloni è "pronta" proprio come i Pionieri dell'Urss

Una parola secca, pochi concetti, semplici e diretti. È questo il modello che i partiti hanno scelto per i loro claim in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. Termini immediati, adatti non solo ai classici manifesti elettorali ma anche ai social, dove la sintesi e la rapidità sono fondamentali per catturare l’attenzione degli utenti. Una manciata di termini, slogan che gira e rigira sono abbastanza scontati e, in molti casi, persino simili. Al di là del posizionamento sullo scacchiere politico finiscono per assomigliarsi tutti con qualche curiosa assonanza. È il caso, ad esempio del motto usato da Marco Grimaldi, consigliere regionale del Piemonte e capolista dell’Alleanza Verdi Sinistra alla Camera per Torino e provincia, uno che più a gauche non si può che con il suo “Riprendiamoci tutto” si ritrova, di certo inconsapevolmente, a ricicciare il “Riprendersi tutto” di CasaPound. Identica situazione di un suo compagno di lista sempre in Piemonte candidato al Senato, Enrico Manfredi che affronta “Senza paura” le incognite del futuro, paro paro come gli avversari di Fratelli d’Italia.

“Con una campagna elettorale lampo condotta in piena estate, i social saranno un canale fondamentale da presidiare in maniera scientifica”, ha spiegato al Corriere della Sera Tiberio Brunetti, ad e fondatore di Spin Factor, società di consulenza politica e di comunicazione strategica. Inoltre, stando a un’analisi di Comscore, le persone di età compresa fra i 18 e i 24 anni fanno un uso del digitale che raggiunge il 65%, con la tv che si ferma al 35%. Fra i 25 e i 34 anni la quota scende al 55%, con la tv al 45%.

Il Pd alla guida della coalizione di centrosinistra formata insieme a +Europa, Alleanza Verdi Sinistra e Impegno Civico, punta su una sola parola: “Scegli”, con una grafica dicotomica anche nei colori. “Serve una comunicazione brutale per dare la sveglia agli italiani”, il messaggio di Enrico Letta. Quindi o di qua o di là, o rosso o nero, o con l’Europa o con Putin. Decisioni precise, categoriche: #scegli, l’hashtag rivolto agli utenti. Ma la svolta “simpatica” si è rivelata un boomerang. Il segretario dem, infatti, ha condiviso una card che propone uno scontro culinario: “Con la pancetta o con il guanciale”. E Letta non ha dubbi, guanciale tutta la vita. “Un modo per polarizzare lo scontro con Meloni”, sottolinea il sociologo di Roma Tre Edoardo Novelli, responsabile dell’Archivio degli spot politici, in un articolo sul Messaggero, evidenziando come la campagna di Proforma voglia instaurare uno duello tra il Pd e Fratelli d’Italia. E chissà se al segretario dem qualcuno ha detto che in Ucraina, nel 2019, il presidente uscente Poroshenko ha perso le elezioni presidenziali contro Zelensky usando un manifesto in cui il suo volto era di fronte proprio a quello di Putin e il motto era “ultima occasione per scegliere”, con la data delle elezioni.

Anche il partito di Giorgia Meloni ha optato per un claim diretto: “Pronti”. E pure lei probabilmente ignora che anche l'organizzazione dei Pionieri dell’Unione Sovietica (i giovani "balilla" di Mosca) aveva scelto come motto “Sempre pronti” e nel logo aveva anche la fiamma, seppur un'altra rispetto a quella che ha scaldato per anni il cuore della nostra Giorgia nazionale. Secondo Giovanni Diamanti, cofondatore di Youtrend, un modo per “mettere da parte l’immagine da Giovanna d’Arco. Punta a rasserenare e a egemonizzare uno spazio, in un gioco di sponda con Letta ma anche un messaggio di presentabilità ai cosiddetti poteri forti”. E lo stesso ha fatto l’alleato della Lega Matteo Salvini, che ha scelto la parola “Credo”. Un motto che non è piaciuto alla Cei, ostile alle incursioni della politica nel campo religioso, ma che ha una sua utilità a livello politico: “La Lega ha bisogno di marcare un’identità forte, richiama un elettorato tradizionalista e in parte religioso”, sottolinea Diamanti.

È invece un richiamo alla storia del partito il claim scelto da Forza Italia e da Silvio Berlusconi, che riporta lo stesso messaggio di quasi trent'anni fa, quando il fondatore di Mediaset decise di scendere in politica e chiedere “una scelta di campo” agli elettori. “Quando è difficile trovare nuove motivazioni, meglio rispolverare quelle vecchie”, rimarca Novelli. Una comunicazione che può funzionare secondo Diamanti: “Ritornare al 1994 può essere una buona idea; dopotutto Berlusconi parla a un elettorato moderato e prevalentemente anziano”.

Il Movimento 5 Stelle con Giuseppe Conte, invece, ha optato per uno slogan più tradizionale: “Dalla parte giusta”. A suo modo anche questa una scelta di campo, che, soprattutto nei manifesti dove si vedono anche i cittadini italiani, “vuole rispolverare l’immagine del Conte premier, a Palazzo Chigi”, rimarca Novelli.

print_icon