FIANCO DESTR

Libro e moschetto meloniano perfetto. Fratelli d'Italia apre la scuola di politica

Il partito della Meloni in Piemonte avvia la quarta edizione dei corsi di formazione politica. Negli ultimi tre anni più di 200 iscritti da tutta la regione. Tra i relatori il milieu della destra casareccia: La Russa, Ghiglia, Crosetto e Montaruli

Una scuola per educare le nuove leve di dirigenti. E magari, chissà, utile a recuperare qualche incallito ripetente. È quanto si propone Fratelli d’Italia che mette in cattedra, come docenti, i suoi esponenti più illustri e personalità di spicco della politica, della cultura e dell'imprenditoria. Non necessariamente tesserati. Nel 2019, l'inaugurazione della prima edizione alla presenza di Alberto Cirio, appena eletto governatore del Piemonte, la lectio magistralis venne affidata all'attuale ministro della Difesa Guido Crosetto, a dimostrazione del fatto che libro e moschetto fanno il meloniano perfetto.

Domani s’inaugura il quarto anno scolastico, sull'onda del successo registrato negli anni passati in cui si sono seduti tra i banchi nella sede del partito al civico 43 di via Nizza oltre duecento allievi, seguiti con la giusta severità da autentiche autorità nei rispettivi campi: da Ignazio La Russa, oggi presidente del Senato, all’ex federale Agostino Ghiglia, ora componente dell’Autorità garante per la privacy, dalla pasionaria Augusta Montaruli, avida lettrice di libretti licenziosi, oggi sottosegretario all’Università, all'avvocaro dell'Opus Dei Stefano Commodo, da Magdi Allam agli industriali Vincenzo Ilotte e Alberto Dal Poz.

A suonare la campanella quest'anno toccherà al senatore ex Forza Italia e Lega Lucio Malan, mentre Il 26 novembre sarà la volta di Gabriele Albertini, già sindaco di Milano, che racconterà la propria esperienza e i passi da compiere per “Programmare una città”. È stato Fabrizio Comba ad aprire la scuola di FdI in Piemonte, quando è diventato segretario regionale del partito. Ed è proprio lui che ora vuole estendere l’iniziativa “non solo agli iscritti ma anche a semplici simpatizzanti”. La direzione è affidata al professor Giovanni Ravalli di Monasterolo di Cafasse, vice coordinatore di FdI a Torino, che da docente di religione saprà coniugare la triade “Dio, Patria, Famiglia” tanto cara a Giorgia Meloni. “Sarà un ciclo di conferenze itinerante – assicura Comba con Fabrizio Priano, responsabile del dipartimento Cultura del partito regionale – in cui andremo a toccare anche altre province del Piemonte”. 

Scuola di partito o scuola di politica? Forse né l'una né l'altra. Di certo nulla a che spartire col passato. Quando comu e fasci facevano a botte e i forchettoni s’attovagliavano ad abbuffarsi di potere, la militanza cresceva nei licei, all’oratorio, nelle aule universitarie, nelle sezioni più o meno periferiche di un’Italia ancora intrisa di ideogie del secolo ferrigno. Con la sola eccezione delle Frattocchie, una sorta di campus riservato alla formazione dei quadri del Pci, nessuno avrebbe mai pensato di poter insegnare a chicchesia a far politica. Lo stesso stato maggiore di Botteghe Oscure, mitico indirizzo della toponomastica novecentesca, proveniva dalle esperienze sul campo, capi e dirigenti (i leader erano ancora lontani dal nascere) erano forgiati sull’incudine e col martello della storia. E via della Scrofa è a un tiro di schioppo. Zecche rosse e carogne delle fogne, in fondo, avevano la medesima educazione sentimentale: il primato della politica. E si assumeva un ruolo pubblico dopo aver dimostrato non solo fedeltà, ma carisma personale, doti di conduzione (delle masse, vere o immaginate), spirito di servizio, cultura.

Quanto sia lontano, nel bene e nel (tanto) male, quel mondo è sotto gli occhi di tutti. E così mentre la sinistra nel frattempo si è dedicata corpo e anima a difendere lo status quo (e soprattutto i privilegi del proprio ceto dirigente) la destra è riuscita laddove i suoi avversari hanno miseramente fallito: diventare egemone nel Paese. Fino ad arrivare a Palazzo Chigi.

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