TRAVAGLI DEMOCRATICI

Al via la sarabanda Pd

Forse già lunedì la direzione nazionale indicherà le date per i congressi nazionale e regionali (che dovrebbero svolgersi in un unico election day). Bonaccini resta in campo per l'ala riformista. In Piemonte già decaduta l'autocandidatura di Furia

Parte la sarabanda del Pd. L’iter per il congresso “costituente”, così come lo ha definito il segretario uscente Enrico Letta, dovrebbe partire ufficialmente nei primi giorni della prossima settimana, probabilmente già lunedì, con la direzione nazionale, proprio nelle ore decisive per la formazione del nuovo governo. Lì verrà convocata l’assemblea che a sua volta indicherà tutti gli step fino alla conta in programma a marzo del prossimo anno. Secondo quanto filtra da fonti del Nazareno l’ipotesi che si sta facendo largo è quella di una unificazione dei congressi nazionale e regionali, evitando così di dover portare ai gazebo un elettorato stanco e sfiduciato due volte nel giro di poche settimane. Insomma, sarà un unico “grande bagno di democrazia”, con l’auspicio dei militanti che non si finisca con il solito buco nell’acqua.

A livello nazionale, l’unico punto fermo sembra il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, sostenuto dall’area riformista del partito, che un tempo si coagulava attorno a Matteo Renzi. Ci si attende una candidatura dell’ala sinistra del partito, guidata da Andrea Orlando e Peppe Provenzano, anche se per determinare i rapporti di forza sarà come al solito decisiva la scelta di Dario Franceschini che, con la sua AreaDem, continua a governare il partito dal centro. In un turbine di correnti e capataz parte così l’ennesima sfida in un partito in crisi di senso e consenso, senza una rotta né un leader, che probabilmente s’illude se pensa che la fase “costituente” possa esaurirsi con il ritorno a casa degli scissionisti di Articolo 1 e l’adesione di Demos (qualunque cosa sia).  

A livello regionale, caduta nel vuoto l’autocandidatura di Paolo Furia (a quanto pare anche gli alleati catto-dem Stefano Lepri e Monica Canalis sarebbero rimasti piuttosto freddi di fronte alla prospettiva di un bis), i vertici delle varie aree politiche brancolano nel buio in attesa di conoscere il “quadro complessivo”. Chi sono i candidati nazionali? E soprattutto quali componenti li sostengono? Sulla base di questo, a cascata, anche in Piemonte dovrebbero esserci, per emanazione, i rappresentanti locali di quelle stesse componenti a fronteggiarsi. In sostanza come accaduto nel 2014 quando si candidò Davide Gariglio in rappresentanza dell’area che sosteneva Renzi al congresso nazionale, Gianna Pentenero per la sinistra di Orlando, e Daniele Viotti per il gruppo che appoggiava Pippo Civati

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