GIALLOROSSI

Tra Pd e M5s volano le colombe. Sacco: "Fronte anti-Cirio regge"

Nonostante la rottura a livello nazionale in Piemonte il rapporto tra le due principali forze di opposizione in Consiglio regionale non si è mai interrotto. Anzi si moltiplicano le battaglie comuni. Persino Laus ora predica un'alleanza larga in vista delle regionali

Il filo in via Alfieri sembra non essersi mai rotto. Mentre a Roma si è spezzato dopo che Giuseppe Conte ha staccato la spina del governo Draghi, a Torino il rapporto tra Pd e Movimento 5 stelle non si è interrotto. Certo, come dice il coordinatore regionale pentastellato Sean Sacco “stare all’opposizione è più facile”, ma allo stesso tempo non nega “battaglie combattute insieme in questi tre anni  che hanno rafforzato l’intesa tra le minoranze”. Ieri, sullo Spiffero, l’appello del capogruppo dem Raffaele Gallo a un fronte comune di tutte le opposizioni all’amministrazione di Alberto Cirio, un’opzione che – nonostante le faglie emerse in campagna elettorale – potrebbe essere tutt’altro che remota. “Il problema è che non sai mai con che Pd parli – aggiunge caustico Sacco –: quello che a Torino ha respinto ogni ipotesi di alleanza dopo l'esperienza di Chiara Appendino; o quello di Alessandria che con noi ha costruito un percorso che ha condotto alla vittoria e all’insediamento di una giunta giallo-rossa?”. La domanda è lecita e anche nello stesso Partito democratico nessuno nega lo stato a dir poco confuso della linea politica.

Mentre a livello nazionale si attende di capire come evolverà il rapporto tra i due ex azionisti del Conte 2 in Piemonte cresce la convinzione che per battere Cirio e il centrodestra occorre fare fronte comune. Al momento, sulla politica prevale l’aritmetica dimenticando che alle elezioni, per dirla con il Principe De Curtis quasi mai la somma fa il totale. Certo l’isolamento incomincia a farsi pesante se persino uno che non è mai stato tenero coi grillini (e da loro è stato più volte messo nel mirino) come il neo deputato Mauro Laus sente la necessità di dichiarare che “per vincere alle prossime elezioni regionali in Piemonte siamo aperti a tutte le formazioni politiche e alle energie alternative alla destra”. Detto da chi nella precedente legislatura dai banchi del Senato non ha mai perso un’occasione una per polemizzare con i grillini significa che, al di là delle appartenenze correntizie (Laus milita in Base riformista), la questione delle alleanze non è più rinviabile. E pure scevra da tabù.

Da un fronte unito in aula contro le politiche del centrodestra a un grande cartello elettorale che tenga insieme tutti coloro che si sono opposti a Cirio il passo potrebbe non essere così lungo. C’è un anno e mezzo per costruire un’intesa che a sinistra passa per il partito di Conte e a destra dovrà cercare di coinvolgere il Terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi. I dati delle ultime politiche dicono che una Große Koalition contro il centrodestra partirebbe addirittura in vantaggio. Insomma, la partita è aperta se si tiene conto che sommando i voti di Centrosinistra, centristi e M5s si raggiunge il 47,6%, un punto e mezzo in più del centrodestra unito, fermo al 46,1. Un dato che apre uno spiraglio anche se a fare politica con la calcolatrice si rischia di incartarsi; e infatti è lo stesso Sacco a mettere in guardia: “Il fronte delle minoranze, in aula, resterà compatto – è la premessa – ma per parlare di un'alleanza è presto, ci sono tante questioni su cui dovremo confrontarci: prime fra tutte l’attenzione all’ambiente e la sanità dove noi continuiamo a sostenere uno stretto controllo pubblico piuttosto che una privatizzazione strisciante”.