GRANA PADANA

Fondi russi alla Lega, la Procura di Milano chiede l'archiviazione

Dalle indagini non sono emersi elementi penalmente rilevanti sul cosiddetto caso Metropol, relativo a una presunta trattativa su un ingente affare petrolifero. L'accusa era di corruzione internazionale. Tutto bene, ma restano aperte le questioni politiche

Sul caso dei fondi russi alla Lega, la Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per le sei persone (tre italiani e tre russi) accusate di corruzione internazionale per una presunta trattativa relativa a un ingente affare petrolifero. L’istanza riguarda l’ex portavoce di Matteo Salvini e presidente dell’associazione Lombardia-Russia Gianluca Savoini, l’avvocato Gianluca Meranda e l’ex bancario Francesco Vannucci. I tre il 18 ottobre 2018 parteciparono a un incontro all’Hotel Metropol di Mosca dove sarebbe stata avviata una presunta trattativa per la compravendita di petrolio russo. Un affare che, stando all’iniziale ipotesi accusatoria, avrebbe garantito alla Lega un finanziamento illecito da 65 milioni di dollari per effetto di uno “sconto” del 4% sul totale della fornitura. Tra gli atti di indagine è anche finito un file audio con un’intercettazione captata. Con perquisizioni e sequestri era stata anche rinvenuta la foto di un foglio con i dettagli dell’accordo nei cellulari di Savoini, Meranda e Vannucci. Nell’appunto comparivano presunte percentuali da dividere tra la Lega (4%) e gli intermediari russi (6%) su una partita di petrolio del valore di un miliardo e mezzo di dollari. La Procura aveva chiesto alle autorità russe di poter ascoltare a verbale alcune persone, tra cui i presunti intermediari identificati. Richiesta rimasta senza risposta.

Dopo tre proroghe alle indagini per continuare l’inchiesta è arrivata la richiesta di archiviazione. Richiesta che ora passa all’esame di un gip e che giunge trascorsi 3 anni e mezzo dallavvio degli accertamenti. All'incontro al Metropol sarebbero stati presenti Ilya Andreevich Yakunin e Andrey Yuryevich Kharchenko, quest’ultimo ex agente dei servizi segreti e entrambi legati, pare, all’ideologo di estrema destra Aleksandr Dugin e a Vladimir Pligin, politico vicino al presidente Vladimir Putin. E anche Yury Burundukov, che sarebbe legato all’oligarca Konstantin Malofeev.

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