GRANA PADANA

Giordano si (ri)prende la Lega
e prepara il ritorno in Regione

L'ex sindaco e potente assessore dell'era Cota domenica sarà eletto segretario del partito novarese. Dopo la decennale odissea giudiziaria parte la riscossa di uno dei (pochi) cavalli di razza del Carroccio. L'asse con Vercelli e Vco. I piani per il 2024: tris di Canelli e Marnati nel listino

Un congresso ecumenico celebrato nel giorno del Santo patrono. È quello che a Novara, domenica nella ricorrenza di San Gaudenzio, vedrà la Lega nel teatro civico di Oleggio insediare alla sua guida provinciale Massimo Giordano, sindaco della città dal 2001 al 2010 e per i quattro anni successivi assessore regionale, ma anche per ben dieci anni vittima di un’odissea giudiziaria che si concluderà solo alcuni mesi fa con la sua piena assoluzione.

Come ormai il partito di Matteo Salvini ci ha abituato a vedere, anche i venti che agitano fronde annunciando sommovimenti interni, al momento decisivo si sopiscono confermando di essere l’unica e ultima formazione politica leninista nel panorama politico italiano. Insomma, anche i forti mal di pancia che avevano segnato le scorse settimane il percorso verso il rinnovo della dirigenza provinciale del partito, con segnali di dissenso o comunque di non piena condivisione che arrivavano da alcune sezioni del territorio, sono spariti nel più classico e consumato embrassons-nous. 

La candidatura dell’ex sindaco e già assessore di peso nell’allora giunta di centrodestra presieduta da Roberto Cota era nota da tempo, così nessuno poteva nutrire dubbi sulla sua elezione. I borborigmi interni, tuttavia, avrebbero potuto in qualche modo mascariare il ritorno ufficiale (giacché quello sostanziale è avvenuto ormai da tempo, o meglio Giordano non è mai stato realmente ai margini del partito) dell’ex sindaco, così come avrebbero infranto il dogma ecumenico della celebrazione, ma in realtà hanno dovuto fare i conti con l’assenza di una alternativa credibile e, soprattutto, praticabile-

Dunque un congresso, pur importante, ma di fatto poco più che una formalità, un sigillo a una scelta cui nessuno s’è opposto. E questo risultato, compreso il rientro sulla scena politica a pieno titolo di Giordano sarà festeggiato domenica sera a Novara alla tradizionale cena in omaggio del patrono. Sarà presente tutto lo stato maggiore leghista, dal segretario regionale e capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, auspice e facile profeta di congressi unitari nella sua regione, al sindaco del capoluogo Alessandro Canelli, dall’assessore regionale Matteo Marnati al consigliere che guida la commissione sull’Autonomia Riccardo Lanzo. Ma anche – e qui i nomi meritano attenzione – una decina di dirigenti della confinante Vercelli, tra cui l’ex presidente della Provincia Eraldo BottaDaniele Baglione, ex sindaco di Gattinara, ed Enrico Montani, attuale commissiario del Carroccio nelle terre del riso.

Proprio la presenza di questa delegazione e del suo capo, ex parlamentare e uomo forte della Lega nel Verbano-Cusio-Ossola non può che suggerire l’immagine di un gemellaggio tra le tre province del Piemonte orientale, in una sorta di patto tra Novara e Vercelli, allargato al Vco dove Montani, insieme al suo storico sodale nonché capogruppo in Consiglio regionale Alberto Preioni ha sempre coltivato un rapporto stretto con il partito novarese. Un gemellaggio nel solco della tradizione di san Gaudenzio che, guarda caso, venne convertito al cattolicesimo proprio dal vescovo vercellese Eusebio.

Storia antica e futuro prossimo: l’elezione di Giordano al vertice del partito nella provincia di Novara, s’inquadra in uno scenario che non può non guardare al 2024, quando si tratterà di rinnovare il governo del Piemonte e la sua assemblea di via Alfieri. Uno scenario in cui uno snodo importante sarà segnato dalla probabile apertura, per mezzo di legge nazionale, al terzo mandato per i sindaci, riforma che a quel punto spianerebbe la strada verso un terzo giro per l’attuale primo cittadino del capoluogo, Canelli, altrimenti proiettato verso la Regione. Unico modo, inoltre, per respingere gli appetiti degli alleati, in primis Fratelli d’Italia, sulla successione a Palazzo Cabrino.

L’attuale assessore Marnati andrebbe nel listino blindato del presidente, mentre il futuro segretario provinciale preparerebbe la sua rentrée a Torino “a suon di preferenze”, come si sottolinea in ambienti a lui molto vicini, rimarcando la sfida dell’ex assessore. Una sorta di rivincita, un riscatto dopo anni in cui la vicenda giudiziaria lo ha tenuto lontano da ogni ruolo elettivo. Sempre chi lo conosce bene, soprattutto i tratti fumantini del suo carattere prevede scintille. Tutt’altro che un doroteo in abito leghista, Giordano avrebbe confessato a qualcuno dei suoi di avere intenzione di “fare un po’ di pulizia nel partito”. Non certo un avvio ecumenico della segreteria all’ombra e nel giorno del santo patrono.

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