POLITICA & GIUSTIZIA

Piazza San Carlo, "Appendino va condannata anche in appello"

La Procura generale chiede la conferma della condanna di 18 mesi comminata nel primo grado. Stessa pena per il capo di gabinetto Giordana. “La loro condotta ha disvelato le manchevolezze nell’organizzazione e nella gestione della serata"

La conferma della condanna a 18 mesi di reclusione di Chiara Appendino è stata chiesta dalla Procura generale al processo d'appello, in corso a Torino per i fatti di piazza San Carlo. La parlamentare del Movimento 5 Stelle è chiamata in causa della veste di sindaca del capoluogo piemontese per quel che accadde la sera del 3 giugno 2017, quando una serie di ondate di panico tra la folla presente nella piazza per seguire su maxischermo la finale di Champions League provocarono oltre 1.500 feriti e in seguito la morte di due donne. La stessa pena è stata proposta per l’allora capo di gabinetto Paolo Giordana.

Per l’ex questore Angelo Sanna, che stamani ha reso delle dichiarazioni spontanee, è stato proposto un abbassamento della pena (18 mesi) decisa in primo grado; per Maurizio Montagnese, responsabile dell’agenzia Turismo Torino, alla quale la Città affidò la cura dell’evento, ilrocuratore generale, Carlo Maria Pellicano, ha chiesto alla corte di valutare se è il caso di procedere a una riduzione. Il pg Pellicano ha ricordato che a scatenare il panico tra la folla – e che stava seguendo la partita tra Juventus e Real Madrid – fu “l’azione scellerata di una banda di criminali” (un gruppo di giovani già condannati in via definitiva) che a scopo di rapina sparsero spray al peperoncino. “La loro condotta – ha però aggiunto – disvelò le “manchevolezze” nell’organizzazione e nella gestione della serata. Il magistrato ha parlato di “fretta”, “trascuratezza”, “superficialità”, di “budget quasi inesistente”. Secondo la ricostruzione da lui fornita oggi, fu Appendino, insieme a Giordana, a decidere, su suggerimento della Juventus, di ospitare la manifestazione in piazza San Carlo: “Ma la Juventus – ha detto – aveva fatto presente che per una analoga iniziativa del 2015 i maxischermi erano stati due, mentre in questa occasione se ne reperì solo uno. Fino al 26 maggio (otto giorni prima, ndr) non si sapeva neppure chi sarebbe stato il soggetto organizzatore, ma il 28 maggio, su Facebook, la sindaca scrisse che tante persone ci stavano lavorando da settimane”. Sempre secondo il pg su Appendino ricadeva la responsabilità specifica in materia di sicurezza ma “affidò a Giordana una delega in bianco giuridicamente inesistente e irrilevante”, salvo poi comporre con lui “una voce unica, una diarchia”.

Mentre è stata chiesta l’assoluzione dei funzionari e dirigenti di polizia Alberto Bonzano e Michele Mollo (quest’ultimo, ex capo di gabinetto della Questura di Torino). Entrambi erano stati condannati in primo grado. Il magistrato ha invece proposto un anno e dieci mesi per Roberto Dosio, viceprefetto all’epoca dei fatti, e per Franco Negroni, vigile del fuoco, componente della commissione provinciale di vigilanza, un anno e due mesi per il vicecomandante della polizia municipale Marco Sgarbi, la riforma della sentenza di assoluzione per Paolo Lubbia, dirigente del Comune.

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