ECONOMIA DOMESTICA

Imprese, del doman non v'è certezza

Cresce la preoccupazione tra le aziende piemontesi, soprattutto a causa dell'incremento dei costi (energia e materiali). Ma restano stabili gli investimenti e rimangono positive le previsioni su occupazione e produzione. L'allarme dei costruttori edili

Le imprese di Torino e del Piemonte sono prudenti, ma non vedono il futuro nero. La consueta indagine congiunturale, realizzata da Unione Industriale e Confindustria, mette in evidenza un calo di circa 10 punti rispetto a giugno degli indicatori su produzione e ordini, ma il saldo tra previsioni di aumento e riduzione si mantiene intorno al livello di equilibrio. Il tasso di utilizzo degli impianti resta su parametri molto elevati, superiori alla media di lungo periodo e rimangono positive le previsioni sull’occupazione; aumenta di poco il ricorso alla cassa integrazione. Sono stabili gli investimenti e le condizioni di pagamento, mentre continua a peggiorare, in misura molto marcata, la redditività: le imprese sono strette tra costi in crescita (energia ma non solo) e impossibilità di scaricare gli aumenti sui clienti. “Stiamo vivendo una fase di eccezionale incertezza, ma non bisogna tuttavia abbandonarsi all’inerzia o al fatalismo. L’Unione Industriale ha scelto di non restare passiva né di limitarsi a invocare sussidi e aiuti”, spiega il presidente Giorgio Marsiaj. “L’indagine disegna uno scenario, pur nel maggiore periodo di incertezza da 15 anni a questa parte, di cauto ottimismo della ragione, che si basa sul portafoglio ordini, la volontà e la capacità delle nostre aziende di lavorare nel presente con una visione, che definirei di scala superiore” commenta Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte.

Chiude un semestre “abbastanza positivo”, soprattutto grazie al superbonus il comparto dell’edilizia, Ma anche in questo settore ma il rincaro dei materiali, l’aumento del costo del denaro e il blocco della cessione dei crediti rendono il futuro estremamente incerto. Oltre un centinaio di cantieri solo nel capoluogo sono a rischio, altri, come quello della superstrada di Caselle (700 metri da corso Venezia in direzione aeroporto), sono fermi. È quanto è emerso dall’assemblea del Collegio Costruttori Edili di Torino, svoltasi stamattina alla presenza della presidente nazionale Federica Brancaccio. “Molte gare stanno andando deserte perché i prezzi non riconoscono i costi per le imprese. È un gravissimo problema. Servono una rimodulazione e una riprogrammazione dei termini, ma non mettere in discussione le riforme che sono un presupposto fondamentale” ha detto il presidente dell’Ance subalpina Antonio Mattio, che auspica la proroga del Superbonus da parte del nuovo governo. “Molte imprese sono a rischio, i cassetti sono pieni di crediti che non riescono a cedere e hanno un’autonomia finanziaria molto limitata”. In frenata l’occupazione, che fino a luglio sembrava registrare un buon andamento con un +17,41% di imprese iscritte alla Cassa Edile rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, +21,6% degli operai, +25,79% della massa salariale e +24% delle ore lavorate. “Abbiamo difficoltà a trovare personale in tutti i settori anche a causa del reddito di cittadinanza”, ha osservato Mattio.

Un’ulteriore boccata d’ossigeno arriverà dal Pnrr che però a detta dei costruttori dovrà subire qualche modifica, senza stravolgimenti che possano mettere a repentaglio i finanziamenti: “È stato redatto in un particolare momento storico, molto diverso dall’attuale – ha affermato Mattio, ricordando come nel luglio 2020 l’inflazione era -0,1% contro il +8,9% di settembre. “Inoltre, c’è stato un balzo del costo dell’energia e delle materie prime. Per questo sarebbero necessarie una rimodulazione dei tempi e una riprogrammazione dei termini, senza mettere in discussione le riforme che sono un presupposto fondamentale. Altrimenti fino al 2026 quando il Pnrr sarà in scadenza si rischia che si sia realizzato non più di un terzo delle opere previste”, ha concluso.

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