SANITÀ

Il centrodestra marca visita,
a rischio i soldi del Pnrr Sanità

L'assessore arriva a commissione chiusa, la maggioranza (salvo rare eccezioni) non si presenta. Salta la discussione del piano per la medicina territoriale. Domani ultimo giorno utile per non perdere i finanziamenti. Le minoranze: "Sono irresponsabili"

L’assessore alla Sanità in ritardo, la maggioranza (salvo rare eccezioni) desaparecida, il numero legale resta una chimera e così salta la discussione in Commissione regionale e la conseguente approvazione del Piano di assistenza sanitaria territoriale. Ma soprattutto rischiano di saltare i finanziamenti previsti dal Pnrr. “Irresponsabili”, accusano tutte le minoranze compatte, mentre la seduta viene aggiornata a domani, ultimo giorno utile per dare il via libera a un provvedimento da cui dipendono parecchi milioni da utilizzare per il rafforzamento della medicina del territorio.

Vana l’attesa Luigi Icardi, all’orario fissato per l’inizio della riunione, ma l’assessore che arriverà a seduta ormai chiusa, è in buona compagnia: non si vede traccia di consiglieri del centrodestra, l’unico componente della giunta che si presenta è l’assessore Maurizio Marrone, ma nessun altro dei Fratelli d’Italia. Compare, in ritardo, Mauro Fava di Forza Italia, ma ormai è chiaro che il numero legale non lo si raggiungerà mentre assai meno chiare (e giustificabili) appaiono quelle assenze della maggioranza, incominciando proprio da quella del titolare della Sanità. 

E mentre si nota una malcelata preoccupazione nel vicedirettore regionale alla Sanità Franco Ripa, ben conscio del rischio che si sta correndo, tutti i gruppi di opposizione – dal Pd al M5s, da Luv ai Moderati passando per Lista MonvisoEuropa verde e M4o – in una nota congiunta sparano ad alzo zero. Le minoranze ricordano che avrebbero “voluto fare delle considerazioni di merito su un testo che lascia aperta una questione essenziale: dove prendiamo e come paghiamo i medici e gli infermieri che dovrebbero essere presenti nelle Case di Comunità?". Per le opposizioni "non basta l'adempimento formale, ma servono strategie efficaci sul reclutamento del personale, di cui, nel piano, non si dice nulla”. È questa la ragione di quelle assenze non certo casuali? Si è voluto spingere fin quasi oltre la zona Cesarini la discussione del piano, per evitare risposte a domande scomode? Il sospetto è difficile da fugare.

“Evidentemente a questa maggioranza il futuro assetto della sanità piemontese non interessa. Forse le forze di centrodestra sono troppo impegnate in una campagna elettorale permanente dal 2019 e a disegnare una legge elettorale che prevede l’esclusione di quelle forze politiche più piccole, ma importanti per la rappresentanza, per evitare una pluralità di voci e di posizioni che è la base della democrazia”, concludono le opposizioni. A margine della fallita seduta, il vicepresidente della commissione Domenico Rossi (Pd) avverte: “Non vogliamo che in Piemonte si faccia come in Lombardia e Veneto dove si è cambiata la targa alle strutture, ma nessuno ha mai visto medici e infermieri. Senza una risposta a questa questione – sostiene Rossi – il piano rischia di essere solo un adempimento di natura formale. Per questo domani chiederemo dati precisi in merito”.

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