FUOCO GIUDIZIARIO

Crosetto minaccia carte bollate ma inciampa sulla grammatica

Il neo ministro della Difesa annuncia querele contro chi lo accusa di conflitto d'interesse. Un apostrofo malandrino lo mette però alla berlina dei follower. Dopo la nomina al governo si è dimesso da tutte le cariche e ha lasciato le società "rinunciando al 90% dello stipendio"

Il ministro della Difesa anzitutto della propria onorabilità. Guido Crosetto annuncia sui social la decisione di querelare in sede penale e portare in tribunale civile chi lo accusa di conflitto d’interesse. “Ho dato mandato allo Studio Legale Mondani perché sono certo che le condanne in sede civile e penale siano l’unico metodo che direttori, editori e giornalisti possano intendere, di fronte alla diffamazione. Il mio ora è un’obbligo Istituzionale: quello di difendere il Dicastero”, scrive il neo inquilino di Palazzo Baracchini con tanto di svarione grammaticale (l’apostrofo) che scatena il sarcasmo di molti follower. Errore riconosciuto, molto sportivamente, due ore dopo dallo stesso Crosetto.

Uno stillicidio di insinuazioni, quello relativo alla sua posizione di potenziale incompatibilità tra la sua professione nell’industria degli armamenti e l’incarico di governo, che ha toccato il culmine con l’inchiesta pubblicata oggi dal quotidiano Il Domani che riferisce dei suoi compensi e dei suoi affari con aziende del settore. Evidentemente non sono state convincenti le rassicurazioni date nelle ore successive alla nomina ministeriale che avrebbe prontamente eliminato ogni situazione di conflitto. Crosetto si è già dimesso dall’Aiad, la federazione delle aziende dell’aerospazio che aderisce a Confindustria, ha lasciato la presidenza di “Orizzonti sistemi navali”, società controllata al 51% da Fincantieri ed al 49% da Leonardo, promettendo di liquidare entro due mesi tutte le quote di proprietà “rinunciando al 90% dello stipendio”. E così il Gigante di Marene, imbufalito, passa ora alle carte bollate.

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